bella 173

ACCADEVA 100 ANNI FA (Febbraio 2022)

      Da una notizia di cronaca del 23 Febbraio 1922

L’aeronave “Roma” s’incendia e precipita

      Il Dirigibile Roma fu assemblato tra il 1919 e il 920 nello Stabilimento Costruzioni Aeronautiche (a Roma) e volò per la prima volta su Roma città il 19 Marzo 1920. Era spinto da 6 motori Ansaldo e dotato di un’ampia cabina passeggeri.
      La velocità di crociera era di 90 km all’ora e destò l’interesse dell’Esercito degli Stati Uniti, che lo acquistarono pagandolo 165.000 dollari. Fu smontato e trasportato su nave a New York. Il primo volo con insegne americane avvenne a Langley in Virginia. Era gonfiato con 33.000 metri cubi di idrogeno.
      Gli Americani non si accontentarono delle sue prestazioni, ritenendo i motori italiani poco potenti. Li sostituirono con motori americani più potenti, in modo da raggiungere la velocità di 128 km. all’ora.
      La scelta dei nuovi motori si rivelò un errore fatale. Il 22 Febbraio 1922, il Roma si alzò dalla base di Langley con a bordo 45 passeggeri. In quota, raggiunse e superò la velocità di 90 km. all’ora, ma la prua del dirigibile cedette improvvisamente per l’affaticamento causato dai motori troppo potenti.
      Il dirigibile, ormai ingovernabile, perse rapidamente quota e tentò di atterrare in aperta campagna. L'perazione era quasi riuscita quando, a pochi metri da terra, andò a sbattere contro i cavi di una linea elettrica ad alta tensione. Riempito di idrogeno, il dirigibile s’incendiò precipitando a terra. Era quasi a terra e si salvarono in 11, molto ustionati, ma sopravvissero. Il numero dei morti fu di 39, perché a bordo, oltre ai 45 passeggeri, c’erano anche 5 membri d’equipaggio.
      Tale tragedia non scalfì l’utilità del mezzo, purché con motori appropriati, ma produsse l’abbandono dell’idrogeno, sostituito dall’elio, non infiammabile.
      Nota – Diffidarono della capacità motoristica italiana e, purtroppo, furono puniti.

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      Da La Stampa del 2 Febbraio 1922

“””La cessione ai Comuni delle scorte di grano dello Stato

      Il ministro delle Finanze, on. Soleri, ha emanato il seguente decreto:
      Art. 1 – A decorrere dal 15 febbraio 1922 lo scorte di grano attualmente possedute dallo Stato saranno cedute ai Comuni per il tramite di Consorzi Agrari, in liquidazione al prezzo determinato a norma dell’art. seguente. Qualora sia richiesto dalla necessità di regolare la distribuzione in relazione al fabbisogno del consumo, saranno fatte cessioni di grano anche alle cooperative e ai molini al detto prezzo.
      Art. 2 – Il prezzo di vendita è fissato periodicamente dal ministro delle Finanze, sentita una Commissione nominata dal ministro stesso.”””
      Nota – La guerra è finita da oltre tre anni, ma la nuova guerra scatenatasi tra fascisti e comunisti continua a rendere difficile la situazione economica e il governo deve vendere la riserva di grano che sempre teneva in serbo per casi di calamità. Evidentemente, fu calamità l’azzannarsi di due bestie feroci (fascismo e comunismo) che, per prevalere, seminavano terrore ammazzandosi reciprocamente.

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      Da La Stampa del 1° Febbraio 1922

      “””Il consigliere comunale Carlo Gazzera davanti ai giurati (Corte d'Assise di Torino)

      Ieri il comunista Carlo Gazzera, è comparso davanti ai giurati. Gazzera, dopo il suo arresto, fu candidato del suo partito nelle elezioni politiche e in quelle amministrative. Riuscì eletto solo in queste ultime. Naturalmente, non ha mai potuto prendere parte ad lavori del Consiglio Comunale, perché fu arrestato durante l'occupazione dalle fabbriche sotto la duplice imputazione di mancato omicidio e di eccitamento alla guerra civile, al saccheggio, alla rivoluzione". (omissis)
      il Gazzera aveva preso appunti sulla difesa delle fabbriche e sull'organizzazione delle guardie rosse. L'opera di offesa e di difesa degli stabilimenti occupati era sapientemente organizzata con perfetta imitazione degli ordinamenti militari: preordinato l'attacco alla forza pubblica, e preparato il conflitto tra gli operai occupanti e la classe borghese. Il Gazzera, secondo l'accusa, era una delle personalità più in vista di questi organizzatori e ad essa particolarmente indicato per la sua competenza tecnica di ex-ufficiale di complemento in fanteria, quale egli stesso ebbe a dichiararsi, oltreché per il prestigio che godeva fra le masse. Suscitare la guerra civile era lo scopo che l'imputato si prefiggeva di raggiungere colla sua attività: indurre una parte della popolazione ad impugnare le armi contro la classe agraria e contro la forza pubblica.”””
      Nota – Il testo da cui ho copiato era quasi illeggibile, perciò mi scuso degli errori e delle omissioni involontarie. In sostanza, però, è bene che i giovani d’oggi – che gridano libertà libertà e minacciano chi difende la vera libertà – conoscano a quali risultati porta l’azione di liberare il mondo, essendo analfabeti in materie determinanti, quali la storia, l’economia, la scienza delle finanze e la conoscenza dell’animo umano. Conoscono le vicende umane degli ultimi millenni ed il pensiero maturato in tale lungo periodo? Solo così potrebbero conoscere il concetto di libertà e soprattutto quello di verità.

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      Da La Stampa del 28 Febbraio 1922

""“La questione del pane al Consiglio Comunale

      Il Sindaco avverte che è stata in questi giorni presentata la seguente interpellanza : « I sottoscritti interpellano il signor Sindaco per conoscere l'operato e gli intendimenti della Giunta in merito alla grave questione del prezzo del pane».
      I punti sui quali i socialisti impegnano la discussione e che VELA espone sono questi: i prezzi di calmiere fissati dalla Giunta municipale in seguito al decreto prefettizio 11 febbraio 1922 (L. 1,40 per il pane popolare, L. 1,75 per il pane di forma media e L. 2,10 per il pane di lusso) devono essere conservati malgrado l'aumento di lire 3 al quintale sul prezzo di cessione delle farine, perché detti prezzi sono anche colle farine a L. 119 al quintale largamente rimunerativi”"".(omissis)
""“Al più presto si dovrebbe procedere alla revisione del dato di panificazione, come base per le ulteriori conseguenti riduzioni nei prezzi. Alla revisione del dato di panificazione dovrebbero partecipare delegati degli Organismi operai e cooperativi in rappresentanza dei consumatori, ed i rappresentanti del Sindacato panettieri, in vista dell'importanza che il coefficiente mano d'opera ha nel problema”"".
      Tralascio la lunga disputa ed il risultato finale.
      Nota – I concetti che emergono dalla richiesta sono due:
      1) La farina è aumentata di prezzo? Peggio per i panettieri; il prezzo non solo deve rimanere costante, ma financo diminuire.
      2) Alla riunione per decidere devono partecipare non le autorità preposte e nemmeno la Camera di Commercio, ma i Sindacati, compresi quelli dei garzoni dei panettieri perché sono importanti. Cosa che nessuno mette in dubbio, ma che cosa c’entrano con una trattativa commerciale fra mugnai e panettieri (calmierati) basata su dati esclusivamente contabili? Già allora era nato il vizio di certe organizzazioni di far capire: “Noi rappresentiamo il mondo!”.

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