(sonoro) bella 185

ACCADDE... 100 ANNI FA (Aprile 2023)

      Ho spulciato alcini brani di notizie dell'Aprile di cent'anni fa, il che mi ha aiutato a chiarire il sottofondo di certi avvenimenti del tempo e di confrontarli cogli attuali. Sono certo che questo è anche il lavoro dei molti docenti di filosofia e storia, accurati educatori dei loro discenti.

      2 Aprile 1923 - Da Internet
      Mussolini, parlando in un istituto scolastico, esprime l'opinione del Governo Fascista sull'emigrazione.
      """Siamo quaranta milioni serrati in questa nostra angusta e adorabile penisola che ha troppe montagne ed un territorio che non può nutrire tutti quanti. Ci sono attorno all'Italia paesi che hanno una popolazione inferiore alla nostra ed un territorio doppio del nostro. Ed allora si comprende come il problema dell'espansione italiana nel mondo, sia un problema di vita o di morte per la razza italiana. Dico espansione: espansione in ogni senso: morale, politico, economico, demografico. Dichiaro qui che il Governo intende di tutelare l'emigrazione italiana; esso non può disinteressarsi di coloro che varcano i monti e vanno al di là dell'Oceano; non può disinteressarsi perché sono uomini, lavoratori e soprattutto italiani. E dovunque è un italiano là è il tricolore, là è la Patria, là è la difesa del Governo per questi italiani."""
      Commento – Leggendo le notizie di questi ultimi anni, com’è cambiato il parere dei governi sull’emigrazione!

      10 Aprile 1923 - Da Internet
      Disse Mussolini: """È stolto pensare che il Governo Fascista sia e possa mai essere contro i lavoratori. Bisogna distinguere i lavoratori dai parassiti a qualunque classe essi appartengano. I lavoratori devono amare la Patria. Come amate vostra madre, dovete, con la stessa purezza di sentimento, amare la madre comune: la Patria nostra. Bisogna lavorare e produrre. Lavorando e producendo voi dimostrerete il vostro amore più tenero per la Patria e contribuirete a ricostruire la ricchezza nazionale. Scomparirà così il caro vita e la lira sarà rivalutata. La nostra Italia, con i suoi quaranta milioni di cittadini, ritroverà solamente in se stessa la forza per vivere e per progredire."""
      Commento – Parlava ai portuali di Bari, che chiedevano (sottovoce) l'ampliamento del porto, ma sembra il discorso di un sindacalista o, meglio ancora, di un candidato odierno che promette tutto a tutti.

      22 Aprile 1923 – IV Congresso del Partito Popolare Italiano
      Parla don Luigi Sturzo, il Segretario del Partito Popolare.
      """«Noi vogliamo cooperare a che l’unità morale degli italiani si rifaccia sulla base intangibile delle libertà costituzionali e delle autonomie locali; nello sviluppo delle attività economiche, ove le classi sociali trovino interessi di convergenza e collaborazione morale; nella sintesi della vita nazionale, che è insieme sintesi statale di ordine, di autorità, di rispetto all’interno e all’estero; ed è sintesi cristiana e morale nello sviluppo culturale etico e religioso delle forze della nazione. A questo vogliamo cooperare, popolari di ieri e di oggi, liberi e forti»""".
      Commento – Sono le parole di don Sturzo all’ultimo Congresso Nazionale del Partito Popolare Italiano. Ma l’accenno alle libertà costituzionali (che già esistevano, anche se si chiamavano Statuto Albertino, ma non bisogna dirlo se no il P.C. si offende…), creavano la difficoltà alla partecipazione dei Popolari al governo Mussolini.
      Gli osservatori politici non mancarono di giudicare il congresso di Torino una aperta manifestazione di antifascismo. La stampa fascista reagì in termini violenti e volgari contro don Sturzo. Su «Il Popolo d’Italia» venne definito «uomo nefasto che vuole mettere le forze rurali cattoliche come un macigno sulla via imperiale segnata all’Italia». L’organo filofascista «Il Nuovo Paese», il 14 aprile 1923, definì il congresso di Torino «il primo congresso antifascista nel quale l’antifascismo sia stato rumorosamente ostentato».

      24 Aprile 1923 – Interviene direttamente Mussolini.. Dai resoconti del Congresso.
      Mussolini: """«Avevo chiesto una chiarificazione; mi trovo dinnanzi ad un documento piuttosto involuto che non modifica il fondo del congresso di Torino essenzialmente antifascista per testimonianza di deputati popolari che vi hanno partecipato. Ringrazio te e i tuoi colleghi e accetto le tue dimissioni»""".
      Commento – Ma don Sturzo non pensava minimamente a dimettersi da Segretario del Partito Popolare. Però, La Santa Sede, temendo il peggio (cioè, la minacciata chiusura delle scuole e dei circoli cattolici), lo invitò a mettersi da parte.

      29 Aprile 1923 - Sempre dagli atti del Congresso.
      Don Sturzo rispose al Papa che di fronte alle violenze fasciste contro organizzazioni popolari e cattoliche il suo nome era «servito a creare fiducia e forza al partito, anche presso popolazioni che vivono nel regime del terrore». Sottolineava, inoltre, che in quel momento politico, così difficile e drammatico, era necessario che egli restasse alla guida del suo partito”.
      Commento - La lettera di don Sturzo al Papa non modificò gli orientamenti della Santa Sede. Insomma, quel IV Congresso di Aprile sancì la cacciata di don Sturzo, contrario al Fascismo. Egli meditò per due mesi la lettera di dimissioni, ma dovette presentarle e vennero subito accettate.
      "Sinistro prete". È così che Benito Mussolini definì sprezzantemente don Luigi Sturzo. Un appellativo conquistato grazie all’intransigenza antifascista del “sinistro prete”, che salvò la faccia al Partito Popolare, a dispetto di quella corrente, i cosiddetti Cattolici Nazionali, favorevole all’avvento del fascismo al potere.

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