(Ottobre 2010)

(Dicembre 2010)


LEGITTIMITA’ E BASTA

Nel settembre del 2009, facevo l'elenco delle istituzioni che funzionano male (eufemismo, per non dire che non funzionano per niente) e mettevo al primo posto la famiglia ed al secondo l'amministrazione della giustizia in Italia.

Mi sbagliavo e ne faccio pubblica ammenda, specie dopo aver letto, sul Corriere della Sera del 14 Novembre 2010, l'articolo di Fabrizio Caccia sui magistrati che fanno un doppio e a volte triplo lavoro. Alcuni brani:

"""E' un giudice del TAR Lazio e dal 2005 si è messo in aspettativa per svolgere il suo nuovo compito istituzionale. Oggi percepisce più di 15 mila euro netti al mese ma, se avesse voluto, avrebbe potuto continuare a prendere anche lo stipendio da magistrato, circa 6500 euro netti mensili...... E' l'unico ad aver rinunciato spontaneamente alla doppia retribuzione."""

"""L'unico su 21 solo tra i giudici del TAR e del Consiglio di Stato......    Arrivano a guadagnare ciascuno in media anche 300 mila euro lordi l'anno.....  E spesso sono sempre gli stessi che fino a 75 anni, età in cui vanno in pensione, passano da una poltrona all'altra, qualche volta portandosi appresso uno stipendio per un mestiere che non fanno più..... Soldi pubblici, che sborsa Pantalone."""

Non m'interessa chi paga; m'interessa il crollo di una fiducia. Quanto sopra descritto è perfettamente legittimo, ci mancherebbe altro! Ma, dal punto di vista etico, non mi convince. Ho sempre sognato magistrati integerrimi anche moralmente, non solo legittimamente, che non agiscano pro domo propria, che non si avvalgano della propria onnipotenza per ottenere (naturalmente senza dirlo) leggi come quella che permette loro più mestieri, mentre ad ogni altro dipendente pubblico - uscieri compresi - sono vietati.

Tutto in regola, tutto secondo norma, ma mi sentirei a disagio se dovessi essere giudicato dalla magistratura italiana. Che cosa posso farci!

        Comunque, la caduta di un idolo fa sempre male ai suoi adoratori, come ero io.

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