(sonoro) bella 183

ACCADDE... 100 ANNI FA (Febbraio 2023)

      Ho spulciato alcini brani di notizie del Febbraio di cent'anni fa, il che mi ha aiutato a chiarire il sottofondo di certi avvenimenti del tempo e di confrontarli cogli attuali.

      Da La Stampa del 1° Febbraio 1923
      """Un elemento nuovo viene a manifestarsi nell'attuale situazione.
      Esso consiste nella funziono politica dei commissari regionali fascisti. Tale funzione ebbe inizio la notte scorsa colla prima riunione dei commissari politici del fascismo. In questa riunione vennero definiti i rapporti tra il fascismo e gli altri partiti.
      Emerge la soddisfazione del capo del Governo per l'utilità constatata di questo nuovo organo politico creato dall'on. Mussolini. Fu confermata l'intransigenza verso tutti coloro che, per il loro passato, diano poco affidamento di serietà di propositi nella difesa dei principii nazionali e dell'autorità dello Stato. Tali direttive corrispondono perfettamente agli umori degli ambienti fascisti, ostili in tutti i modi ai gruppi di sinistra, anche a quelli moderati""".

      Commento - "Chi non è con noi, è contro di noi" è il grido dei fascisti, e gli avversari non devono esistere.

     Accadde il 3 Febbraio 1923
      """A Livorno i fascisti aggrediscono il deputato socialdemocratico Emanuele Modigliani, lo bastonano e lo bandiscono dalla città. A Roma è arrestato Amadeo Bordiga, fondatore e membro del comitato centrale del partito comunista d'Italia."""
      Modigliani, nel 1894 fu tra i fondatori del sezione livornese del Partito Socialista Italiano e promosse la nascita delle Camere del Lavoro. Nel 1898 fu arrestato a Piacenza, dove dirigeva un giornale, fu processato insieme all'intero gruppo dirigente socialista e condannato a sei mesi di carcere. Proseguì la sua militanza come amministratore locale ed organizzatore del movimento sindacale e cooperativo.
      Deputato socialista dal 1913, fu contrario alla guerra. Prima della citata bastonatura, era già stato ripetutamente vittima di aggressioni squadriste. Il 20 luglio 1920, quando fu aggredito e ferito a bastonate in testa. Il 1º maggio 1921 fu invece picchiato a bordo di un treno tra Pisa e Viareggio da un gruppo di squadristi che tentarono invano di fargli urlare "viva l'Italia!". Nel 1926, la sua casa venne attaccata e saccheggiata.
      Dopo l'esilio in Svizzera, nel 1945 fu rieletto deputato e, essendo nemico del socialismo paracomunista, nel 1947 fu zelante promotore della scissione di Palazzo Barberini, divenendo presidente del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (poi Partito Socialista Democratico Italiano).

      Commento – Con Saragat, fu uno di quei socialisti che ebbero il coraggio di uscire dal partito socialista (che stravedeva per Stalin) per fondare un partito di idee socialiste, ma democratiche, aliene da ogni istinto dittatoriale (tipo Togliatti, Pajetta, Bertinotti e compagni).

      Da La Stampa del 6 Febbraio 1923
      """Arresto di comunisti in diverse città d'Italia
     L'agenzia Stefani comunica: «In questi giorni sono stati arrestati qua e là, in diverse città d'Italia, alcune decine di comunisti. Le misure di rigore adottate dal Governo si devono ad un violento ed ignobile manifesto pubblicato dal Comitato esecutivo della internazionale comunista sotto l'ispirazione di comunisti italiani. In tale documento la calunnia e la sobillazione vanno di pari passo. E' già difficile poter ingannare con documenti l'opinione pubblica internazionale, che conosce il fascismo, ma è impossibile turlupinare il popolo italiano che ha dato al fascismo le migliori energie, che si raccoglie nei sindacati e nella orgnnizzazione politica del fascismo in masse sempre più imponenti. In seguito a questo documento tutti gli arrestati di questi giorni saranno deferiti alla autorità giudiziaria per attentato alla sicurezza dello stato. Il Governo fascista è deciso a spezzare la schiena a questi ultimi mistificatori della buona fede dell'opinione pubblica internazionale.»"""

     Commento - E' vietato ogni manifesto, ogni scritto, che non parli bene del fascismo.

      Accadde il 10 Febbraio 1923
     Parlando alla Camera, Mussolini proclama la volontà del fascismo di proseguire sulla via della violenza. Viene arrestato, e poi rilasciato su pressione di Benedetto Croce, il liberale di sinistra Piero Gobetti.

      Commento – Mussolini era già al governo, ma temeva ancora che il Partito Popolare di Sturzo e De Gasperi e quello Liberale di Giolitti potessero ancora disturbarlo. Non lo "disturbava" la violenza dei suoi.

      Da La Stampa dell'11 Febbraio 1923
      """La linea seguita da Mussolini si compone di tre elementi: 1) indicazione dei metodi che il Governo si propone di seguire tanto verso il Parlamento quanto rispetto alle varie correnti politiche del paese; 2) pensiero del Governo circa la politica interna; 3) visione deli'on. Mussolini in politica estera.
      Circa i metodi del Governo fascista il discorso di oggi è il logico (gli avversari diranno il fatale) prolungamento del discorso del 16 novembre. Anche oggi si può dire che lo stile è l'uomo. Infatti, la accentuata personalità del capo del fascismo e la sua mentalità come uomo di governo si ripercuotono esattamente nel discorso di oggi, come ebbero la loro ripercussione nel discorso di tre mesi addietro.
      L'on. Mussolini ha rincarato la dose del disprezzo verso gli avversari dichiarando, con evidente allusione ai socialisti, che non vuole pecore rognose al suo ovile. Verso gli avversari, supposti o reali, del Governo fascista il presidente del Consiglio fu altrettanto esplicito dichiarando «Sarò contro di essi durissimo ed inesorabile». Egli ha enunciato un principio fondamentale della propria condotta, esponendo la diversità che corre tra lo Stato liberale e lo Stato fascista. La differenza è questa: che lo Stalo fascista non solo si difende, ma attacca. Ora, « lo Stato che attacca » è sembrata a taluni parlamentari una concezione indubbiamente nuova ed originale. Questa, che fu la parte più energica del discorso, ha conquistato per il suo impeto la maggioranza ministeriale e gli spettatori delle tribune."""

      Commento - Se un dittatore sa usare bene il suo tonante blablabla (penso a due fragorosi politici attuali), otterrà sempre l'applauso della folla, vero popolo bue.

      Accadde il 15 Febbraio 1923
      """L'associazione nazionalista si fonde con il PNF."""
      L'ultimo paese ortodosso dell'Europa orientale ad adottare il calendario gregoriano per scopi civili fu la Grecia, allora sotto amministrazione militare dopo la Rivoluzione dell'11 settembre 1922, quando mercoledì 15 febbraio 1923 è stato seguito da giovedì 1 ° marzo 1923. La Turchia lo ha adottato il 1° gennaio 1926.
      Il calendario giuliano è un calendario solare, promulgato da Giulio Cesare (da cui prende il nome), nella sua qualità di pontefice massimo, nell'anno 46 avanti Cristo. Aveva, però, il difetto di perdere ogni anno una briciola di tempo, per cui, ad un certo punto, mancavano una decina di giorni. Fu in vigore fino al 1582, quando papa Gregorio XIII decise che il giorno giovedì 4 Ottobre fosse subito seguito da venerdì 15 Ottobre per compensare il ritardo accumulato nei secoli.
      Il calendario gregoriano, nato nello Stato Pontificio, fu subito adottato anche da Spagna, Italia, Polonia, Portogallo e Ducato di Savoia. Per mottvi vari, altri stati lo adottarono dopo, specie quelli a religione ortodossa, spinti dalla Russia. Qui ricordo l'ultimo paese ortodosso dell'Europa orientale ad adottare il calendario gregoriano per scopi civili: la Grecia. Per mettersi a posto coi movimenti solari, il mercoledì 15 Febbraio 1923 fu seguito dal giovedì 1° Marzo 1923. La Turchia (che non è Europa) attese ancora qualche anno.

      Commento – Anche nel calcolo del tempo si intromise la politica. Andava fatto, perché l'errore temporale era sempre più grande, ma, cambiando il calendario, qualche stato sostenuto dalla religione temeva di perdere "fedeli", soprattutto politici.
      La prima notizia vuol semplicemente dire che il partito nazionalista (di destra, ma democraticamente non fascista) fu ingoiato dal partito fascista con metodi non proprio encomiabili.

      Da La Stampa del 19 Febbraio 1923
      """Parla Hitler e non dubita che un giorno sorgeranno « dei partiti nazional-socialisti francesi, inglesi, russi, italiani, ecc. » e che « verrà un'era, dopo il tramonto della presente, in cui la croce ad uncini, simbolo del rinnovamento unico, sarà tessuta in tutte le bandiere dei popoli di razza bianca».
      Chi è dunque questo più vero nemico? E' lo spirito di Giuda. La lotta, di oggi è semplicemente un episodio della lotta che si svolge da secoli, da quando cioè nel mondo, per sacro diritto, al dominio dei puri, cioè della gente ariana, fu opposto il principio della dissoluzione, cioè l'ebraico. Non sarebbero tedeschi i nazional-socialisti se non si fossero cercati per isfondo delle loro gesta quest'immenso panorama storico, e non si fossero scelto per avversario, meglio d'un pugno di piccoli uomini vivi, una macchina filosofica (nota: chiara allusione agli ebrei). Le cose che Hitler ed i suoi seguaci van ripetendo da tre anni, dal febbraio 1920, sono un insieme di convinzioni e d'affermazioni legate da una catena sillogistica. Non si può vivere che sulla base d'una Weltanschauung (visione totale del mondo). Le Weltanschauungen sono in definitiva soltanto due: la nazionale-idealistica e l'internazionale-materialistica; la prima è la salute, la seconda è la rovina. Ma ogni Weltanschauung ha in ultima analisi lo suo radici nella razza."""

      Commento - Il concetto che l'ariano tedesco fosse un superuomo fu nel cervello di Hitler fin dalla sua gioventù.

      Da La Stampa del 22 Febbraio 1923
      """Caloroso saluto cardinalizio a Mussolini.
      Il matrimonio dell'on. Pinzi, sottosegretario agli Interni, con la signorina Clementi, è stato celebrato stamane. La funzione religiosa si è svolta alle 10, alla cappella di Palazzo Vannutelli, in presenza di poche persone. L'onorevole Finzi vestiva la divisa di generale della milizia nazionale. Erano presenti il Presidente del Consiglio on. Mussolini, Guglielmo Marconi, il sottosegr. Acerbo e l'on. Sardi, il sindaco di Roma grand'uff. Cremonesi.
      Il cardinale Vannutelli, decano del Sacro collegio, ha atteso il corteo nuziale nella sala del Trono ed ha pronunciato questo discorso: « il nobile sposo ben saprà trarre dai rari pregi della sua compagna, flore di bontà e di venustà, quella preziosa cooperazione che gli necessita nella direzione della famiglia; nell'azione esteriore e nella stessa sua azione per il bene comune. In quest'opera per la comune salvezza, di cui tanto si sentiva il bisogno, fu intuito di Aldo Finzi l'acquistare la fiducia di chi (cioè, di Mussolini), per qualità eminenti di uomo di governo, per lucido intelletto, per incrollabile energia, è destinato ad essere il principale fattore di detta opera, acclamato già in tutta Italia restauratore delle sorti della patria, secondo le gloriose tradizioni religiose e civili della nazione. Grati tutti gli siamo per la parte speciale presa in questo sacro rito, ed io dal canto mio non posso astenermi dell'offrirgli, in nome degli sposi e dell'eletto stuolo che li circonda, ed in unione a quanti sono veri amanti della patria, di cuore o di mente italiani, l'augurio cordiale e sincero che, coll'aiuto di Dio, possa condurre a felice termine il poderoso compito, che con senno e coraggio si assunse dinanzi alla storia»""".

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      Commento - Il caloroso appoggio a Mussolini del Cardinale parve non dispiacere alla Curia pontificia.

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