Continuando la lettura di IL PIEMONTE REPUBBLICANO, trisettimanale della Repubblica Sociale pubblicato a Cuneo e fattomi conoscere dal dott. Roberto Martelli della Biblioteca Civica di Cuneo, non ho trovato notizie particolari che possano dare l'idea dei momenti che passavamo in quei giorni.
Perciò, ne prendo due da LA STAMPA di Torino. Il primo è la classica fucilazione di partigiani catturati, all'insegna del motto "non facciamo prigionieri". Il nemico che si arrende è un uomo morto.
Il secondo è molto più crudele, trattandosi di una e vera e propria pulizia ideologica, spacciata sotto il nome di "epurazione".Si tratta di persone (quelle del commento riferito a Milano) che non combattevano, non erano armate, appartenevano alle stesse forze fasciste, ma criticavano apertamente il governo e la conduzione della guerra.
Il Tribunale Militare di Guerra del C.A.R.S. in funzione di Tribunale Militare Straordinario di Guerra, ha pronunciato la seguente
nel procedimento penale contro:
1) PIZZORNO Carlo del 1922, res. a Torino, studente in legge;
2) BOCCHIOTTI Giuseppe, del 1925, res. a Torino, compositore tipografo;
3) CARAMELIANO Walter, del 1921. res. a Torino, autista meccanico:
4) ARMANO Oreste, del 1922, res. a Pozzolo Formigaro, studente in lettere;
5) MASSALLANDI Francesco, del 1925. res. a Milano, studente in ottica;
6) FARINATI Gianfranco, del 1925, res. a Milano, studente liceale;
7) VALOBRA Ferruccio, del 1898, sfollato a Carmagnola
colpevoli di appartenenza a bande armate.
Il Tribunale predetto dichiara tutti gli imputati colpevoli e condanna ciascuno di essi alla pena di morte mediante fucilazione nella schiena.
Così deciso la camera di consiglio il 21 settembre 1944 - XXII.
L'esecuzione ha avuto luogo all'alba del giorno successivo.
La Federazione dei Fasci repubblicani comunica:
"Per soprusi contro la popolazionee il patrimonio sono stati arrestati e proposti per l'invio al lavoro obbligatorio cinque individui introdottisi nel presidio di Pinerolo della Brigata Nera - «Ather Capelli» al fine di screditarne l'onore e il prestigio."
Segue il commento della STAMPA (chissà che era il giornalista):
"Un fatto analogo, ma più grave, è avvenuto anche a Milano, ove per quattro militi indegni è stata pronunciata ed eseguita la più severa delle sentenzs: quella di morte. Anche in questo caso, per quanto i reati commessi non avessero una eccessiva gravità, è sopraggiunta pronta ed inesorabile la punizione. Non si può permettere ad alcuni di dimenticare il proprio dovere sino al punto di disonorare quellla Camicia Nera indossata da tanti Italiani che offrono la vita per l'onore e la salvezza della Patria.
L'epurazione in atto non è soltanto espressione di giustizia, ma anche un severo monito."
Indietro
Lettera successiva
Torna all'indice
Torna a BELLA ITALIA