Il 6 novembre 1943, LA STAMPA di Torino riporta la seguente tragica notizia, seguita da parecchie altre, sempre relative al ritrovamenti di italiani ammazzati prima o morti dopo essere stati precipitati, nudi e legati, nelle foibe del Carso.
“””””Roma, 5 novembre,
Le ricerche condotte dalle autorità in Istria per far luce sulla sorte toccata a decine e decine di italiani sequestrati dai partigiani slavo-comunisti hanno portato alla scoperta di un nuovo eccidio commesso dai banditi durante il loro tragico predominio in questa nobilissima terra italiana.
In una cava di bauxite nei pressi di Galignana sono state estratte le salme di ventitrè persone che, a quanto sembra, dovevano far parte di un gruppo più numeroso di cittadini di Pisino portati via su autocarri dalle carceri di questa cittadina e di cui non si è avuta più notizia. Le salme sono state trovate completamente denudate.
I prigionieri sono stati trucidati con colpi d’arma da fuoco sparati a bruciapelo sulla faccia.
Tra i sequestrati dai banditi e scomparsi merita di essere ricordato il vice segretario del Fascio di Pisino, Lino Gherbetti, il quale, per fronteggiare la minaccia slavo-comunista, aveva chiesto inutilmente alle autorità militari del luogo di armare i cittadini, riuscendo tuttavia a far interrompere le trattative che questi stavano conducendo con i ribelli, i quali, indispettiti per tanto coraggio, imponevano al comandante del presidio di Pisino l’arresto precauzionale del Gherbetti. Il vice segretario del Fascio, confermando il suo carattere fermo e generoso, chiedeva di venire consegnato ai partigiani quale ostaggio purché venissero liberati i suoi compagni.”””””
Il che, evidentemente, non avvenne.
Il 23 novembre 1943, fra le tante tragiche notizie, comprese quelle esaltanti il rinato Partito fascista, LA STAMPA forniva questo spaccato di difficoltà economiche, che dovevano diventare terribili nell'anno seguente:
Le squadre annonarie dipendenti dalla Polizia federale sono entrate da vari giorni in azione e le merci fino ad oggi sequestrate sono state rimesse all’Ente Fascista Assistenziale (E.C.A.) a favore dei poveri.
Oggi esse consegnano ad uno degli spacci della FIAT: chilogrammi duecentotrenta di fagioli, chilogrammi quarantacinque di olio, chilogrammi sette di burro, chilogrammi ottantasei di farina bianca, chilogrammi settanta di riso e una forma di parmigiano, sequestrati nella villa De Vecchi di Val Cismon.
Tale merce viene distribuita gratuitamente a lavoratori con famiglia, alla presenza di un operaio della FIAT stessa.
Sono in corso altre operazioni per il sequestro di prodotti alimentari immessi nel mercato clandestino.
. Il Commissario federale
. Dott. GIUSEPPE SOLARO
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