bella 42

GIUSTIZIA (antica) (Luglio 2009)

Sono stato preso dalla tentazione di parlare del risultato delle elezioni, poi mi è parsa cosa così banale e scontata (e di poco conto...) da indurmi, come promesso, a parlare di Jonathan Swift o, meglio, a trascrivere ciò che egli pensava di uno dei tre poteri di Montesquieu. Ecco come vedeva la giustizia sul finire del '700.

"""" "Vostra Signoria deve sapere che i giudici sono persone designate, da un lato, a dirimere tutte le controversie riguardanti la proprietà, dall'altro lato ad istruire i processi penali; e vengono scelti fra gli avvocati più abili i quali, vecchi o indolenti, usi ormai ad avere una predilezione per il falso e l'ingiusto, sì trovano talmente incalzati dalla necessità di favorire la frode, lo spergiuro e la prepotenza, che giungono perfino, secondo posso attestare per esperienza, a rifiutare una grossa somma di danaro, sol perché chi la offre in segreto è la parte cui dovrebbe essere fatta giustizia, ed essi mai s'indurrebbero a recare alla propria classe nocumento cosi grave quale quello di far cosa disdicevole alla natura di essa e ai compiti che le sono propri.
       È assioma fra i giurisperiti che quanto è stato deciso prima debba essere deciso dopo: quindi, prendono cura speciale di registrare tutte le sentenze che antecedentemente vennero formulate ai danni della giustizia e del senso comune. Si creano in siffatto modo i cosiddetti precedenti, e questi s'invocano poi come testimonianze autorevoli per giustificare i pareri più iniqui. I giudici, infine, non mancano mai di sentenziare in conformità.
       Nell'arringare, gli avvocati si guardano con ogni cura dall'entrare nel merito della causa, ma indugiano sui particolari più oziosi vociando, insultando, tediando. Per esempio, nel caso anzidetto, non vogliono mica sapere qual è la pretesa o il diritto che il mio avversario accampa per aver la mia mucca, ma se questa è rossa ovvero nera, se la sue corna sono lunghe o corte, se il prato sul quale la conduco a pascolare è rotondo o quadrato, se è stata munta a casa o fuori di casa; a quali morbi va soggetta, e via dicendo; dopo di che vanno a consultare i precedenti, rinviano di quando in quando la causa, e dopo dieci, venti o trent'anni, vengono ad una conclusione.
       Si vuole anche osservare che la classe dei legali ha un suo proprio gergo, che nessuno capisce, e nel quale sono scritte tutte le leggi divenute, per speciale loro cura, innumerevoli. Così sono riusciti a confondere l'essenza stessa del vero e del falso, del diritto e del torto, con questo bel risultato: che ci vogliono trent'anni prima che sia deciso se il campo lasciatomi dai miei antenati per sei generazioni appartenga a me, o non piuttosto a un estraneo dimorante trecento miglia lontano.
       Nei processi politici, la procedura è assai più spiccia e commendevole: il giudice manda a scandagliare gli umori di quelli che hanno nelle mani il potere, dopo di che gli è facile impiccare o assolvere il reo, attenendosi sempre strettamente alle volute forme legali".
       A questo punto il mio padrone dichiarò che era un peccato che uomini dotati di così prodigiose capacità mentali non trovassero stimolo ed incoraggiamento a diventar maestri di saggezza e di scienza agli altri. Al che replicai che, riguardo a qualsiasi altro argomento per poco fuori del loro ministero, i legali di solito erano la gente più ignorante e stupida, i conversatori più vacui e spregevoli, i nemici giurati del sapere e della cultura, gl'incorreggibili pervertitori del senso comune non soltanto in materia di giustizia, ma riguardo a ogni altro tema di discussione."""

Quanta differenza con la giustizia italiana odierna!

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