VERITA' VO CERCANDO... (parafrasando Dante) (Maggio 2021)

      La Scuola continua a mancare al suo scopo: rendere gli individui teste pensanti. Come già dissi, dagli anni ‘70 in poi, è iniziata la demolizione di quelle materie apportatrici di capacità di pensiero, materie che, alla fin fine, si riducono a due: storia e filosofia. Se vogliamo essere precisi, solo storia, perché, quando diciamo filosofia, intendiamo storia della filosofia. “Studiate le storie”, diceva Benedetto Croce; “Il popolo che non conosce il suo passato non ha futuro” hanno ripetuto giornalisti e scrittori che scrivevano e scrivono per la verità, non per la tiratura.
      La conclusione è che chi vuole ingannare il pubblico può farlo in modo soave ed accattivante, ottenendo applausi. Prima, però, deve promuovere per decenni la demolizione della storia e della filosofia. E, per ingannarlo, bisogna impedirgli di saper distinguere il bene dal male, la verità dalla bugia.
      Se, poi, l’inganno è per demolire chi non la pensa come l’ingannatore, è atto deplorevole (eufemismo). Ne parlo con un esempio recente.
      Nella prima decade di Aprile 2021, assistei casualmente per televisione ad un dibattito fra moderatrice e tre/quattro invitati su certi problemi. Si parlò di vaccinazioni e di furbetti che saltano la fila. Un partecipante apprezzò che il Primo Ministro Draghi avesse fatto un richiamo alla coscienza dei furbetti. Subito, un direttore di quotidiano, fisicamente simpatico, intelligente e astuto, intervenne sostenendo che, poiché era Draghi ad aver emesso il decreto che impone di seguire la fila, non poteva lamentarsi se il decreto non è osservato. Altri partecipanti tentarono di interloquire spiegandogli dove era errata la sua interpretazione, ma subito, anche maleducatamente, li interrompeva ripetendo (sei volte) con voce pacatamente autorevole e sorridente, che Draghi aveva emesso il decreto e Draghi era colpevole se il decreto non veniva rispettato.
      Il direttore di giornale, molto intelligente, sapeva che la maggior parte dei bevitori di talk show non avrebbero fatto esami logici, non essendone in grado (nova schola docet), ma avrebbe plaudito alla sua saggezza per aver scoperto una magagna.
      Per essere più chiaro, faccio un esempio:
      Nel 2001, il 26 Marzo, il primo ministro Giuliano Amato firmò la legge n. 128, contro il furto, la quale, fra l’altro, così diceva del furto:
      “Art. 624-bis. – (Furto in abitazione e furto con strappo). – Chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, mediante introduzione in un edificio o in altro luogo destinato in tutto o in parte a privata dimora o nelle pertinenze di essa, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da lire seicentomila a due milioni.”
      Col ragionamento del sopraddetto direttore di quotidiano, Amato non dovrebbe trovare a ridire sulla coscienza dei ladri, perché la legge citata l’ha firmata lui e se qualcuno non la rispetta è colpa sua.
      Ovviamente, il direttore di giornale non ama Draghi (forse perché va a Messa?) ed è un suo diritto manifestare liberamente la sua opinione, ma è anche suo dovere manifestarla nella verità. L’imbonitore sa il fatto suo, ma gli imboniti non sono in grado di pesarne la capziosa sottigliezza.
      Perché? Perché la scuola, con tutto l’ammirevole impegno dei docenti, sta producendo tecnici formidabili in ogni campo (lingue comprese), ma non individui che, in coscienza, sappiano e distinguere il bene dal male, la verità dalla menzogna e siano determinati a scegliere bene e verità. E le caste non aspettano altro che il popolo sia fatto da robot, che producono molto ottenendo il massimo rendimento possibile (ripeto, solo possibile) in quelle condizioni col minimo sforzo, ma senza aperture mentali, per il lauto guadagno delle caste stesse e il celato asservimento retribuito dell’individuo-robot.
      A quando la scuola avrà un ministro non solo bravo tecnocrate e bravo sindacalista, ma intelligente e coraggioso a tal punto da ritoccare pro apertura mentale (che dolore per tante caste…) i programmi di certi indirizzi scolastici?

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ISTRUZIONE O CULTURA? (Marzo 2021)

      E così, il nuovo Ministro Patrizio Bianchi punta tutto sulla tecnologia. Non può fare diversamente, è la sua monocultura. Sicuramente, riuscirà a produrre ottimi elettronici, bravissimi ingegneri, capacissimi analisti-programmatori, eccelsi tecnici per i quadri intermedi, bravi astronauti, eccetera. Ma avranno anche imparato ad essere onesti?
      Qualcuno dirà che la domanda è stupida, ma non lo è.
      Finché non torneranno programmi che, almeno in alcuni settori, riescano a formare spiriti non solo istruiti, ma convinti dell'imperativo categorico (sono stanco di ripeterlo) di Aristotele e di Kant, non credo che con la sola scienza materiale si formino coscienze corrette.
      Quale sarebbe la vera vittoria dell'istruzione in Italia? Far comprendere a tutti, a cominciare dai giovani, che rende di più un'onestà collettiva che un diffuso spirito di furbizia, come adesso è definita ogni specie di furto, sia a danno del singolo sia a danno della collettività.
      Proviamo a fare tutti una constatazione, che è valida da decenni. I nostri uomini migliori per correttezza, sia in politica come nel commercio e nel lavoro, i VIP insomma, prima della laurea, quale indirizzo hanno frequentato nelle secondarie di 2° grado?
      Il coro dirà: Eh! Ma erano figli di ricchi!
      Non è affatto vero. Erano solo figli di genitori che fecero di tutto e di più per farli studiare e farli studiare in quell'indirizzo nelle secondarie.
      Il tutto fino a qualche decennio fa; poi, venne l'era dei genitori furbetti, dei politici figli di genitori furbetti e padri di figli ancor più furbetti, ovviamente.
      Perciò, prima di affannarci sulla quantità di giornate di lezione, sulla quantità di docenti, sui loro titoli, chiediamoci ancora una volta: questo carrozzone serve a forgiare coscienze oneste, rispettose delle leggi perché, oltreché un piacere, è un interesse personale rispettarle e non per paura dei Carabinieri?
      Ciascuno di noi si guardi attorno e guardi se stesso, poi, con sincerità, cerchi una risposta onesta (ripeto il termine alla noia).
      Quando ero in servizio e presenziavo al discorso di apertura dell'anno accademico di un Politecnico, mi colpivano sempre i dati statistici, che sono poi quelli che dicono la verità. Da quale indirizzo secondario proveniva la maggior parte dei migliori laureati dell'anno? Se proviamo a fare questa ricerca, scopriremo un indirizzo molto dequalificato negli ultimi decenni, perché considerava il cervello non il solito "vaso da riempire" di nozioni, ma l'organo da sviluppare per un'appropriata conoscenza della verità, di tutta la verità. Di qui la capacità di adattamento a qualunque indirizzo universitario, a qualunque lavoro pratico.
      Chiudo ripetendo la frase del mese scorso: "Non me la sento di esprimere opinioni sugli ultimi indirizzi della scuola italiana, ma mi lascia perplesso questa continua riduzione delle materie formative. Ho sentito che si vuole ancora ridurre la storia e, se possibile, anche la filosofia."
      E' così? A me pare un eccesso di furbizia.

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