RIFLESSIONE SULL'APERTURA MENTALE (Febbraio 2019)

      Non me la sento di esprimere opinioni sugli ultimi indirizzi della scuola italiana, ma mi lascia perplesso questa continua riduzione delle materie formative. Ho sentito che si vuole ancora ridurre la storia e, se possibile, anche la filosofia.
      Parlo della scuola secondaria di secondo grado, dove vedo sempre più assimilazione fra i vari ordini. La scuola dovrebbe aiutare tutti, però, senza limitare i cosiddetti cervelloni, colla scusa di non declassare gli altri.
      Per essere brevi: lo scempio che si fa dei Licei (in particolare del Classico) faciliterà il conseguimento della maturità, ma frena la preparazione puramente culturale, vale a dire l’apertura mentale la più completa possibile.
      Ora, da tempo in tutti i campi occorrono giovani preparati al loro lavoro; di qui l’attenzione ai vari tipi d’istituto che addestrano ad un'attività e all’eventuale accesso all’Università. E ciò si persegua con cura.
      Ma si salvino almeno i due Licei, Classico e Scientifico, che non danno una preparazione specifica per l’accesso diretto al lavoro, ma aprono la mente per chi sicuramente continuerà all’Università.
      Il Liceo Classico, ad esempio, non deve fare propaganda per aumentare il numero degli iscritti; deve semplicemente spiegare che chi esce da quella scuola è destinato a frequentare l’Università. Di conseguenza, dovrà fornire una preparazione culturale vasta, basata sull’apertura mentale che si ricava dallo studio dei grandi del passato, delle loro idee, delle vicende stesse del passato, analizzate a fondo con occhio critico. Ma l'occhio critico si acquista soprattutto colla comprensione dei pensieri filosofici e dall’analisi degli eventi storici. Non sono io, ma sono due grandi d'altri tempi ad aver detto che un popolo non ha futuro se non conosce a fondo il suo passato.
      Termino con una constatazione deprimente. Qualche volta guardo, in TV, L’Eredità. Mi nasconderei sotto terra, quando vedo laureati che sono uno strazio in storia e geografia. Non parlo della filosofia, cosa troppo difficile, perché - facendo oltraggio all'etimologia della parola - non se ne parla nemmeno.
      Vorrei tanto che qualcuno mi consolasse!

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