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ACCADEVA CENT'ANNI FA (Gennaio 2019)

      Da LA STAMPA del 1°Gennaio 1919

“Altre dolenti note

      """Abbiamo avuti la visita di diversi altri gruppi di militari arrivati nella nostra città per proseguire verso la Francia. Essi sono muniti, oltre che dei documenti di identificazione, anche del foglio di licenza, la cui esibizione nel periodo della guerra era sufficiente per avere libera circolazione al di là della frontiera. Oggi, invece, tale documento non ha più alcun valore: occorre per esi, come per i cittadini borghesi, un regolare passaporto vistato dal Consolato francese. Non sappiamo in base a quali criteri le Autorità francesi considerino per borghesi in viaggio dei militari non ancora svincolati dai loro obblighi di servizio, che vanno in Francia non per svago, ma perché hanno colà famiglia e interessi personali, così come i soldati francesi residenti in Italia hanno diritto di venire, come vengono, a trascorrere le loro licenze presso i loro parenti. Ma, a parte che in attesa che vengano eliminati, se sarà possibile, gli ostacoli burocratici, la questione di fatto che si impone oggi è quella di provvedere al sostentamento di tante persone, che si trovano fra di noi senza o con scarsi mezzi di sussistenza. Oggi saranno forse un trecento, domani saranno certamente in numero maggiore. Il dovere di provvedere non può essere rimandato a domani."""
      Eravamo alleati, ma la Francia è meglio di Salvini. I cittadini italiani residenti in Francia vennero naturalmente a combattere nell’Esercito italiano. Ora, dopo oltre un anno dall’armistizio, vorrebbero andare a trovare i familiari in Francia, cosa che, da militari, durante le poche licenze del tempo di guerra, potevano fare. Ora non più: sono sempre militari non congedati, ma la guerra non c’è più e la Francia vuole un passaporto con tutti i visti in piena regola, soprassedendo al fatto che ufficialmente sono residenti in Francia. Siamo o non siamo cugini?

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      Da LA STAMPA del 3 Gennaio 1919

"Le perdite dell’Esercito Italiano"

      """La Westminster Gazette, commentando le cifre pubblicate dai giornali circa le perdite italiane durante la guerra, scrive: “Le perdite italiane ricordano ancora una volta le terribili stragi provocate da questa guerra. L’Italia ebbe 460.000 morti e quasi un milione di feriti. Queste cifre saranno insieme sorpresa e rimprovero per coloro che, male informati, sembravano volessero svalutare l’importanza e l’asprezza della lotta sul fronte italiano. Gli italiani avevano il peso di uno dei più importanti compiti di questa guerra ed il modo come essi lo assolsero è detto dalla lista delle perdite, che tuttavia non comprendono l’enorme numero di prigionieri perduti nella battaglia dell’Isonzo. Finora, senza tener conto delle perdite in guerra subite dai vati stati balcanici, si calcolas che le perdite delle Potenze alleate impegnate in questa guerra, ascendono a circa 26 milioni in morti e feriti. Wuesto è un totale terribile e noi dobbiamo ora fare in modo che la umanità nin sia più sottoposta a simili sacrifici”."""
      Il governo italiano, inizialmente, era un po’ restio a comunicare le cifre dei morti e dei feriti della guerra; temeva reazioni varie e usava il contagocce. Poi, le pubblicò, limitandosi allo stretto necessario.

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      Da LA STAMPA del 10 Gennaio 1919

"""“Le cifre ufficiali delle perdite francesi

      Ecco le cifre ufficiali delle perdite francesi quali sono state ricevute dall’Ambasciata di Francia: Ufficiali uccisi: 31.300; militari di truppa uccisi: 1.050.000; ad essi conviene aggiungere i dispersi, ossia: ufficiali 3000, truppa 811.000; in totale 1.895.300."""
      I francesi furono espliciti nel fornire i dati; noi ci lamentiamo tanto, ma la Francia, in fatto di morti e feriti, perse il doppio dell’Italia.

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      Da LA STAMPA del 10 Gennaio 1919

"""La riapertura delle Scuole prorogata fino a nuova disposizione

      “””La Prefettura comunica: «Il Prefetto, inteso S. E. il ministro della Pubblica Istruzione e d’accordo col Provveditore agli studi, ha disposto che per ragioni sanitarie la riapertura delle scuole medie ed elementari della Provincia sia prorogata fino a nuova disposizione.
      In relazione alla precedente ordinanza del prefetto di Torino, il Sindaco ha disposto perché le scuole municipali continuino a restare chiuse fino a nuovo ordine. La disposizione riguarda tanto le scuole diurne feriali quanto le serali e le festive».
      Che forse l’epidemia cesserà esclusivamente a forza di vacanze?…”””
      Fu un vero flagello; la spagnola mietè vittime civili in modo impressionante.

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      Da LA STAMPA del 10 Gennaio 1919

"""Sequestro di nove quintali di zucchero

      Ai funzionari ed agenti preposti alla tutela delle disposizioni annonarie, era tuttavia noto che una considerevole quantità di zucchero sfuggit alle strette maglie, era posto a disposizione dei consumatori a prezzo triplo di quello fissato dal decreto luogotenenziale. Gli agenti incaricati delle investigazioni riuscirono a sorprendere due individui i quali scortavano un carico di nove quintali di zucchero destinato a diversi compratori""".
      Ovviamente, furono arrestati i due e sequestrato il carico.
      La guerra è finita da più di un anno, ma le difficoltà economiche rimangono, come rimasero alla fine della seconda guerra mondiale.
      Nella seconda metà del 1945 e nel 1946 noi, sulle Langhe, non avevamo olio e i miei nonni, a Oneglia, non avevano farina. Mio padre (e una volta anche mia madre, corpulenta) partì più volte da Novello in bicicletta (senza cambio) con 25 Kg. di farina per andare ad Oneglia. Bisognava salire al colle di Murazzano, scendere a Ceva, salire ad Ormea e al Col di Nava, poi al Colle San Bartolomeo, facendo, naturalmente, tutte le salite a piedi. Al ritorno, portava 20 kg. Di olio. Il tutto, cercando di sfuggire ai militari inglesi, che facevano i controlli ai vari colli, perché c’era ancora la tessera. Una volta, a notte fonda, gli sequestrarono l’olio e, e mentre staccavano le latte dal manubrio, si buttò a capofitto in discesa in bicicletta, al buio e ci rimise solo una latta da 5 kg.

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      Da LA STAMPA dell'11 Gennaio 1919

"""“I consiglieri comunali Mussi, Borini, Botto e Ratti, hanno inviato al Sindaco il seguente invito: I sottoscritti, nella considerazione che abbondanti giacimenti di olio esistono nelle Puglie, in Calabria e nella Toscana, mentre le regioni non produttrici ne soffrono per la mancanza quasi assoluta; invitano il signor Sindaco a fare energiche pratiche presso il Governo perché sia tolto il divieto di esportazione da provincia a provincia, di grave danno ai produttori, commercianti e sopratutto ai consumatori""".
      E’ la conferma di quanto precedentemente detto.

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      Da LA STAMPA del 22 Gennaio 1919

      """""“Echi triestini dell’uccisione di Liebknecht e di Rosa Luxemburg

      Ieri gli operai dei cantieri e di altri stabilimenti abbandonarono il lavoro due ore prima del solito per compiere una manifestazione di lutto per l’uccisione di Liebknecht e di Rosa Luxemburg a Berlino. La manifestazione si svolse tranquillamente""".
      La Germania, sconfitta, era in subbuglio e cominciarono i disordini che la portarono allo sfacelo economico, che durò fino al 1925, al discorso di Monaco di Hitler.
      Ne frattempo, in Italia, i giornali titolavano: “Nuovi gravi disordini a Fiume". D'Annunzio si agitava furiosamente.

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