(sonoro)
Il quotidiano AVVENIRE del 20 marzo 2008 dà voce a due lettere relative ai misfatti compiuti dai Piemontesi nella formazione dell'unità d'Italia. Una s'intitola "MEZZOGIORNO: I GUASTI DELL'UNITA' NAZIONALE" e l'altra "MEZZOGIORNO: LA CIVILTA' DEI BORBONI".
Si parla di "depauperamento dell'economia meridionale come effetto dell'unità d'Italia". Si dice come i Piemontesi "avessero chiuso 92 fabbriche". Non mi dilungo oltre, ma sintetizzo, dicendo che illustrano il benessere economico, lo sviluppo, il progresso, l'alto grado di civiltà tecnica, eccetera, che permeava la società del Regno delle Due Sicilie.
Colpito dalla profondità del ragionamento, risposi subito per iscritto, dicendo che mi trovavo perfettamente d'accordo e suggerendo rimedi. La mia lettera (scusate le ripetizioni) diceva esattamente così:
"""""Leggo su AVVENIRE di oggi (20 marzo) due lettere relative ai misfatti compiuti dai Piemontesi nella formazione dell'unità d'Italia. Una s'intitola MEZZOGIORNO: I GUASTI DELL'UNITA' NAZIONALE e l'altra MEZZOGIORNO: LA CIVILTA' DEI BORBONI.
Si parla di "depauperamento dell'economia meridionale come effetto dell'unità d'Italia". Si dice come i Piemontesi "avessero chiuso 92 fabbriche". Non mi dilungo oltre. Come piemontese, mi trovo d'accordo; sono, invece, in pieno disaccordo con l'on. Bossi quando insiste sulla Padania.
La Lega (che non è il mio partito) sbaglia tutto: non deve fare un mito della Padania; deve semplicemente battersi per ridare l'indipendenza al Regno delle Due Sicilie, coi confini del 1860. Non parlo di autonomia, ma di indipendenza. E' veramente un regno con caratteristiche peculiari, con una vitalità sua propria, con ordinamenti atavici ben noti e ben funzionanti, anche se combattuti dalle attuali forze dell'ordine.
Dal Garigliano alle Alpi, invece, l'Italia è una: non vedo differenze fra le varie Regioni. Nemmeno con quelle di confine a statuto speciale.
Giovanni Ferrero, Cuneo
http://www.giovanniferrero.it
Recapiti:
corso De Gasperi 39 - 12100 Cuneo
Tel.: 0171-696.372
e-mail: ferrerogiovanni@tiscali.it"""""
Era una lettera accorata, in cui sposavo e difendevo quanto pubblicato da AVVENIRE. Avevo anche messo tutti i miei indirizzi possibili, per dimostrare che non mi nascondevo e che quello era proprio il mio pensiero.
In omaggio al principio di dar voce a tutti, non fu pubblicata.
Ma io sono generoso: insisto sul dovere di dare ascolto al grido di dolore che viene da quelle due lettere e sulla necessità morale di ridare indipendenza a quell'area. Naturalmente, i reami non sono più di moda; perciò, non sarà più Regno delle Due Sicilie, ma, ad esempio, Borbonia.
Vado più in là: occorrerà un forte indennizzo per le fabbriche chiuse e quant'altro asportato, purché documentato. Naturalmente, dal forte indennizzo bisognerà scalare tutto quanto gratuitamente concesso con la Cassa del Mezzogiorno e con i finanziamenti riservati esclusivamente alle eventuali Regioni a statuto speciale dell'ex Regno dei Borboni.
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