La Prima Guerra Mondiale continua, con pesanti riflessi sulla popolazione civile. Una notizia da un giornale locale.
"""IL PANE - La tessera funziona da parecchi giorni e grazie alle buone disposizioni prese dal nostro egregio Sindaco e del criterio seguito nell’assegnazione delle razioni non ci risulta che siansi verificati inconvenienti.
Col ragionamento e non colla violenza, con l’ordine e non col disordine, colla occupazione onesta e sincera di tutte le classi di cittadini si risolvono i gravi problemi dell’ora presente, se le popolazioni si mantengono in stretta armonia coi valorosi soldati che sopportano disagi e affrontano pericoli senza confronti assai più gravi.
Ricordiamo i nostri fratelli ed ogni sacrificio ci parrà lieve e doveroso, e più degni saremo della vittoria e della pace!"""
Un fatto di cronaca dallo stesso giornale
Il contadino Aroldo Michele si recò giorni addietro sull’imbrunire in un terreno di sua proprietà, poco distante dal paese. Giunto sul posto, sorprese un individuo intento a dissotterrare delle patate, delle quali aveva già fatto un bel mucchietto. Il ladro, vistosi scoperto, levò di tasca una rivoltella esplodendo un colpo contro il proprietario, che rimase ferito al petto, non però gravemente. L’audace furfante, sentito il grido di dolore di quell’uomo che egli aveva vigliaccamente colpito, se ne fuggì, non senza però aver portato seco una piccola parte della refurtiva.
Speriamo che un sì grave delitto non vada impunito, e che le Autorità addottino (sic) severi provvedimenti diretti a prevenire fattacci del genere.
Anche il cuoio era razionato, perché serviva per gli scarponi dei soldati, per i basti, per le cinghie, eccetera. Ecco un esempio:
La Gazzetta Ufficiale pubblica un decreto luogotenenziale in cui si dispone:
Il ministro per l’industria commercio e lavoro col concorso di quello della guerra provvederà a facilitare l’approvvigionamento ad eque condizioni delle calzature per la popolazione civile con le norme del presente decreto.
Il Ministro per la I.C.L. potrà con suo decreto: a) determinare i tipi di calzature che potranno essere messe in vendita dal commercio; b) disporre le discipline che fossero giudicate opportune per proporzionare il consumo delle calzature alla produzione; c) stabilire le norme perché le calzature predette in conformità dell’art. 2 del presente decreto, siano cedute a preferenza alle classi meno abbienti. (Nota - Non capisco la disposizione; i “ricchi” devono andare scalzi?).
A partire dal 1° Ottobre 1917 è fatto obbligo ai calzaturifici che producono per la popolazione civile di imprimere su ciascun paio di calzature da essi fabbricate nella parte esterna della suola, in modo visibile ed indelebile, i prezzi di vendita al consumatore e il nome della Ditta produttrice. (Nota – I calzaturifici devono fabbricare per l’esercito, perciò, per i civili, fabbrichino il minimo indispensabile. Per evitare che, per la penuria di scarpe, aumentino i prezzi o si verifichino fenomeni di accaparramento, il prezzo sia indelebile…).
Sui varii tratti delle fronti Tridentina e Giulia, nuclei nemici tentarono di sorprendere i nostri posti di vigilanza. Vennero ovunque respinti. In regione Marmolada l’avversario, con l’esplosione di una mina, cercò di ributtarci dalle posizioni strappategli nella notte sul 22 corrente. Il suo tentativo restò senza effetto. Sul Carso una maggiore attività dell’artiglieria nemica venne efficacemente controbattuta.
Gli impianti ferroviari di Grahovo e Dottogliano furono nella giornata di ieri obbiettivi di attacco delle nostre squadriglie aeree, che vi rovesciarono complessivamente cinque tonnellate di bombe. La reazione nemica fu molto vivace. Un nostro velivolo manca. Un apparecchio austriaco, colpito in combattimento aereo nel cielo di Asiago, precipitò in fiamme entro le nostre linee. Firmato: Cadorna.
(Nota – E’ il preludio della disfatta di Caporetto, che avverrà nell’ottobre successivo. La teoria di Cadorna che bastasse mandare milioni di uomini al macello per vincere non funzionò. Dovette andarsene lui).
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