FISCHIA IL SASSO (Aprile 2021)

 

      La nostra Scuola, dopo decenni di trascuratezza da parte dei politici, era ora che venisse rivalutata con la nomina a ministro e viceministri (detti sottosegretari) di persone di sicura e profonda conoscenza di ciò che è (volutamente uso l’indicativo, anziché il congiuntivo) la Cultura.
      E così l’uomo di spessore culturale è stato trovato: l’onorevole Rossano Sasso, il deputato barese della Lega, da poco nominato viceministro nel governo Draghi. Pochi giorni prima, su Facebook, in attesa del giuramento, scrisse – m’immagino fischiettando per la gioia - la frase: "Chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto". Una citazione amata da Salvini, di cui è un fedelissimo.
      Per evitare ogno dubbio nel lettore, precisò anche l’autore della frase: Dante Alighieri.
      Ben venga nel mondo dell’Istruzione una persona che conosce la storia letteraria e non solo, che la ama, la cita e se ne fa un vanto.
      Peccato che quel Dante non sia il Sommo Poeta che scrisse la Divina Commedia, come invece crede il nuovo sottosegretario leghista all’Istruzione. E’ di un Dante apparso in un fumetto di Topolino del 1950, L’Inferno di Topolino, parodia appunto dell’opera dantesca. In tale famosa opera, formata da una serie di fumetti pubblicati fra il 1949 e il 1950, Mickey Mouse personificava il poeta della Divina Commedia, con tanto di tonaca rossa. In una tavola lo si vede leggere una stele in pietra, su cui è incisa proprio la frase che dopo più di mezzo secolo è stata magicamente attribuita a Dante Alighieri, nell'opera del quale non v’è traccia.
      Comunque, è sempre apprezzabile che un nostro governante nella Cultura conosca a fondo l’esistenza della massima opera della letteratura italiana, sia pure sotto forma di fumetto di Topolino. Sasso è uno degli otto segretari di schieramento leghista nel neonato governo Draghi. Siamo certi che saranno tutti altrettanto preparati.
      Intanto, trascrivo ciò che, nella vignetta, Dante dice a Topolino e viceversa:
      - Dante mostra a Topolino una stele con su scritto: CHI SI FERMA E’ PERDUTO - MILLE ANNI OGNI MINUTO.
      - Dante dice a Topolino: “Vedi? Io incitavo gli altri a far bene, ma personalmente mi comportavo male; così ora le fiamme m’incitano a correre!
      - Topolino: “Gulp!”

      - Segue la traduzione in versi, secondo il testo topoliniano:
      - Ed egli a me: Se vuoi saper per quale
      Colpa patisco queste ardenti pene,
      Dirò che in vita razzolavo male…
      Quantunque agli altri predicassi bene!
      E insieme a me punito è in questo loco
      Chiunque all’onestade contravviene!
       Segue l’indicazione: CANTO XVI

      In tutto quanto scritto sopra ci sono alcuni punti che mi mettono a disagio.
      1) Quando, nel 1941, a scuola, da Figlio della Lupa passai a Balilla, l’istruttore, ex militare, mi ripeteva spesso la frase: chi si ferma è perduto, detta da Mussolini in un suo discorso a Genova. La ricordo bene, perché era anche illustrata (monocromatica) sulla copertina del quaderno di terza elementare fornitomi dall'Opera Nazionale Balilla. Che venga esibita da un politico mi trova perplesso e mi costringe a legare il nome di Sasso alla canzone che ci facevano cantare da Balilla: Fischia il Sasso, in onore del genovese Giovan Battista Perasso, detto Balilla.
      2) La ricordo molto bene, perché noi ragazzini l’avevamo subito parodiata così:
      Fischia il Sasso
      il nome squilla
      d’Arcibaldo e Petronilla
      e l’intrepida cagnara
      che suonava la chitara (per fare rima)
      Era bronzo
      quello ..... (parolaccia in rima)
      che nel cesso sprofondò
      e l’intrepido Balilla
      tutto il muso si sporcò.
      Fiero l’occhio
      di Pinocchio
      fiero il naso
      di Tommaso
      (eccetera).
      Non ricordo più la canzone originale.

      3) Perché il Sasso cita proprio quella pagina della Topolino-Commedia?
      Penso sia cosa intelligentemente voluta, per richiamare i politici, tutti i politici e non solo i suoi compagni di partito, al dovere di essere sempre onesti e corretti, amanti della verità e della sincerità nel parlare alla gente, come sempre credo siano stati finora.

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