LE DISGRAZIE NON VENGONO MAI SOLE (Giugno 2021)

 

      Caro Antonio C. (uso il tuo nome originale, che cambiasti per nobili motivi),
      che ne dici del ministro dell’Istruzione? Non sarebbe meglio chiamarlo ministro della Distruzione? Ho letto e riletto l’articolo “Un esame un po’ classista” di Galli della Loggia (Corriere della Sera del 5 Maggio 2021), che condivido in pieno, perché non fa altro che ribadire ciò che ti scrivo da tempo. Col ministro Bianchi “prosegue inarrestabile la corsa della scuola italiana all’asservimento nei confronti del cosiddetto mondo del lavoro. Il che significa non insegnare dei saperi ma suggerire un modo d’essere, istruire e valutare gli studenti in vista specialmente del loro futuro impiego come ingranaggi della macchina produttiva, come esecutori di mansioni”.
      Come tu sai, caro Antonio, da tempo vo lamentando l’impostazione scolastica che mira a togliere al giovane individuo la capacità di ragionare con solide basi di preparazione, spingendolo a prepararsi ad essere il perfetto conoscitore di una o più tecniche ai fini dell’impiego. Il che giova, soprattutto, al datore di lavoro, a cui fa comodo che il lavoratore sia un robot perfetto ed altamente produttivo, anche se lavora automaticamente.
      Caro Antonio, ti cito ancora il punto in cui Galli sostiene che l’indirizzo ministeriale spinge a “rinunciare a ciò che una scuola degna di questo nome deve proporsi: avviare delle giovani menti alla conoscenza del mondo, nell’idea che ciò non solo gli servirà domani nelle loro più varie attività lavorative, ma soprattutto perché ciò feconderà lo sviluppo della loro personalità e del loro carattere, non secondo un qualche piano predefinito, ma secondo le misteriose via della crescita umana e della vita.”
      Il ministro, sindacalista improvvisato, da tecnologo si trasforma in tecnocrate e, a quanto pare, si preoccupa soprattutto dei voti (futuri suoi, non degli studenti). Perciò, si lancia in campagne di assunzioni di docenti; campagne che attualmente sono necessarie, ma che sarebbero anche utili se – e lo ripeto all’infinito, da annoiare persino me stesso –, aiutassero la Scuola a fabbricare cittadini pensanti anziché obbedienti robot.
      Caro Antonio, non ti viene l’idea che l’impostazione scolastica degli ultimi decenni, incrementata dai concetti del ministro attuale, piaccia molto a parecchi politici, adusi a concioni reboanti per elettori considerati sempliciotti? Ma pare che Draghi non abbia trovato di meglio...
      Di un altro aspetto nocivo (seconda disgrazia) delle disposizioni dell’intraprendente ministro ti parlerò la prossima volta.

      Un saluto carissimo dal tuo amico

Férrer

 

lettera precedente
lettera successiva
torna all'indice
Torna BIANCHI