(Novembre 2009)
DEMOCRATICI ALLA RIBALTA

Democratici si diventa, non si nasce. A quanto pare, è così.
        C'è chi (Di Pietro), vedendo che il Capo dello Stato non si comporta come vorrebbe lui, lo accusa di aver compiuto un "atto di viltà". Sarebbe come dire: chi non fa come voglio io, vedete voi che cos'è. Esempio di democrazia.
       C'è chi, vedendosi attribuita l'etichetta di sinistra, si adombra: io, di sinistra? Ma che dite mai? E' da quando fui ministro dell'Interno che non lo sono più. Ma non lo disse mai e, per giunta, va regolarmente a votare. Per Berlusconi? O per Casini (non oso pensare a Storace)?
       Come se essere di sinistra fosse un'offesa. Tutti i ministri di provenienza politica non hanno mai smentito l'appartenenza ad un partito. Se, poi, qualcuno è diventato Capo dello Stato, pur nella dovuta e dimostrata imparzialità - come, del resto, è ineccepibilmente imparziale Napolitano -, non ha mai rinnegato di provenire dal tal o talaltro partito. Non lo rinnega nemmeno l'attuale Presidente, ma dice di non esserlo più. Ha cambiato bandiera? Si può essere di destra o di sinistra e comportarsi da persona neutrale, come esige la carica. Ma che non abbia più idee non ci credo. Perché impedire a qualcuno di dire se uno proviene dalla sinistra? Altro esempio di democrazia. (Io avrei detto: si, sono di sinistra, ma giudicate il mio operato e ditemi se è imparziale o meno).
       C'è chi, come giornalista televisivo, accusa (a torto a ragione, qui non importa) pesantemente chi di sinistra non è. Basta vedere certe rubriche televisive e certi articoli di giornalisti famosi. Eppoi, se un giornalista televisivo (Minzolini) si permette di informare che i giornalisti hanno scioperato per la libertà d'informazione, ma che lo sciopero, per lui, è incomprensibile, apriti cielo! Subito sotto inchiesta: incomprensibile non si deve dire, se riferito a giornalisti di sinistra. Ancora un esempio di democrazia.
       Alcuni personaggi sono messi continuamente alla berlina, con frizzi, lazzi, battute pesanti, eccetera. Basti pensare a Berlusconi (che se lo meriti o meno è un altro discorso): lo hanno fotografato persino in mutande, come i suoi ospiti; lo dileggiano per i tacchi, per la pelata, per le pose, eccetera. E' tutto normale e dovuto.
       Se, invece, un giornalista fa un servizio su un altro personaggio assurto all'onore delle cronache, il giudice Mesiano (quello che condannò Berlusconi al pagamento di 757 milioni di euro), apriti cielo! Anche se si è limitato a dire che fuma troppo in pubblico e che porta calzini di cattivo gusto? No, non si può, non lo si può nemmeno fotografare. Non si deve mica fare ironia su un giudice che (anche se involontariamente) ha reso un servizio alla sinistra...
       E' il nuovo modello di democrazia.
       E, come ciliegina sulla torta, il giudice Misiano è stato subito promosso. Diranno che la contemporaneità è casuale, ma tant'è.
       Anche la Germania dell'Est era una repubblica democratica. Di sinistra, ovviamente.
       Penso sempre più ad Orwell, quello che scrisse "La fattoria degli animali". Dobbiamo abituarci.

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