"INSEGNARE E' UNA MISSIONE" - Seconda ed ultima parte - (Settembre 2018)

      (Porto a termine quanto scrissi nel mese di Aprile).

      Trovai, nell’opuscolo stampato nel 1993 per il 25° dell’istituzione del Liceo Scientifico Luigi Cremona di Milano, il pezzo scritto dall’ingegner Gabriele Del Bene, il quale non ebbe mai rapporti organici con la Scuola, ma era il “semplice” marito di una insegnante di matematica. La sua attività, del tutto estranea al mondo scolastico, lo portò a vedere la Scuola da esterno, con occhio distaccato. La sua eterogenea formazione culturale gli suggerì il pezzo, dove, in modo accattivante e semiserio, fece 25 anni fa un ritratto profondo, serio e realistico della Scuola. In 25 anni, che cosa è cambiato?

      """L'INSEGNANTE-ESPLORATORE è uno che è entrato nel territorio della scuola con un programma abbastanza egoistico, consistente nel ricercare gratificazioni personali, come il soddisfacimento di suoi interessi o di sue ambizioni, o semplicemente vivere emozionanti avventure.
      L’obiettivo degli appartenenti a questa categoria non è tanto di trasmettere cultura, valori o idee e di sviluppare il livello culturale degli alunni, quanto quello di utilizzare l'ambiente e i suoi abitanti per i loro scopi personali, che possono andare dal godere della esibizione della propria scienza ad un pubblico quanto più possibile disciplinato, attento e deferente, a quello di realizzare iniziative e programmi turistico•culturali che gli stanno particolarmente a cuore.
      La tecnica più spesso usata per raggiungere con minore fatica questi obiettivi è quella di utilizzare gli indigeni reclutando fra loro volenterosi sherpa, a cui assegnare i lavori più pesanti e ingrati.
      Questo modo di procedere mette talvolta l'insegnante-esploratore in contrasto con altri colleghi, a cui sottrae preziosa mano d'opera, truppe, pubblico o adepti, a seconda del tipo di insegnante con cui entra in contrasto.
      Come è facile immaginare, le relazioni di questi tipi di insegnanti con i loro alunni che non fanno parte del gruppo degli sherpa sono abbastanza superficiali, e non lasciano grandi tracce né tento meno affettuosi ricordi in entrambi.

      L'INSEGNANTE-TURISTA è quello che è entrato nelle scuola per curiosità, e non di rado con l'intenzione (poi immediatamente abbandonata) di uscirne al più presto. Il suo obiettivo reale, al momento della scelta della professione, era stato infatti quello di passare il tempo in un modo che, dall'esterno, gli era sembrato piacevole e stimolante.
      Il fatto che il tempo da lui speso nella scuola sia addirittura remunerato rende le sua felicità quasi completa; è raro quindi trovare fra questi elementi il tipo fortemente sindacalizzato e incline alle rivendicazioni contrattuali; più facile è anzi convincerlo a contribuire di tasca propria alle spese di gestione.
      L‘unico modo per fare seriamente arrabbiare l'insegnante-turista è quello di sottrargli qualche ora di lezione, qualsiasi sia il pretesto usato: in questo caso egli si sentirà realmente derubato e reclamerà ad altissima voce i suoi sacrosanti diritti.
      Di norma personaggi di questo genere godono di altre entrate e non sono afflitti da problemi economici: ciò consente loro di esercitare la professione ostentando una certa aria di sufficienza o di superiorità.
      Questo esibito disimpegno non sfugge in genere all'occhio attento degli alunni, che regolarmente riescono a manipolarli e infinocchiarli, come effettivamente capita anche ai turisti, a cui viene rifilata a caro prezzo le collanina tipica locale realizzata con palline di plastica in vendita nelle cartolerie.

      L'INSEGNANTE-TOTEM è ormai un fossile vivente, che dopo une lunga militanza accuratamente vissuta al di fuori delle diatribe, delle polemiche e, quando ci è riuscito, persino delle normali attività scolastiche, ha ormai raggiunto une posizione di solenne e ieratico distacco nei confronti di chicchessia. Egli viene apparentemente tenuto in gran conto da tutti, viene spesso onorato con doverosi riconoscimenti formali, come la nomina a vice-preside o la presidenza di comitati, e all'occorrenza viene chiamato in causa durante i collegi dei docenti, quando si tratta di rintracciare episodi, nomi o procedure ormai dimenticati da tutti.
      Il suo ruolo pubblico è quindi quello dell'oracolo e del custode delle memorie della scuola; anche come insegnante nessuno si sogna di contestarne la illuminata sapienza, che egli distilla ai suoi studenti in armoniose e dotte giaculatorie.
      Al contrario di quello che potrebbe sembrare è molto apprezzato anche dei giovani, che trovano facilmente con lui una via di pacifica convivenza, basata su una reciproca e rigorosamente osservata non-interferenza.

      La galleria potrebbe continuare, ma l'analogia mi sembra già sufficientemente illustrata. Rimane forse da domandarsi: esistono anche, fra gli altri, gli INSEGNANTI-INSEGNANTI?
      Il quesito suona un po' provocatorio, ma la risposta è facile: tutti gli insegnanti insegnano, magari senza rendersene conto."""

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