(sonoro) bella 177

ACCADDE... OGGI (Giugno 2022)

      Ho spulciato alcini brani di notizie del Giugno di cent'anni fa, il che mi ha aiutato a chiarire il sottofondo di certi avvenimenti del tampo e di confrontarli cogli attuali.

Da La Stampa del 2 Giugno 1922

”””””La situazione a Bologna – Intervento dell’autorità militare - Ufficiali della guardia regia bastonati - Incidenti, devastazioni e ferimenti in Provincia

      Stamane la città presentava lo stesso aspetto caratteristico delle precedenti ore convulsive. Durante la notte non è stato segnalato alcun incidente. Notevole soltanto il tentativo di incendio avvenuto verso le 2,80 dell'edicola di giornali in via dei Musei. Le truppe, dislocate nei vari punti della città, unitamente alle guardie regie ed ai carabinieri, sono state mantenute ai loro posti di concentramento pronte ad ogni evenienza. Appena fatto giorno, un vero pellegrinaggio si è avuto alla (omissis). Molti cittadini si sono recati a vedere gli avanzi della Cooperativa La Sociale, distrutta dai fascisti con bombe incendiarie. E’ continuato pure lo sciopero nelle scuole medie. Gli istituti erano presidiati dalle regie guardie. Una prima dimostrazione di fascisti contro la prefettura ha avuto luogo a mezzogiorno, senza incidenti. I fascisti si sono limitati a emettere urli e grida ostili sotto il Palazzo della Prefettura. Lo stesso è avvenuto alle 10. Per le 15 tutti i negozi della città si sono chiusi ed i commercianti e gli esercenti si sono riuniti al Palazzo della Borsa, ove ha avuto luogo un comizio. Hanno presentato un ordine del giorno col quale la Lega commercianti ed esercenti domanda l'immediato allontanamento da Bologna del prefetto Mori e dichiara di tenersi a disposizione del comitato di azione fascista nell’azione che esso riterrà opportuno svolgere, compresa la serrata. Dopo un comizio in piazza Vittorio Emanuele, i fascisti hanno bastonato due ufficiali dello guardie regie, il capitano Capograsso Ottavio e il tenente Cippolla Giuseppe.
      Dalla provincia ò giunta qualche notizia di sporadici tentativi di violenza. A Granarolo furono bastonate due persone che si trovavano nei locali del Circolo operaio. A San Vitale di Reno è stata lanciata una bomba in casa di un comunista ed un'altra in casa di altro leninista che abita poco lontano. Qualche lieve danno ai fabbricati, ma nessuna vittima. Nella stessa località è stato incendiato il circolo « Nuovi amici » annesso alla cooperativa. A poca distanza è stata interrotta la linea telefonica e sono state lanciate due bombe che sono esplose con grande fragore contro il deposito di macellerie agricole, ma i lanciatori ignoti non sono riusciti nel loro intento, che era evidentemente quello di appiccare il fuoco al deposito, perché due carabinieri di guardia hanno sparato una diecina di colpi di moschetto, mettendo in fuga gli incendiari. Da Borgo Panigale è stato trasportato all'ospedale di Bologna il medico condotto del luogo, dott. Roberto Neri, che aveva riportato ferite piuttosto gravi in seguito a bastonate avute dai fascisti. A Pian di Màcina vicino a Pianoro, è stato dato l'assalto alla cooperativa che è stata devastata. Si ignora l'entità dei danni. A Sasso alcuni fascisti, hanno tentato di incendiare la Cooperativa colonica e sono poi state lanciate bombe contro il deposito delle macchine trebbiatrici. A Calcare dai fascisti è stata occupata quella casa colonica. Anche a Fazzano i locali della Casa del popolo sono stati occupati. Il segretario generale del partito fascista Michele Bianchi, ha diramato l'ordine di mobilitazione alle forze fasciste delle Provincie di Ferrara e di Modena.”””””

      Commento – Che noia sempre le stesse cose! Eppure, il popolo italiano era costretto a vivere mentre due fazioni, entrambe con fini dittatoriali, si sbranavano a vicenda coinvolgendo, anche dal punto di vista dell’economia familiare, milioni di italiani che non ne potevano più. E, due anni più tardi, alla fine, credettero di scegliere il male minore. Forse era così.

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Da La Stampa del 3 Giugno 1922

Duplice mancato omicidio durante l'occupazione delle fabbriche

      """""Bertero e Giecco sono imputati di avere, con altri rimasti sconosciuti, tentato di uccidere due guardie regie. (omissis).
      Poiché i due imputati sono in vivissimo contrasto fra di loro con le rispettive versioni, e durante l'istruttoria, in un confronto davanti al giudice istruttore già vennero alle mani, vengono tenuti separati, nel gabbione.(omissis).
      Giecco è il primo interrogato, che si decide a fare alcune dichiarazioni. Racconta quindi come nella sera in cui avvenne il fatto egli si trovasse verso le 23 sotto l'atrio d'ingresso dello stabilimento — Acciaierie Fiat — dove era guardia rossa, quando arrivarono dal di fuori due operai a lui sconosciuti i quali riferirono che in un'osteria poco distante vi fossero due guardie regie che percuotevano un borghese, e che bisognava « andare a farci qualche cosa ». (omissis).
      Disse Sì, proprio così: bisognava andare a farci qualche cosa. lo ero senz'armi. Uno dei due sopraggiunti mi diede una rivoltella. Strada facendo incontrammo un altro operaio che si unì a noi e disse che era della « Beccaria ». Noi due delle Acciaierie avevamo le rivoltelle, gli altri tre avevano bombe a mano. Bertero ci spiegò come doveva avvenire l'attacco all'osteria. Noi avremmo bussato qualificandoci per guardie regie e saremmo entrati, ed aggiunse: «Quando sparerò io, sparerete anche voialtri». Cosi avvenne. Giunti sul posto e dopo aver bussato, vedemmo sul portone della casa apparire due guardie regie. Sparammo vari colpi ed anche una bomba. Quindi ci demmo alla fuga. Rientrammo alle Acciaierie Fiat ove ricevemmo molti elogi. Ma eravamo incerti se avevamo colpito le guardie o no.(omissis).
      Il Presidente dice: ma avete tentato d'impedire alla Croce Verde di andare a prender il ferito. L’imputato risponse: Io no. Degli altri non saprei. Fu fermata solo per chiedere informazioni su dove stesse andando.(omissis)."""""

      Commento - Salto tutto il resto, perché basta quanto sopra, senza attendere il giudizio. Gli imputati si accusavano tra di loro, perché ognuno dichiarava di essere più comunista dell’altro.
      Noi, oggi, ci lamentiamo, ma quella era una parte dell’Italia che diceva di amare la libertà. La libertà del popolo, quella per cui ognuno è veramente libero di fare quello che vuole, portandosi dietro bombe e pistole. E usandole, soprattutto. Comprendiamo, ora, perché la gente non ne potesse più ed aspettasse “la provvidenza” che mettesse ordine. Purtroppo l’uomo della provvidenza arrivò e mise ordine. Fin troppo.

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Da La Stampa del 4 Giugno 1922

””””Conferenza di Genova e politica estera alla Camera - I socialisti: disarmo, liberismo, riconoscimento dei Sovieti, uscir dalla Intesa - 1 popolari: lo spirito di Versailles impallidisce

      Il socialista MAFFI ha parlato a lungo stamane svolgendo questo ordine del giorno originale: La Camera afferma il dovere pregiudiziale della scuola: non nuocere al fanciullo». Tra l'altro dice: « Il solo mezzo formativo dell'alunno deve essere il tentativo che la scuola si assomigli il più possibile alla vita. Certo essa deve avere tutti i necessari requisiti igienici. Ma sotto questo punto di vista il Paese non è in prima linea né può esservi portato per solo effetto di ordinamenti burocratici. Oggettivazione, lavoro e vita collettiva devono essere le basi di una scuola veramente degna di questo nome. Dev'essere all'aperto, ed informa che la Russia ha cercato di porsi su questa via (interruzioni a destra, commenti). In Russia il fanciullo è posto all'aria aperta ed affidato a maestri che gli danno una cultura naturalistica, sviluppandone lo spirito di osservazione e cercando di promuoverne tutte le attività. Ora una tale scuola non può darla l’attuale società borghese, ma qualche cosa certo potrebbe farsi anche per migliorare le scuote attuali, e questo sarebbe dovere del Governo.
      Della scuola secondaria dice che essa non prepara lavoratori, ma prepara spostati, (interruzioni). La cultura umanistica deve essere integrata da elementi naturalistici e da conoscenza delle lingue parlate, le quali però devono essere insegnate non col metodo grammaticale, ma col metodo dei maestri stranieri, promuovendo lo scambio di insegnanti tra le nostre scuole e quelle degli altri paesi. Per le Università poi occorre sopratutto svecchiarle abbassando i limiti di età. Conclude, riaffermando che il problema della scuola è un problema fondamentalmente politico ed egli sopratutto a scopo di propaganda ha voluto esporlo perché da esso le menti delle masse sono ancora assai lontane.”””””

      Commento – Colpiscono alcuni punti:
      1) Liberismo? Che cosa intende? La stretta alleanza, anche rivoluzionaria, coi recenti comunisti non fa pensare certamente ad un liberismo economico. Perciò pare un concetto vago.
      2) Riconoscimento dei Sovieti. Questo è chiaro: riconoscere la rivoluzione bolscevica sta bene; un po’ meno bene la subentrante dittatura e la crudele fisica soppressione dei non consenzienti.
      3) Fuori dall’Intesa, cioè, niente alleanza con altri stati (che non siano Sovieti?); niente barlume di piccola unità europea. L’idea è una e non deve essere contagiata.
      4) La scuola deve condurre alla vita collettiva, principio dell’annullamento della personalità e del pensiero personale.
      5) La scuola deve essere all’aperto, come nella Russia bolscevica, senza troppi indottrinamenti non governativi.
      6) Cultura naturalistica, cioè, conoscenza solo di ciò che è, niente storia e tantomeno filosofia. Precisa che in Italia “una tale scuola non può darla l’attuale società borghese”.
      7) Per la scuola secondaria, precisa che “la cultura umanistica deve essere integrata da elementi naturalistici”, perché la conoscenza degli eventi storici e dei pensieri del passato “non prepara lavoratori, ma prepara spostati”.
      8) Ed ultimo. La scuola non è problema di preparazione culturale degli individui, ma “il problema della scuola è un problema fondamentalmente politico” e da questo concetto “ le menti delle masse sono ancora assai lontane”.
      La libertà di pensiero e di parola, di cui attualmente ancora godiamo, permette ad una parte di noi di approvare gli otto punti citati e ad un’altra parte di dissentirne.

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Da La Stampa del 5 Giugno 1922

“””””IL monumento alle vittime del campo di concentrazione di Matthausen

      In Matthausen è stato scoperto ieri un grandioso monumento di marmo dedicato ai militari serbi ed italiani morti in prigionia. Come è noto, il campo di Matthausen, nei dintorni di Linz, era un importantissimo punto di concentramento di prigionieri; vi morirono circa duemila italiani e tremila serbi. L’Ufficio di ricerca dei prigionieri, diretto dal tenente colonnello di Stato maggiore Franchini, regio addetto militare alla Legazione di Vienna, fece riordinare il cimitero del campo, dove si trovano, ora, decorosamente tenute e disposte le tombe. La cerimonia, organizzata con tatto ed intelligenza dal colonnello Franchini, riuscì solenne, commovente con intervento delle madri, dei parenti dei prigionieri morti, di ufficiali francesi, inglesi, serbi, con larga rappresentanza della Colonia italiana ed alla presenza di circa 10 mila austriaci abitanti in Matthausen. “””””

      Commento – Mi dispiace di non essere mai stato a Matthausen, ora detto Mauthausen, per vedere l’attuale condizione delle tombe italiane.
      Mi colpisce un po’ che ci fosse già allora l’abitudine dei prigionieri militari degli austro-tedeschi di morire con una certa facilità in prigionia. Solo in Russia la percentuale fu di molto superiore nel periodo 1942-1945. Ne fa fede la Divisione Cuneense, i cui prigionieri tornati a casa – parlo dei prigionieri, non dei morti in combattimento - si contano in poche centinaia, se non in poche decine.

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