SE IL NUOVO MINISTRO LEGGESSE LA PRESENTE... (Giugno 2018)

 

      Oggi è sabato, Maggio sta per finire ed il tempo è così così. Mentre sto scrivendo, non so se il professor Conte riuscirà o meno a fare il governo (per l’esattezza: il governo che piace a Salvini, ammettendo che Salvini voglia effettivamente che nasca un governo). Non ho idea di chi potrà essere il futuro ministro e allora mi limito a meditare su una nota sulla scuola che casualmente lessi. Per far ciò, devo interrompere la pubblicazione della seconda parte di “INSEGNARE E’ UNA MISSIONE”. Ma in futuro la pubblicherò sicuramente.
      Veniamo all’oggi. Un’organizzazione che si occupa (gratuitamente) dei ragazzi ha pubblicato la nota che mi permetto di trascrivere, con poche omissioni.

      “””””Gli atti di bullismo verso gli insegnanti a scuola inondano le notizie di cronaca degli ultimi mesi.
      Ci sono ragazzi che minacciano i professori, altri che pretendono voti più alti, altri ancora che arrivano alla violenza fisica pur di far valere i loro “diritti”.
      Di fronte a tali continui attacchi verso la figura degli insegnanti non possiamo tacere.

(omissis)

      Forse non è un caso che proprio a 50 anni di distanza dalla rivoluzione del 1968, ci troviamo di fronte a simili episodi.
      Le riforme della scuola degli ultimi decenni hanno sminuito la figura dell’insegnante, che ha perso gradualmente autorevolezza e prestigio.
      E di pari passo la stessa istituzione scolastica nel suo complesso ha subito un tracollo, conducendo inesorabilmente i ragazzi ad un livellamento verso il basso.
      Oggi i docenti si trovano sempre più stretti tra dirigenti scolastici che frequentemente rispondono ad una logica aziendalistica, e genitori e studenti che non risparmiano violenze fisiche e verbali per veder riconosciute le loro istanze.
      Bocciare ormai è diventata un’impresa ardua. Mettere cattivi voti anche. Si rischiano per l’appunto proteste e aggressioni da parte di alunni e genitori. E non è raro che gli stessi dirigenti si schierino a fianco di questi ultimi.
      Il risultato? Gli studenti sono sempre più ignoranti e sempre più maleducati, perché sanno che, comunque si comportino, alla fine non succederà loro nulla di grave: la colpa è sempre e comunque del docente.
      Ecco perché dobbiamo cogliere questa ultima occasione per invocare una legge che tuteli maggiormente gli insegnanti in quanto pubblici ufficiali e inasprisca le pene per i casi di vera e propria violenza da parte di studenti e genitori.
      Non solo. Chiediamo alle autorità anche di lavorare davvero per una buona scuola, in cui bocciare e mettere cattivi voti non sia un’eccezione, ma uno strumento per educare, e in cui vengano premiati i meritevoli e sia elevata la qualità dell’insegnamento.
      Basta con il livellamento verso il basso! Basta con una scuola in cui il docente è svilito nella sua funzione e in cui alla fine a guadagnarci sempre sono solo gli studenti che non fanno il loro dovere!
      Dobbiamo dire basta allo stile educativo e alle pretese del movimento sessantottino che ormai imperano nelle nostre scuole.
      È tempo di cambiare. Sono sicuro che siamo in tanti a pensarla così.
      Certo, il problema è prima di tutto culturale e su questo fronte bisogna assolutamente lavorare.

(omissis)

       In fondo, è per il futuro dei nostri figli e nipoti.”””

°°°°°O°°°°°

      Non è farina del mio sacco, ma c’è tanta verità, anche se avrei evitato certe espressioni. L’unico punto su cui dissento è l’accenno ai dirigenti scolastici: sono veramente trattati male (non mi riferisco al trattamento economico), sono lasciati allo sbaraglio senza essere dilettanti; molto spesso sono competenti ed appassionati al loro lavoro. Ma di ciò parlerò un’altra volta.
      Intanto, quando sentiamo che dei genitori chiedono ai figli: oggi la maestra è stata brava (alle elementari)? oppure: oggi il professore ti ha trattato male (alle secondarie)? facciamo un sorriso e compatiamo. Invece dovremmo arrabbiarci moltissimo, perché vuol dire che è stato scardinato ogni rispetto dei ruoli, a cominciare da quello di genitore, e che ciò che subdolamente la famiglia insegna ai ragazzi è che l'unica cosa che conta è avere sempre ragione. Comunque.

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