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I PADRI DEL FEDERALISMO (Marzo 2011)

 

            Sto rileggendo STORIA D'ITALIA DAL RISORGIMENTO AI NOSTRI GIORNI, di Sergio Romano, e riscopro l'acqua calda.

            Noi vediamo Bossi come l'inventore della Padania e del federalismo, ma non è così: la Padania ed il federalismo erano nei piani di alcuni Padri della Patria. Dalla predetta STORIA, così emerge il pensiero di Cavour sulla Padania (anche se non la chiamava così). Cavour si chiedeva:

 

         """""Quale Italia? Pragmatico e sottile, Cavour lasciava spazio agli avvenimenti ed era pronto a coglierne il senso, la direzione. Ma l'obiettivo iniziale era certamente la costituzione d'uno Stato omogeneo, limitato alle regioni settentrionali. L'Italia Centro-meridionale, dal Lazio alla Sicilia, gli appariva lontana e indecifrabile. (...) Le cose che egli ammirava erano a nord delle Alpi, non a sud dell'Arno."""""

 

            In pratica, si batteva per una Padania vera e propria. Poi, coll'intervento di Garibaldi, le vicende presero un'altra piega ed egli la sfruttò appieno, ma senza troppa convinzione. Avendo capito gli Italiani, pensò allora, e lo pensò fino alla morte, ad una federazione di Regioni, quale motore di sviluppo sociale ed economico. Continua la STORIA citata:

 

         """""La disparità delle condizioni economiche e della cultura politica suggeriva l'adozione di un sistema fondato sull'autonomia delle regioni e delle città. Era questo, all'inizio del 1861,  il programma del governo Cavour. Nel marzo di quell'anno, Marco Minghetti, ministro dell'Interno, presentò alle Camere un progetto che prevedeva un largo decentramento burocratico, l'elezione dei sindaci e il trasferimento a organi locali di alcune delle responsabilità che il sistema piemontese riservava al potere centrale. Pochi mesi dopo un nuovo presidente del consiglio, Bettino Ricasoli, accantonò la grande riforma "autonomista" ed estese a tutto il regno l'ordinamento sardo-piemontese. Il provvedimento soppresse i regimi transitori (di autonomia, nota mia) che Torino aveva instaurato nelle province annesse. L'Italia, da allora, fu "prefettizia", e il ministro dell'Interno fu da quel momento, con il presidente del Consiglio, il più autorevole esponente del Governo. Il protagonista della svolta non fu, come sarebbe lecito supporre, piemontese. Un emiliano, Minghetti, aveva progettato la nascita di uno Stato decentrato e "localista", ma un toscano, Ricasoli, decise bruscamente di sacrificare le aspirazioni delle nuove province (cioè, quelle dall'Emilia alla Sicilia. Nota mia) e della propria regione."""""

 

            L’autonomia che Bossi fa approvare è un nano al confronto del gigante che era l'autonomia di Cavour e Minghetti.

            Notiamo che Minghetti era un uomo di società, conoscitore dei Governi e visitatore dei Parlamenti d'europa, mentre Ricasoli era un conservatore latifondista, dedito soprattutto ai vigneti toscani.

            Ma Cavour e Minghetti non erano i soli a pensare ad un'Italia federata. Tanto per citarne un altro, ancora prima di loro, Vincenzo Gioberti (morto nel 1852) sognava un'Italia alla Bossi, sia pure in modo utopistico e sotto il governo del papa. Nella sua opera Il primato morale e civile degli Italiani  egli spiegava il suo pensiero politico basato su un progetto riformistico, moderato, il cui obiettivo era la creazione di una confederazione nazionale dei vari stati della penisola sotto la presidenza del papa.

            Se ho ben capito, in pratica, come esistono gli Stati Uniti d'America, così potevano (e potrebbero) esistere gli Stati Uniti d'Italia. E non si dica che gli U.S.A., da quando sono una confederazione e da quando ogni Stato ha proprie leggi e proprie tasse, non abbiano fatto un balzo sociale ed economico enorme.

            Comunque, Bossi non ha inventato niente.

            Quindi, celebriamo i 150 anni d'Italia, mettiamo non solo la bandiera, ma anche la coccarda (la metteva mio nonno il 20 Settembre), ma si facciano crescere gli Italiani con un federalismo vero. Se no, va a finire che la Padania sarà ancora il male minore.

 

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