(sonoro) bella 177

ACCADDE... 100 ANNI FA (Settembre 2022)

      Ho spulciato alcini brani di notizie del Settembre di cent'anni fa, il che mi ha aiutato a chiarire il sottofondo di certi avvenimenti del tempo e di confrontarli cogli attuali.

 

Da La Stampa del 1° Settembre 1922

”””””Il calmiere sul latte

      Il Sindaco notifica che la Giunta Municipale, vista la decisione presa dall’Unione Provinciale dei produttori latte, d’accordo colla Ditta Lang e Schultz e la Lega lattiprovinciali, di aumentare il prezzo del latte di lire 0,30 il litro, ben considerato che il prezzo attuale di lire 1,10 al litro può ritenersi non adeguato al ciclo di produzione ed alle spese per la rivendita, ed ha perciò deliberato la imposizione del seguente calmiere, da applicarsi in tutto il territorio del Comune di Torino, a decorrere dal 1° settembre 1922: latte intero venduto in negozio lire 1,25 al litro, latte intero venduto a domicilio del consumatore lire 1,50 con un aumento cioè di lire 0,15 sul prezzo attuale."""""

      Commento - Fa subito riscontro l'intervento dell'opposizione, come si vede sotto:

Un’interrogazione al Sindaco sull’aumento del prezzo del latte

      """""La notizia dell’aumento del prezzo del latte a cominciare da oggi ha provocato molti e assai vivi commenti, particolarmente nelle classi più modeste, le quali maggiormente risentono il nuovo aggravio. I consiglieri Bosca e Ramella hanno perciò presentato al sindaco una interrogazione sull’azione che l’Amministrazione comunale ha avviato e intende svolgere nei riguardi del nuovo e ingiustificato aumento del prezzo del latte, chiedendo risposta scritta."""""

      Commento – Sono passati quattro anni dalla fine della guerra e, come sempre, tutte le guerre portano danni ai vinti ed anche ai vincitori (com'era l'Italia). I commerci, specie di alimentari, avvenivano ancora col calmiere, che costringe produttori e fabbricanti a destreggiarsi per sopravvivere, senza pensare ad incrementare il lavoro. Il guaio è che la guerra internazionale era finita, ma era cominciata e continuava in crescendo quella interna fra fascisti e bolscevichi (ora detti comunisti).

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ALCOLISMO SORRIDENTE - Da La Stampa del 6 Settembre 1922

“””Claretta è ricomparsa in Tribunale fra i carabinieri, anche questa volta in causa del vino! G. Clara d'anni 26 è ora un cencio. Dopo alcuni anni di giovinezza fiorente e di eleganza, ricercata e corteggiata, è caduta giù, giù. Conserva ancora qualche vestigia di distinzione e parla, quando non è ubriaca, molto bene, in un italiano correttissimo.
      Vagava l'altro ieri in via G. Verdi, e passò accanto ad una elegante e graziosa signorina, Pierina P., la quale attendeva il tram. Claretta non si sa perché perse la testa. Non aveva mai vista e mai conosciuta Pierina, né fu in alcun modo da lei provocata. Le si avventò contro armata di una grossa chiave percuotendola con furia. Intervennero per fortuna sollecitamente un maresciallo, una regia guardia e un carabiniere di passaggio. Quella furia si avventò, mentre la signorina si recava all'ospedale, anche contro costoro. Dovette essere trascinata a braccia, alla vicina sezione di P. S, colle vesti a brandelli.
      E' comparsa ieri davanti ai giudici. Ora piangeva, ora rideva; ma ha parlato con calma ed ha confessato: — Non so ciò che ho fatto perché ero ubriaca. Ah, sempre, se no non sarei qui. E' la nevrastenia, signor Presidente.... L'imputata si caccia a ridere eppoi seria seria aggiunge: — Ma debbo deplorare i modi delle guardie. Non hanno mai modi urbani. Mi pigliano, mi afferrano sempre ruvidamente e mi fanno male. Mi stracciano i vestiti, mi vogliono forse portare in carcere nuda. Finirò, di questo passo, molto male. I testi presenti alla triste scena sono stati espliciti. Hanno deposto che sembrava o ubbiaca o pazza, forse era un po' dell'uno e un po' dell'altro. Il pubblico ride e Claretta, vergognosa, s'impazientisce: — Non è vero — grida. — Non voglio far ridere il pubblico. II Presidente interviene bonariamente: — Ma se è vero! Non potete ricordare dal momento che eravate ubriaca... Calmatevi, calmatevi.
      Il Pubblico Ministero nella sua breve requisitoria fu inspirato a mitezza, dato il caso degno di compassione. Chiese un mese e cinque giorni di reclusione, pena a cui il Tribunale accedette. Claretta. che prima era disperata, si calmò improvvisamente e fra i carabinieri ritornò disinvolta in carcere, che non è certamente il suo luogo di cura""".

      Commento – Il lettore si chiederà il perché di questo fatto. Semplicemente perché sono stufo di ammazzamenti fra rossi e neri, di assalti, rapine parapolitiche, eccetera. E’ un processo che mi ha fatto sorridere, per il buon comportamento di tutti e perché erano tutti soddisfatti, imputata compresa. Anche la Pierina finita in ospedale, che non sì costituì parte civile.

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      Da La Stampa del 14 Settembre 1922

COSE DI QUESTO MONDO

      In Italia si picchiano e si ammazzano fascisti e bolscevichi, ma in Europa succede di peggio. Ecco un articoletto sulla situazione, in cui colpisce l’intenzione della Russia di allargarsi sempre di più.

      """""Il silenzio di Mustafà Ataturk (nuovo presidente-dittatore della Turchia) si fa abbastanza preoccupante. Senza dubbio Mustafà, anziché manifestarsi uomo più occidentale degli alleati, mira soltanto a seminare la zizzania tra le Potenze, non vedendo altro sistema, oltre le baionette, per fare rispettare le sue pretese e continuare nel suo gioco. Si è amicato coi bolscevichi russi e si intravvede la lunga mano di Mosca mescolata nella pericolosissima vertenza. La chiave del problema orientale risiede in Russia, che vuole allargarsi sempre più, occupando il Mar Nero e gli Stretti dei Dardanelli. Intanto, i turchi spingono per occupare la Tracia, Atene diffida della mobilitazione jugoslava, la quale sarebbe destinata a difendersi dalla Bulgaria, che pare abbia intenzione di allargarsi a spese altrui. Allora? La Jugoslavia in armi contro i bulgari? La Ceco-Slovacchia in armi contro gli ungheresi? La Polonia contro i bolscevichi ucrainici? I bolscevichi ucrainici che vogliono attaccare la Romania? Ferro e fuoco su tutta la linea! Anche questo è possibile, purtroppo, mentre l’inviato della Chicago Tribune a Costantinopoli telegrafa: « I bulgari ed i serbi stanno ammassando più di trenta mila soldati lungo il confine greco. I serbi vogliono Salonicco ed i bulgari vogliono la Tracia».
      L’altro grande contendente occulto è, come spesso, la Gran Bretagna, ma tutta la stampa inglese, eccettuato l'organo laburista, sta frattanto serrando i ranghi intorno al punto di vista del Governo circa gli Stretti e la Tracia. Quasi tutti, in pratica, finiscono di schierarsi compatti, intorno alla bandiera del Governo inglese che le circostanze identificano, ad onta di tutto, colla necessità di riaffermare il prestigio britannico anche con le armi.”””

      Commento – Così andava il mondo, cent’anni fa, e così va, purtroppo, anche oggi. I grossi contendenti mondiali erano l’Inghilterra e la Russia. Gli Stati Uniti ci aiutarono a vincere la guerra (1915-1918) e poi se ne andarono. Non ebbero mai, in nessuna parte del mondo, rivendicazioni territoriali. Al contrario della Cina che, ultima potenza arrivata, cominciò a mangiarsi la Mongolia ed altro e, da decenni, vuole mangiare anche Taiwan.

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Da La Stampa del 10 Settembre 1922

"""""La gran corsa di oggi al Circuito di Milano Il guidatore austriaco Kuhn muore sotto la macchina ad una svolta, il suo meccanico ferito.

      Una mortale disgrazia è avvenuta stamane al Circuito di Monza. La vittima è il guidatore Kuhn. Fra le macchine discese sulla pista a provare il Circuito, le più sollecite, stamane, furono le Austro-Daimler di Kuhn e Bauer. Mentre si provvedeva alla verifica il solo Kuhn era sulla pista. Quando la macchina di Kuhn passò dinanzi alla Costa Bassa, dove c'è l'attendamento austriaco, il conte Kolowrat, patron delle Daimler austriache, che assisteva alle prove, fece segno al guidatore di rallentare. Egli intuiva una disgrazia; aveva notato che il guidatore abbordava la curva con velocità eccessiva. Infatti, dopo un momento, il guidatore non potè più dominare la carrozza, la quale rasentò i sacchi che limitano l'esterno della pista, rientrò sulla strada, ebbe uno sbalzo, perdette una ruota e venne lanciata fuori dello steccato. I due uomini che la montavano furono gettati in aria. Kuhn mori sul colpo; il meccanico Roberto Fiedler riportò ferite che non sembrano gravi. Circa le cause del mortale incidente, non è possibile stabilirle per ora. Sembrò a chi si trovava nelle vicinanze della Costa Bassa di vedere la carrozza dare un sobbalzo entrando in curva, proprio all'estremità del reticolato delle tribune. Si vide allora il guidatore compiere tutti gli sforzi per sostenere la macchina. Egli intuì di non essere in grado di trattenerne lo slancio eccessivo. La carrozza fu spinta sempre più al largo. Per un momento il guidatore riuscì a mettere la macchina sulla strada, ma la ruota posteriore di sinistra si staccò per la violenza dell'urto. Si vide allora l'asse della vettura strisciare sul terreno, poi prendere il volo e ripiombare venti metri lontano oltre il reticolato, mentre i corpi erano stati lanciati per aria."""""

      Commento - Quanta strada si è fatta fino ad oggi per migliorare la sicurezza delle auto da corsa!.

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Da La Stampa dell'11 Settembre 1922

"""""La grande giornata del Circuito di Milano - 200,000 persone assistono alla seconda vittoria di Bordino su FIAT

      Si è celebrata a Monza, perché a Monza è il circuito, ma è stata la Sagra di Torino: motore, pilota e meccanico piemontesi (FIAT, Bordino, Nazzaro). Senza le nostre officine e maestranze di Corso Dante sulla pista di Monza, in questo ancora disgraziato anno 1922, si sarebbe forse finito per indire non le cosmopolite corso automobilistiche d'oggi, ma le campagnuole corse nei sacchi, d'un tempo! Anche al Circuito di Monza abbiamo avuto occasione di vedere e di toccare con mano dolorosamente quanto l'industria odierna d'Europa, e di tutto il mondo sia in travaglio. La settimana di Monza è stata nel suo piccolo, lo specchio lucente della universa crisi industriale del dopo guerra, del fatto che generalmente non si riesce più a produrre, né a lavorare, né a competere; che a forza di soffiare nelle nazioni con spiriti di distruzione interni ed esterni (aggiungo nota: fascismo e bolscevismo), si travolgono anche i più potenti e più saldi popoli verso una vasta rovina, dai cui effetti non è facile nemmeno ai forti e ai vittoriosi liberarsi e risorgere. L'Austria affamata e a brandelli, la Germania in depauperamento e strozzata, la Francia anch'essa limitata pavida e meticolosa, quant'era un tempo prodiga, balda e sicura, sono realtà, sono fatti che esulano dalla cerchia di responsabilità di un comitato direttivo di corse, ma che gettano la loro ombra ammonitrice perfino su uno spensierato circuito automobilistico.
      Comunque, a Monza ha ritrionfato l'ingegnosità e laboriosità nostra già risorta, come a Strasburgo due mesi or sono. Noi ne siamo lietissimi e orgogliosi. Si riconferma nel vecchio e nel nuovo mondo, a Parigi, a Londra e nelle scrupolosissime Americhe, la incredibile notizia che nel nostro paese ci si è rimessi volonterosi al lavoro, e in questa bolscevica Torino (ahimè, disgrazia delle parole!) gli operai non occupano più le fabbriche, ma le fabbriche occupano gli operai. Il che possiamo anche dire non solo essere vero ma essere più normale e regolare e più serio e provvido per tutti.
      Con Pietro Bordino e la sua FIAT ieri e domenica scorsa hanno gareggiato e vinto i giovani del dopo guerra: che sono l'Italia del più immediato avvenire, sono il paese che vuole risorgere da questa rovina, e risorgerà con forze di audacia, di lavoro, di coraggio.
      A Roma, capitale di una politica senza testa, si contnuerà ancora a declamare sul metro di tutte le più false retoriche di partito che cominciano a non aver più presa nelle sane province del paese. Roma sarà l'ultima città d'Italia in cui all'ombra dello Stato si cesserà di lavorare nel pubblico quel poco che ancora si lavora e si cesserà di pensare ai bisogni del paese infìschiandosene. Lo sport, finora esercizio dell'aristocrazia, è diventato diffuso e passione di popolo; il circuito di Monza è stato dimostrazione e sagra di popolo."""""

      Commento - Questo pezzo, per alcuni noioso, ci richiama ai giorni nostri. I partiti veri, a forza di litigare tra di loro, si squagliano e crescono i cosiddetti movimenti. Al posto di fascisti e bolscevichi ( detti comunisti), mettete i nostri melonisti e putinisti e confrontate. I destri melonisti, eredi del Movimento Sociale Italiano, non si nascondono e parlano chiaramente; i putinisti (e sono tanti, molti più di quanti pensiamo) usano i però. Povera Ucraina, però... Sono i vecchia comunisti che, per invidia, vorrebbero distruggere l'America e gli stati europei, sognando una risorta ed ingrandita U.R.S.S. (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) comprendente ovviamente anche l'Italia. Nell'Aprile del 1948 abbiamo scampato per un pelo tale pericolo, ma sembriamo ansiosi di riprovarci. I partiti non ci sono più, rimangono due aspiranti dittatori, a destra e a sinistra, come nel 1922. Ancora una volta, il lettore si soffermi del perché De Gasperi e Gronchi votarono per Mussolini: semplice, per non vedere i bolscevichi al potere. Persino Giolitti, che era un liberale in un partito liquefatto, votò Mussolini.

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Da alcune note racimolate qua e là, per distrarmi e non piangere

Lo sport nel Settembre 1922

A parte l’automobilismo, di cui parlai sopra, ecco alcuni avvenimenti puramentre sportivi.

      1) Il 3 Settembre si corse il Giro del Piemonte e vinse Angelo Gremo su Bartolomeo Aimo e Costante Girardengo (per una volta tanto, solo terzo).

      2) La Corsa del XX settembre 1922, già Roma-Napoli-Roma, diciassettesima edizione della corsa, si svolse il 20 settembre 1922 su un percorso di 338 km. La vittoria fu appannaggio dell'italiano Costante Girardengo, che completò il percorso in 13h55'00", precedendo i connazionali Federico Gay e Emilio Petiva.

      3) La Coppa Bernocchi 1922, quarta edizione della corsa, si svolse il 22 settembre 1922 su un percorso di 145 km. La vittoria fu appannaggio dell'italiano Libero Ferrario, che precedette i connazionali Serafino Dossena e P. Rattone. L'arrivo e la partenza della gara furono a Legnano.

      4) I XIII campionati italiani assoluti di atletica leggera si sono tenuti in due sedi: a Busto Arsizio, presso il Campo Sportivo Carlo Reguzzoni, dal 16 al 17 settembre e a Milano, presso la pista dell'Unione Sportiva Milanese il 23 e 24 settembre. A Busto Arsizio si disputarono diciotto gare; le restanti quindici si svolsero a Milano: furono assegnati complessivamente trentatré titoli in altrettante discipline, tutti in ambito maschile. Durante la manifestazione sono stati infranti diversi record italiani: 5000 metri piani (Ernesto Ambrosini, 15'18"4/5), mezza maratona (Ettore Blasi, 1h10'18"4/5), staffetta 4×100 metri (Fascio Grion Pola, 44"4/5 in batteria, poi eguagliato in finale dallo Sport Club Italia), lancio del giavellotto (Carlo Clemente, 55,70 m) e 1200 metri siepi (Ernesto Ambrosini, 3'22"2/5).
      Infine, fuori gara sono stati migliorati i record italiani del salto con l'asta (Giacinto Lambiasi, 3,505 m) e del salto in alto da fermo (Adolfo Contoli, 1,45 m).

CONFRONTI DI DATI DI ATLETICA LEGGERA

      Per chi s’intende di sport, riporto una dozzina di dati, confrontando, per la stessa gara, le misure di ieri con quelle di oggi.

GARAVINCITOREMISURA IERIMISURA OGGIDETENTORE
100 metriZUCCA11'1/59'80"JACOBS
400 metriCOMINOTTO51'1/544'94"RE
1500 metriBRUNI4'0422/53'32"78DI NAPOLI
5000 metriAMBROSINI15'18"4/513'02"26CRIPPA
110 metri hs.CONTOLI16"3/513"27DAL MOLIN
Staffetta 4x400VIRTUS BOLOGNA3'27"2/52'58"91Sibilio Aceti Scotti Re
10000 metriBREGA33'13"027'10"76CRIPPA
MaratonaMALVICINI3h10'26"4/52h07'19"FANIEL
Salto in altoGHIRINGHELLI1,772,39TAMBERI
Salto in lungoCONTOLI6,718,47HOWE
400 metri hs.BRACCINI59"2/547"54MORI
Lancio martelloNAVA32,65 m.81,64 m.SGRULLETTI

      Commento - E' semplicemente un modo per pensare ad altro, lontano dai gravi problemi del nostro momento.

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