"Mi sono stancato di arrabbiarmi coi politici nostrani e ripiego sulla storia. Ho trovato una copia di tutti i BOLLETTINI DI GUERRA DEL COMANDO SUPREMO 1940-1943 e, ogni mese, ne propongo all'attenzione due a caso, emessi esattamente 70 anni fa. Una sorpresa: nei 1201 Bollettini, non ho trovato alcun accenno alla campagna di Russia, come se non fosse esistita: nessun accenno ai nostri soldati, purtroppo quasi tutti morti. Eppure, il primo combattimento sul fronte russo i nostri soldati lo sostennero nell’Agosto del 1941.
1080 - 10 maggio 1943
A sud-est di Biserta il nemico, facendo affluire sul fronte di combattimento nuove unità corazzate ed appoggiando l'attacco con poderose formazioni aeree, ha continuato ieri la sua azione contro le forze italo - germaniche che si sono strenuamente battute.
Solo dopo aver profuso nella lotta ogni energia, rimaste senza arti¬glierie e carri armati efficienti, esaurite le munizioni, le valorose truppe dell'Asse operanti in questo settore sono state costrette, di fronte alla soverchiarne massa avversaria, a cessare la resistenza.
Sul fronte meridionale reiterati attacchi condotti dall'8° armata britannica, dopo violentissima preparazione di fuoco, venivano respinti con forti perdite nemiche in uomini e materiali. Le batterie della difesa distruggevano 9 velivoli.
Palermo, Marsala, Messina, Reggio Calabria, Licata e Pantelleria so¬no state bombardate da massicce formazioni di quadrimotori che provocavano danni ingenti in Palermo, di minor rilievo nelle altre località.
In corso di accertamento il numero delle vittime.
Ventuno degli apparecchi incursori risultano abbattuti: 8 dai no¬stri cacciatori, 7 dalla caccia germanica e 6 dalle batterie contraeree.
1083 - 13 maggio 1943
La I° armata italiana, cui è toccato l'onore dell'ultima resistenza dell'Asse in terra d'Africa, ha cessato stamane per ordine del Duce, il combattimento.
Sottoposta all'azione concentrica ed ininterrotta di tutte le forze anglo - americane terrestri ed aeree, esaurite le munizioni, priva ormai di ogni rifornimento, essa aveva ancora ieri validamente sostenuto, con il solo valore delle sue fanterie, l'urto nemico. E' così finita la battaglia africana durata, con tante alterne vicende, trentacinque mesi.
Nelle ultime lotte, durante le quali tutti i nostri reparti — e quelli germanici a loro fianco schierati — si sono battuti in sublime spirito di cameratesca emulazione, le artiglierie di ogni specialità e il Raggruppamento esplorante corazzato cavalleggeri Lodi davano, come sempre, splendida prova.
L'eroico comportamento dei nostri soldati che, sotto la guida del Maresciallo d'Italia Giovanni Messe, hanno nella lunga battaglia assolto tutti i compiti loro commessi e conquistato nuova gloria alle proprie bandiere, riconsacra nel sangue e nel sacrificio la certezza dell'avvenire africano della Nazione.
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