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ANTICLERICALISMO VISCERALE? (Novembre 2010)

 

 

Un giornalista, che apprezzo molto, sul Corriere della Sera del 23 Settembre 2010 se la prendeva con la Conferenza Episcopale Italiana, perché aveva detto ai parlamentari cattolici come dovrebbero comportarsi secondo i loro principi religiosi.

Apriti cielo! La Chiesa fa politica, la Chiesa caccia il naso negli affari altrui, eccetera. La conclusione era "Queste affermazioni non sono compatibili, a mio avviso, con l'art. 1 del Concordato del 1984".

E perché? Il citato articolo dice. "La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel priprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti e alla reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e il bene del Paese". Riafferma un principio già esistente nel Concordato del 1929.

Ed ora, vogliamo ricordare qualche articolo della nostra Costituzione?

Art. 21 - Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".

Tutti, o tutti meno i Vescovi, come sostiene quel giornalista? Perché Bersani può dire agli Italiani "votate Bìschero" e Berlusconi "votate Tànghero" e il Vescovo non può dire "votate Gesù Cristo"? Tra l'altro, i governanti possono imporsi con la forza (i due compari Stalin e Hitler docent), mentre i Vescovi possono solo minacciare l'Inferno. Ma se Bersani, Berlusconi ed il grande giornalista non ci credono, che gliene importa? Perché quest'ultimo paura delle parole dei Vescovi a tal punto da ipotizzarne la censura?

Art. 20 - "Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d'una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni... (eccetera)".

Allora? Fra l'altro, la C.E.I. è organismo italiano, anche se dovrebbe essere irrilevante.

Ad un lettore che, sul Corriere del 13 Ottobre 2010, gli faceva osservare più o meno le cose soprascritte e, in particolare, che la C.E.I., per lo Stato laico è un'associazione di cittadini, rincarava la dose, rispndendo "Mi è difficile considerare «associazione di cittadini» una istituzione in cui il presidente è nominato dal Papa ed è stato per molti anni il vicario del vescovo di Roma". Col che vorrebbe dire che gli stranieri non hanno diritto di parlare in Italia? O che i presidenti delle associazioni non statali devono avere l'autorizzazione governativa?

Se gli riesce difficile "considerare ... (eccetera)", non è colpa degli Italiani.

Una volta, si parlava di anticomunismo viscerale per definire una posizione di principio; ora, è di moda l'anticlericalismo viscerale, mascherato da forbitezza e logica pseudostringente. Ma, nel caso in questione, non è così: è semplicemente eccessiva fiducia nella propria intelligenza.

 

 

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