(Dicembre 2010)
LEGITTIMITA’ E BASTA
Nel settembre del 2009, facevo l'elenco delle istituzioni
che funzionano male (eufemismo, per non dire che non funzionano per niente) e
mettevo al primo posto la famiglia ed al secondo l'amministrazione della giustizia
in Italia.
Mi sbagliavo e ne faccio pubblica ammenda, specie dopo
aver letto, sul Corriere della Sera del 14 Novembre
"""E' un giudice del TAR Lazio e dal 2005
si è messo in aspettativa per svolgere il suo nuovo compito istituzionale. Oggi
percepisce più di 15 mila euro netti al mese ma, se avesse voluto, avrebbe
potuto continuare a prendere anche lo stipendio da magistrato, circa 6500 euro
netti mensili...... E' l'unico ad aver rinunciato spontaneamente alla doppia
retribuzione."""
"""L'unico su 21 solo tra i giudici del TAR
e del Consiglio di Stato......
Arrivano a guadagnare ciascuno in media anche 300 mila euro lordi
l'anno..... E spesso sono sempre gli
stessi che fino a 75 anni, età in cui vanno in pensione, passano da una
poltrona all'altra, qualche volta portandosi appresso uno stipendio per un
mestiere che non fanno più..... Soldi pubblici, che sborsa
Pantalone."""
Non m'interessa chi paga; m'interessa il crollo di una
fiducia. Quanto sopra descritto è perfettamente legittimo, ci mancherebbe
altro! Ma, dal punto di vista etico, non mi convince. Ho sempre sognato
magistrati integerrimi anche moralmente, non solo legittimamente, che non
agiscano pro domo propria, che non si
avvalgano della propria onnipotenza per ottenere (naturalmente senza dirlo)
leggi come quella che permette loro più mestieri, mentre ad ogni altro dipendente
pubblico - uscieri compresi - sono vietati.
Tutto in regola, tutto secondo norma, ma mi sentirei a
disagio se dovessi essere giudicato dalla magistratura italiana. Che cosa posso
farci!
Comunque, la
caduta di un idolo fa sempre male ai suoi adoratori, come ero io.
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