Leggo su un giornale:
“Scuola media bocciata: gli alunni apprendono meno che alla primaria, i prof sono più precari”
Questo è vero, ma perché? Sentiamo le esternazioni dei competenti:
Un esperto scrive:
"Più stressati in classe e solo un docente di ruolo su 100 ha meno di 30 anni"
Un altro esperto:
“La scuola media è da sempre considerata il "buco nero" nella galassia dell'istruzione obbligatoria. Istituita nel 1962, trascurata, ignorata fino alla proposta che ha tentato molti, da Berlinguer alla Moratti (l'idea fu rilanciata anche da Salvini): abolirla. Ma qual è il suo effettivo stato di salute? Non buono. I docenti sono meno giovani e più precari rispetto agli altri ordini di scuola, circa un terzo dei ragazzini dicono che non stanno bene tra quei banchi, i loro risultati negli apprendimenti sono inferiori alla media Ocse, per esempio, in Matematica. Non solo: peggiorano tra la primaria al salto delle medie.”
Ancora un esperto che parla della scuola media:
"E' cambiato molto poco - osserva l'economista Andrea Gavosto -, anche quello che noi allora auspicavamo, dopo la prima indagine nel 2011, e cioè un rinnovamento del corpo docente non ha funzionato. Il problema della scuola media è diventato strutturale. La nostra idea non è di abolirla, ma di sollecitare un confronto per migliorarla". Una ricerca che, nonostante l'emergenza sanitaria e tutti i problemi aperti sulla scuola rispetto al covid, riaccende un vecchio dibattito che riguarda il come intervenire e con quali orientamenti e modelli culturali.
Il direttore della Fondazione Agnelli lancia le sue idee, faranno discutere: estendere il tempo scuola (il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede fondi per il tempo pieno) portando i ragazzi in aula anche al pomeriggio per fare sport, laboratori, musica, teatrpo come materie curriculari, non extra; innovare la didattica, introdurre materie opzionali; curare di più la formazione dei docenti, con una laurea magistrale dedicata e una forte selezione anche su come insegnano e non solo sulle discipline.”
Ancora in altro giornale:
“””Più risorse con «La scuola al centro»
Con l'obiettivo di contrastare la dispersione scolastica, il Miur ha lanciato il bando “La scuola al centro”, mettendo a disposizione 187 milioni di euro di fondi Pon, per oltre un milione di ore di attività aggiuntive (di cui 277.980 di sport) da svolgere in orario extra-scolastico, di pomeriggio o nei mesi estivi. Dopo la sperimentazione, la scorsa estate, in quattro città (Milano, Roma, Napoli e Palermo), ora l'iniziativa si estende a tutto il territorio nazionale. Le scuole finanziate dal bando sono, infatti, 4.633, di cui 221 si trovano nelle aree colpite dal terremoto. Complessivamente, sono i progetti proposti sono 33.530 e coinvolgono 700mila studenti e 33mila genitori. Alle attività (soprattutto sport, musica, laboratori di lingue, teatro e innovazione digitale), possono infatti partecipare anche le famiglie.”””
Sono tutti ottimi articoli e sacrosante verità, nei limiti del possibile, perché già Pilato si chiedeva senza risposta: “che cos’è la verità?”. I competenti continuano ad esercitarsi alla ricerca di soluzioni materiali: più insegnanti, più preparazione docente, più personale, più classi, più ore, eccetera. Nessuno chiede più vera cultura e meno pura erudizione.
Detto per i non competenti, l’erudizione forma individui espertissimi in materie particolari, capaci nel loro lavoro anche difficile, facilmente inseribili in attività lavorative anche molto retribuite.
La cultura, poverina, forma l’individuo al suo interno, lo fa pensare, meditare, ragionare, acquisire coscienza di sé. Lo abitua a distinguere automaticamente il bene o il male dell’azione che sta intraprendendo, frase da leggere almeno due volte.
Ma, purtroppo, la cultura è fatica, è studio continuo di azione e pensiero: lo studio di ciò che ha fatto l’uomo da Eva in poi (storia degli avvenimenti) e lo studio di ciò che ha pensato l’uomo da Eva in poi (storia della filosofia).
Materie creative di coscienza individuale sempre più avversate da decenni. Chiediamocene il perché; io, per pudore, non saprei rispondere. Una volta i genitori si chiedevano: nostro figlio sarà un uomo con la schiena diritta, cioè onesto?. Ora, la domanda è: quanto guadagnerà nostro figlio?
E intanto gli insegnano a non pagare l’IVA, se può.