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ACCADEVA 100 ANNI FA... (Giugno 2020)

      Da LA STAMPA del 1° Giugno 1920

Razionamento dello zucchero in Giugno – Il prezzo del latte

      “””Il Municipio comunica che per il mese di Giugno lo zucchero pel consumo diretto della popolazione è cos’ razionato: Zucchero ordinario (cioè zucchero cristallino oppure raffinato semolato): grammi 150 per razione individuale alla settimana, da acquistarsi al prezzo di Lire 5,70 al chilogramma, contro distacco successivo dei tagliandi 1-8 giugno; 9-15 giugno o 16-23 giugno. Zucchero raffinato a quadretti: è razionato in ragione di grammi 150 pel periodo 24-30 giugno, al prezzo di L. 6,50 al chilogramma. Zucchero di Stato (saccarinato): è razionato in ragione di grammi 40 per razione individuale. L’acquisto, al prezzo di L. 8,50 al chilogramma, deve farsi una volta tanto nel mese, contro distacco del tagliando.
      Il R. Commissario (omissis) ha resi esecutivi i seguenti prezzi di vendita al minuto del latte in tutto il territorio del Comune di Torino, a decorrere dal 1° giugno 1920: Latte intero venduto in negozio al litro L. 0,95; latte intero portato in abitazioni private al litro L. 1.”””

      Nota - E' il risultato di una guerra vinta.

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      da La Stampa del 2 Giugno 1920

“””Responsabilità politiche nelle losche malversazioni a danno delle terre liberate – La rimozione del questore Mori per il colpo governativo sui dalmati – L’”ultimatum” dei postelegrafonici.

      Secondo l’on. La Pegna, gli scandali delle terre liberate assumono sempre proporzioni più vaste e deplorevoli. Le responsabilità nella losca faccenda si fanno risalire a funzionari posti sempre più in alto della scala della burocrazia e toccano indirettamente personalità politiche in vista. Il Consiglio ha quindi deciso un ristretto movimento di prefetti, che è appunto in relazione con queste malversazioni e con i recenti sanguinosi fatti di Roma. Il questore di Roma, Comm. Mori, andrà prefetto in una sede secondaria.”””

      Nota – Detto così, sembra che il questore Mori sia stato punito; invece è il contrario. Da questore, diventa prefetto, in sede ancora da stabilire, purché se ne vada. Siccome era un tipo serio e correttisimo e non guardava in faccia nessuno, si creò dei nemici in alto loco, che ricorsero al vecchio trucco del promoveatur ut amoveatur (si promuova purché se ne vada, cioè, non disturbi i nostri traffici). E’ quel Mori che, qualche anno dopo, Mussolini mandò in Sicilia per eliminare la mafia, ma i potenti locali, come prevedibile, furono più forti dello Stato ed il Mori fu trasferito.

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      Da La Stampa del 5 Giugno 1920

“””Il decreto-legge pel rincaro del pane e della pasta

      Con decreto proposto dall’on. Soleri, il prezzo del pane è elevato a,lire una e cinquanta il chilogramma e quello della pasta a lire due e trenta al chilogramma.”””

      Nota – I politici si dilaniavano tra di loro per procacciarsi voti e la popolazione, due anni dopo la fine di una guerra vinta, era vittima delle agitazioni dell’estrema destra e dell’estrema sinistra, che impedivano una corretta amministrazione.

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      Da La Stampa dell’8 Giugno 1920

Fino in fondo

      “””Gli scandali dilagano. Da ogni canto della penisola sorgono accuse e proteste. Forniture accaparrate dalla Stato a prezzi favolosi e mai eseguite, ma pretesto e mezzo per liquidazioni fantastiche; milioni che si nascondono per sottrarli alle tasse; magazzini manonessi ove le merci si accumulavano a monti; montagne di merci lasciate andare a male nella penuria generale; panni, vesti, utensili sottratti alla miseria di chi aveva tutto perduto. Milioni d’Italiani soffrivano, combattevano, morivano; pochi vampiri succhiavano sangue, un gruppo di trafficanti faceva mercato di ogni cosa. Fornitori senza merci da fornire, industriali improvvisati, mediatori sbucati dall’ignoto, commercianti ladri ed alti burocrati, all’ombra dello Stato e di politicastri insipienti fraternamente congiunti in ogni immondezza di traffico. Un solo Dio: il biglietto da mille. Un solo pensiero: intascare.

      Oggi lo Stato sconta. Le casse emunte, il disordine nei servizi, l’anarchia in alto e in basso. Ma, dopo il pericolo corso durante la guerra, un pericolo anche maggiore. Il pericolo che un’onda di sdegno, sollevatasi come tempesta dall’anima popolare, lo travolga e lo sommerga. E con il travolgimento e la sommersione dello Stato, quella di tutti.”””

      Nota – Penso all’attuale battaglia contro il coronavirus, come ai passati terremoti: che differenza c’è? Siamo seri: perché il ponte di Genova si costruisce in un anno e la Salerno-Reggio Calabria, dopo quarant’anni, non finisce mai? Come finì nel 1920? Che si fece strada l’uomo dai pieni poteri, che mise tutti in riga e zitti. Siamo certi che, adesso, non ci sia qualcuno che ci provi?

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      Da La Stampa del 24 Giugno 1920

“””Nuovi episodi di violenza teppistica a Milano – Un brigadiere dei carabinieri brutalmente massacrato – Incidenti e conflitti provocati dagli anarchici – Morti, feriti e arresti – Il sindaco socialista Caldara deplora i luttuosi fatti”””.

      Nota – Basta il titolo del lungo articolo per illustrare la situazione, che non è di Milano, ma di tutta l’Italia del Centro-Nord (al Sud molto meno). Visto come si comportano i suoi colleghi di partito, il sindaco “deplora”, ma si guarda bene dal dimettersi.

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      Sempre nello stesso numero di La Stampa, appare una notizia migliorativa:

      “””Con sua ordinanza, il Commissario generale per gli approvvigionamenti, on. Soleri, ha abrogato il divieto del consumo della carne nei giorni di giovedì e venerdì. Sono state anche autorizzate le autorità comunali a concedere macellazioni straordinarie in attesa dell’aumento del contingentamento stabilito per il prossimo bimestre.”””

      Nota – Fra lotte politiche di tutti i tipi, ecco com’era ridotta l’Italia. E si era in tempo di pace!

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      Da La Stampa del 27 Giugno 1920

“””Moti anarchismi ad Ancona aggravati dalla ribellione di un reparto di bersaglieri – Deplorevoli effetti della propaganda malatestiana – L’equivoco della partenza per l’Albania – Il colonnello dell11° bersaglieri riesce a dominare i ribelli – Conflitti in città – Morti e feriti – La calma va lentamente ristabilendosi.

      La caserma dei bersaglieri era stata isolata e circondata, mentre in città si svolgevano alcuni incidenti fra operai e ufficiali; alcuni di questi ultimi sono stati disarmati.

      Alla Camera del Lavoro fu votato un ordine del giorno di solidarietà coi bersaglieri rivoltosi. Si voleva dare alla manifestazione un carattere di ostilità alla spedizione in Albania, invece la causa dell’ammutinamento è proprio un disegno rivoluzionario che ha preso per pretesto la partenza delle truppe per l’Albania, la quale partenza in realtà non doveva aver luogo. L’errata notizia deriva dall’imprudente propaganda che il Partito socialista viene svolgendo in questi giorni in proposito. La seconda causa è l’oscura campagna, di cui si sono già avuti sintomi altrove, che prende nome di anarchismo, ma che in realtà pare sia provocata e sovvenzionata da denaro straniero.

      Tuttavia la situazione in città rimane sempre grave, perché nei rioni più popolati da anarchici continuano sporadici scontri tra rivoltosi e forza pubblica. Si sa che vi sono due morti, entrambi della forza pubblica.”””

      Nota – Il partito socialista comprendeva anarchici e comunisti; l’on. Malatesta era il massimo esponente di questi ultimi. E’ naturale che i cittadini volessero l’ordine e la sicurezza, cose che due anni dopo arrivarono. Col manganello.

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      Da La Stampa del 30 Giugno 1920

“””Un grave conflitto a Terni 4 morti e 19 feriti.

      Un grave conflitto è avvenuto ieri sera. Vi sono quattro morti e numerosi feriti. (omissis). Prese per primo la parola Giovannetti della Sindacale, il quale comunicò alla massa la decisione del partito socialista e della Confederazione del lavoro in merito alla sospensione dello sciopero. Si levarono a questo annuncio vivaci proteste da parte degli anarchici, i quali affermarono che il movimento rivoluzionario deve proseguire ad oltranza. Parlò quindi l’on. Farini, vivamente applaudito, il quale iniziò il suo dire spiegando le ragioni per cui il Partito socialista e la Confederazione del lavoro hanno ordinato di sospendere momentaneamente lo sciopero proclamato solo in alcune città della Romagna. “Noi scenderemo in piazza – disse – se il governo insisterà nell’avventura albanese o adotterà misure punitive per i ribelli di Ancona”. A questo punto gli anarchici urlarono. L’oratore disse: “ Voi non volete la rivoluzione, volete la distruzione.””””

      Nota – Non aggiungo altro, perché successe il finimondo. Dalle tasche uscirono delle armi che spararono e ci furono morti e feriti, a quanto pare in nome della libertà.

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