APPLAUSO DEMORALIZZANTE (Senza citare Bonucci, il calciatore…) (Dicembre 2018)

      Qualche settimana fa, il mio vecchio Liceo (Classico e Scientifico) celebrò una ricorrenza con un convegno interessantissimo, cosa che non sempre avviene. La lectio magistralis del professor Fernando Ferroni (astrofisica: come va il mondo?) mi fa pensare ancora adesso.
      Poi, la Dirigente organizzatrice - un plauso al programma, per l'elevato tenore culturale - chiamò alla ribalta otto ex frequentanti quel Liceo Scientifico, invitati ad esporre esaurientemente l’apporto ricevuto nei cinque anni scolastici. Si trattava di ingegneri, docenti, medici, impresari, ricercatori, fotografi, gente di spettacolo.
      Mi colpì il fatto - ma me lo aspettavo - che tutti (meno uno) lodarono l’importanza dell’apporto culturale loro fornito dal Liceo; in particolare, lodarono l’importanza per il loro lavoro da quanto ricevuto dalle materie umanistiche.
      Meno uno, operante nel mondo dello spettacolo (ma non ne so di più né so che laurea abbia conseguito) il quale, con tono tonitruante, urlò di smetterla con lo studio dei Promessi Sposi ed altri studi retorici del genere.
      Tutti ed otto furono degnamente applauditi, ma quest’ultimo suscitò un applauso fragoroso e lungo dalla platea di studenti in sala.
      Può succedere che qualcuno non capisca i Promessi Sposi; successe ad un attore che amavo, Alberto Sordi, che ridusse don Abbondio ad una macchietta, ben diversa dal vero don Abbondio di Tino Carraro. Evidentemente, succede ancora oggi.
      Ma l’applauso scrosciante, somma di quelli riservati agli altri, deve aver fatto meditare anche gli attuali professori del mio vecchio Liceo. E meditare non fa mai male.
      Chissà se gli insegnanti (specie di materie scientifiche) consiglieranno agli allievi dall'applauso demoralizzante di leggere la pagina 41 del Corriere della Sera del 22 Novembre 2018, in cui Carlo Rovelli, fisico italiano di fama internazionale, presentando un suo libro (su argomenti scientifici, naturalmente), così si esprime: "Trovo che uno scienziato debba avere una prospettiva filosofica, che la scienza nel suo insieme sia un'esplorazione dei modi di pensare il mondo. Da Einstein a Newton, tutti i grandi si sono nutriti di filosofia. Einstein ha letto Kant a 15 anni. E i filosofi, Kant, Aristotele, si sono interessati alla cultura scientifica del loro tempo". Insomma, i corsi con storia e filosofia rendono maturi - a parità di studi scientifici - più di altre materie. Chissà se il mio ex collega Bussetti legge Carlo Rovelli...
      Un mio figlio, da parecchi anni, insegna latino e greco antico all'Università Statale di Pechino. Che cosa ne pensano i cervelli dall'applauso demoralizzante? Probabilmente niente. Ma i cinesi sanno che la cultura umanistica universale produce maturità personale; sanno, soprattutto, che le grandi aziende, tecnologiche e non, nei curricula, apprezzano molto l'aver seguito corsi umanistici. Si sottopongono a fatiche enormi, pur di riuscire a capire soprattutto gli autori latini.
      In Italia, si continuano a ridurre tempi e programmi degli studi umanistici, mentre i grandi cervelli ringraziano per la loro parte di maturazione umanistica ricevuta.
      Divento cattivo, assalito dal sospetto che si voglia eliminare la cultura umanistica nella maturazione dell’individuo semplicemente per rendere l’individuo un perfetto uomo-robot, come Charlie Chaplin in Tempi Moderni. Così diventerà un abile dialettico da porta a porta, come qualche politico attuale, e crederà a chi grida più forte, anche in cabina elettorale.
      Sono demoralizzato; demoralizzato e dispiaciuto.

Indietro
lettera successiva
torna all'indice
Torna a BUSSETTI