bella 158

ACCADEVA 100 ANNI FA... (Settembre 2020)

      Da LA STAMPA del 3 Settmbre 1920

"""""Macellaio ucciso e derubato di 40 mila lire

      """L’altra notte alcuni carrettieri, i quali percorrevano lo stradale che conduce a La Loggia, trovarono, abbandonato sul suolo, uno sconosciuto col capo squarciato da una ferita d’arma da fuoco, da cui era uscita una parte di polpa cerebrale. Respirava ancora. Presso di lui era abbandonata una rivoltella carica a tre colpi.
      I carrettieri si affrettarono a recare la notizia del fatto ai Carabinieri di Moncalieri, i quali si recarono immediatamente nella località. Cura dei militi fu quella di trasportare il misero nell’ospedale di Moncalieri, ma ogni cura fu vana. Verso le 5, il disgraziato spirò.
      Il colpo di rivoltella che lo uccise certamente gli fu sparato quasi a bruciapelo. Dalle prime indagini, risultò che la rivoltella trovata accanto al moribondo non era stata l’arma che lo aveva colpito. Essa era stata depositata vicino per simulare un suicidio.
      Il morto fu identificato più tardi per Luigi Gola, di anni 23, macellaio. Egli era partito da casa in bicicletta per recarsi ad acquistare dei bovini e a tale uopo aveva preso con sé quaranta mila lire in danaro. Nella tema di essere derubato le aveva nascoste nelle calze. I malandrini sapevano certamente che il macellaio teneva nascosto il denaro perché lo ricercarono ovunque. Infatti il poveretto venne trovato a mezzo svestito.”””

      Commento - Nessuno. Dal 1919 al 1923 ci furono disordini tali che portarono ad una dittatura.

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      Da LA STAMPA del 3 Settembre 1920

“Conflitto a colpi d’arma fra carabinieri e grassatori a Chivasso.

      L’altra notte, il maresciallo comandante la stazione di Casalborgone era uscito per compiere un giro di perlustrazione. Ad un certo punto si incontrarono in un carro proveniente da Chivasso e diretto a Cavagnolo. Era condotto dal proprietario G. G., di anni 42, e poiché avrebbe dovuto percorrere il tratto ove più sovente venivano compiute aggressioni, il maresciallo salì sul carro stesso coi suoi militi.
      Giunto che fu sullo stradale in regione Caserma, apparirono improvvisamente tre individui i quali tenendo ciascuno una rivoltella puntata verso il carrettiere gli intimarono di fermarsi. Immediatamente i carabinieri balzarono a terra per affrontarli ma, nell’attimo necessario ad essi per eseguire la manovra, i tre malfattori ebbero il tempo di sparare ciascuno un colpo di rivoltella e poscia di ripararsi sul bosco alto sul margine della strada. I carabinieri naturalmente li inseguirono sparando a loro volta cinque colpi di moschetto ma, per quanto abbiano frugato fra gli arbusti, non riuscirono a trovare le traccie dei fuggenti. Furono riscontrate alcuna macchie di sangue denotanti almeno un ferito. Ritornati al carro, trovarono il carrettiere dolorante, ferito non gravemente al piede da un colpo di rivoltella dei malfattori.”””

      Commento - Nessuno; vale quello di prima.

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      Da LA STAMPA del 3 Settembre 1920

“Gli stabilimenti torinesi sotto il “regime” operaio

      L’incidente di notevole gravità a cui abbiamo accennato è avvenuto la notte scorsa verso le tre.
      In quell’ora gli operai di guardia allo stabilimento Fiat-Lingotto udirono replicati colpi contro lo steccato di cinta. Messi sul “chi va là”, stettero in ascolto ed alcuni minuti dopo alcune assi divelte caddero al suolo e per la breccia penetrarono nel cortile alcuni uomini, mentre sulla strada gli operai vedevano contemporaneamente profilarsi un nucleo di guardie regie. Gli sconosciuti, entrati nel recinto, furono accolti da una scarica di colpi di rivoltella e per difendersi si ripararono in un fossato scavato a pochi passi dall’assito di cinta.
      Dopo pochi minuti, ai primi colpi altri ne seguirono, fitti fitti, ed anche una bomba a mano fu lanciata dal primo piano del fabbricato e scoppiò a pochi passi dalla trincea improvvisata, coprendo gli uomini di terriccio. Coloro che avevano tentato di introdursi nel recinto, attraverso lo steccato, erano semplicemente funzionari di pubblica sicurezza e agenti investigativi, con una scorta di guardie regie giunte nel cuor della notte nella località.
      Compresa l’impossibilità di mantenere la posizione senza far uso delle armi, i funzionari preferirono ritirarsi insieme alle guardie e, rimontati sui “camions” che avevano lasciato poco lontano, ritornarono alla Questura centrale.
      Abbiamo potuto apprendere il motivo di questa spedizione notturna della polizia, spedizione motivata da ragioni di indiscutibile importanza. L’autorità era venuta a cognizione che nello stabilimento ancora in costruzione, Fiat-Lingotto, si trovavano collocate in un dato magazzeno, nove mitragliatrici, rimanenza di ordinazioni eseguite dalla Fiat stessa durante il periodo bellico.”

      Nota – Tralascio la lunga descrizione del difficile modo in cui dette armi, complete di molte munizioni, furono sottratte alla disponibilità degli occupanti lo stabilimento.

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     Da LA STAMPA del 13 Settembre 1920

“Un grave fatto alla “Capamianto”: due operai uccisi da un ingegnere

     Gli stabilimenti seminati nella vasta zona (tutti occupati da due settimane) erano come al solito guardati a vista dalle guardie rosse. Su una torretta delle officine Frejius erano visibili le vedette – mentalità guerresca che ancora sorride – in abiti militari ma con la fascia rossa al braccio.”
     (Conviene una sintesi. Gli operai della Debenedetti erano gli unici a non scioperare, perché avevano sempre avuto un trattamento superiore alla media. L’ing. Debenedetti stava rincasando, quando fu minacciato con urla e colpi di arma da fuoco. Rispose e riuscì a rincasare. Non solo, ma corse – era mezzanotte ad avvertire i carabinieri del timore di un assalto.
     “L’ing. Debenedetti faceva allora ritorno a casa sua. Aveva noleggiata una vettura pubblica e la località era oscura e silenziosa. La vettura stava per fermarsi davanti al portone quando da un terrazzo della capamianto partirono alcuni colpi di arma da fuoco. L’ingegnere balzò al suolo. Quasi contemporaneamente alcune ombre si profilavano sul prato e partivano altri colpi. L’aggredito cercò una via di scampo verso altra parte, ma anche di là gente accovacciata sorse in piedi a sparargli contro. Estratta la rivoltella, incominciò anch’egli a sparare. Furono minuti angosciosi; furono sparati oltre cinquanta colpi.”
     Altra sintesi. Il Debenedetti scappò a ritroso fino alla Stazione dei carabinieri, che, con una scorta, lo asccompagnò a casa.
     “La mattina seguente, il capo.reparto della Debenedetti che mangiava in officina, da una finestra venne fatto segno ad un colpo di rivoltella, partito da un gruppo di individui che stavano sul balcone della Capamianto. La palla sfiorò il malcapitato, che fece appena in tempo a ritirarsi, gettando l’allarme perché altri colpi rintronarono. In quel momento, il fratello del Debenedetti era uscito dalla fabbrica e veniva fatto segno a colpi d’arma da fuoco partiti. L’ing. Francesco allarmato corse ad un finestrino che guardava lo stabilimento dirimpetto e s’era appena affacciato dietro un vetro che una palla infrangeva il vetro stesso. Lo stesso gruppo aveva fatto fuoco contro di lui, che sentì la palla sfiorarlo. Aveva un fucile modello m e lo puntò sul gruppo, rispondendo al fuoco per due volte: due colpi, due caduti. Ambedue (sul balcone di fronte) erano stati colpiti alla testa e giacevano orrendamente sfigurati.” (Omissis)
     Ai carabinieri sopraggiunti “i presenti esclusero subito che il morto fosse un operaio dello stabilimento (Capamianto) e si arguì doversi trattare di una di quelle “guardie rosse” che nella giornata precedente avevano invaso la fabbrica.”
     Venne identificato per T. G. di Barletta, abitante aTorino, calzolaio di 36 anni.
     Anche l’altro morto all’ospedale venne identificato: era V. R. da Bruxelles, ufficialmente calzolaio di 30 anni.

     Commento - Bisognerebbe studiare di più la storia, per capire come si evolvono le situazioni. Quanti italiani, oggi viventi, sanno come fu abolita la democrazia e giunse Mussolini? Si cominciò con le proteste, poi con gli scioperi normali, poi con le intimidazioni, poi con le occupazioni forzate in nome della libertà, poi con lo sparare a chiunque fosse padrone di qualcosa (imitando i soviet in Russia), poi coll'ammazzare il carabiniere che osasse sparare a chi gli sparava o a chi non si fosse fermato all'alt. Così giunge la "primavera di bellezza".

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      Da LA STAMPA del 20 Settembre 1920

“Un meccanico ucciso in conflitto a Milano – Disordini a Brescia – La situazione nella nostra città: una notte turbolenta; rivoltellate e fucilate al ponte delle Benne; un ufficiale fermato”.

      Commento - Non è necessario.

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     Da LA STAMPA del 20 Settembre 1920

“Dal nostro inviato a Monaco di Baviera

      Qui è la xenofobia eretta protezionismo economico-finanziario, legalizzata da Governi provinciali, appoggiata e corroborata dalla pubbliche amministrazioni. Non esiste forse, alle porte di Basilea (nota: città svizzera) una stazione Badese (nota: la prima stazione tedesca) dove il biglietto per Berlino vien fatto pagare in franchi svizzeri al tasso di prima della guerra, ossia un numero di marchi quattro volte superiore a quello fissato dalla tariffa chilometrica?
      (omissis) Gli unionisti di Vienna sono socialisti e guardano a Berlino (nota: vogliono unire l’Austria alla Germania); gli unionisti di Monaco sono conservatori e cattolici e non guardano che a Monaco (nota: vorrebbero la Baviera indipendente dalla Germania).”

      Commento - Quando un governo è debole e senza accordi fra i partiti, sorge sempre l'uomo forte (sia Hitler o Mussolini o Stalin o Tito, ad esempio) che affascina il popolino colle promesse mirabolanti, con le spacconate toccasana a base di slogans e pugni sul tavolo, condite da parole tipo "per il popolo", giustizia, onestà, lavoro, progresso, assistenza, benessere, "prima noi"; tutte belle e tonanti parole che sanno bene che non potranno o non sapranno attuarle. C'è qualche analogia col tempo odierno?

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      Da LA STAMPA del 24 Settembre 1920

“Aggressioni isolate – Due guardie regie uccise a rivoltellate – Due morti rinvenuti nei pressi della via di Circonvallazione – Un giovane tornitore ucciso – Allarmi e rivoltellate nella notte – Un nazionalista e una guardia carceraria uccisi alla barriera di Milano”

      Commento - Perché fare manifestazioni di piazza, quando si fa prima ad ammazzare i poliziotti?

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