ISTRUZIONE O CULTURA? (Marzo 2021)

      E così, il nuovo Ministro Patrizio Bianchi punta tutto sulla tecnologia. Non può fare diversamente, è la sua monocultura. Sicuramente, riuscirà a produrre ottimi elettronici, bravissimi ingegneri, capacissimi analisti-programmatori, eccelsi tecnici per i quadri intermedi, bravi astronauti, eccetera. Ma avranno anche imparato ad essere onesti?
      Qualcuno dirà che la domanda è stupida, ma non lo è.
      Finché non torneranno programmi che, almeno in alcuni settori, riescano a formare spiriti non solo istruiti, ma convinti dell'imperativo categorico (sono stanco di ripeterlo) di Aristotele e di Kant, non credo che con la sola scienza materiale si formino coscienze corrette.
      Quale sarebbe la vera vittoria dell'istruzione in Italia? Far comprendere a tutti, a cominciare dai giovani, che rende di più un'onestà collettiva che un diffuso spirito di furbizia, come adesso è definita ogni specie di furto, sia a danno del singolo sia a danno della collettività.
      Proviamo a fare tutti una constatazione, che è valida da decenni. I nostri uomini migliori per correttezza, sia in politica come nel commercio e nel lavoro, i VIP insomma, prima della laurea, quale indirizzo hanno frequentato nelle secondarie di 2° grado?
      Il coro dirà: Eh! Ma erano figli di ricchi!
      Non è affatto vero. Erano solo figli di genitori che fecero di tutto e di più per farli studiare e farli studiare in quell'indirizzo nelle secondarie.
      Il tutto fino a qualche decennio fa; poi, venne l'era dei genitori furbetti, dei politici figli di genitori furbetti e padri di figli ancor più furbetti, ovviamente.
      Perciò, prima di affannarci sulla quantità di giornate di lezione, sulla quantità di docenti, sui loro titoli, chiediamoci ancora una volta: questo carrozzone serve a forgiare coscienze oneste, rispettose delle leggi perché, oltreché un piacere, è un interesse personale rispettarle e non per paura dei Carabinieri?
      Ciascuno di noi si guardi attorno e guardi se stesso, poi, con sincerità, cerchi una risposta onesta (ripeto il termine alla noia).
      Quando ero in servizio e presenziavo al discorso di apertura dell'anno accademico di un Politecnico, mi colpivano sempre i dati statistici, che sono poi quelli che dicono la verità. Da quale indirizzo secondario proveniva la maggior parte dei migliori laureati dell'anno? Se proviamo a fare questa ricerca, scopriremo un indirizzo molto dequalificato negli ultimi decenni, perché considerava il cervello non il solito "vaso da riempire" di nozioni, ma l'organo da sviluppare per un'appropriata conoscenza della verità, di tutta la verità. Di qui la capacità di adattamento a qualunque indirizzo universitario, a qualunque lavoro pratico.
      Chiudo ripetendo la frase del mese scorso: "Non me la sento di esprimere opinioni sugli ultimi indirizzi della scuola italiana, ma mi lascia perplesso questa continua riduzione delle materie formative. Ho sentito che si vuole ancora ridurre la storia e, se possibile, anche la filosofia."
      E' così? A me pare un eccesso di furbizia.

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