1 –
Tarditi-Schellino Catterina d’anni 81 (chiarene), morta con tutti i
Sacramenti il 9 Gennaio 1940.
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2 – Borgogno-Ruffinengo
Francesca di anni 35, morta con tutti i Sacramenti, nell’Ospedale Civico di
Alba il 13 Gennaio. Anche questa morte lascia grande impressione in
Parrocchia ove nessuno s’attendeva la ferale notizia. Lascia col marito
inconsolabile un tenero figlio, Walter, di appena 10 anni, ancora quasi
inconscio della grave sventura e più che mai bisognoso delle cure materne.
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2bis – A Torino, il
3 Febbraio, confortato da tutti i Sacramenti, moriva, dopo breve malattia il
nostro compaesano Abbio Luigi fu
Michele di anni 84, stimatissimo artigiano in Torino e conosciutissimo
anche a Novello cui era tanto affezionato. La sua salma, per suo espresso
desiderio, fu trasportata al nostro paese e tumulata nel nostro Camposanto,
dopo una sepoltura solenne alla quale prese parte una imponente folla di
amici e conoscenti, tra i quali molti erano venuti da Torino su apposito
autobus. Al Camposanto salutò un amico di famiglia esaltando le doti del
defunto, lavoratore indefesso, animo mite e buono.
Il Bollettino s’unisce nelle
condoglianze alla vedova Daniele Modesta, alla Figlia Maria in Cadario ed
alle Famiglie Abbio e Daniele cui il defunto era affezionatissimo e che
sentitamente ringraziano gli amici di Torino e di Novello per la commossa e
spontanea dimostrazione data al loro Defunto.
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3 – Spinardi
Giuseppe fu Lorenzo d’anni 84 (Moriglione), morto con tutti i Sacramenti
amministratigli dal Rettore Can. Garezzo il 29 Marzo. Ebbe sepoltura di I.a cl.
ord. a Novello il 30 accompagnato da un buon numero di borghigiani, cui la
famiglia esprime riconoscenza.
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4 – Decanto
Giovanna di N. N. di mesi 7, affidata ai Coniugi Abbio Michele e Costa Elena,
morta il 6 Aprile.
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5 – Grimaldi
Giacinta vedova di Alessandria Giovanni d’anni 70 (Loschetto). Segue a pochi
mesi di distanza il marito. Donna amante della sua casa, si preparò alla
morte, che la trovò munita di tutti i Sacramenti il giorno 26 Aprile u. s.
nel lavoro e nella preghiera. Condoglianze alla famiglia.
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6 – Stroppiana
Maria di Nicola d’anni 26 (Linetti). A quanto riportiamo dalla Gazzetta
d’Alba aggiungiamo semplicemente che la buona Maria si preparò alla morte
accettando con rassegnazione la lunga e dolorosa malattia nella quale trovava
conforto col ricevere sovente la S. Comunione.
GIGLI E CRISANTEMI
si sono bellamente intrecciati in morte di Stroppiana Maria di Nicola d’anni
26 avvenuta sabato 27 scorso Aprile.
Priora delle Figlie di Maria, Socia della Gioventù Femm.
di A. C., Zelatrice del S. Cuore. Erano questi i
titoli onorifici e meritori con cui il manifesto funebre annunziava la morte
ed i funerali della buona Maria. E devono essere anche questi i titoli che
valgano a confortare i desolati genitori, le affezionatissime sorelle, le
amiche e parenti.
Proprio come sette
anni fa un egual manifesto annunziava la morte della sorella Catterina, di
cui non è ancor spenta la memoria.
E se vogliamo
parlare con la fede alla mano, occorre dire che alla Famiglia Stroppiana il
Signore voglia un gran bene portando via i suoi fiori (la Maria è la terza
della famiglia che muore in giovane età) prima che il turbine del mondo li
guasti o li agghiacci il gelo dell’incredulità. Proprio così come canta la
Chiesa nella festa dei Santi Innocenti.
E la Maria se lo
meritava il Paradiso. Buona, divota, sorridente con tutti, gelosa della sua
virtù, esempio di lavoro e di preghiera lascia un profondo rimpianto tra le
numerose figlie di Maria che la conoscevano e l’amavano. E chi sa dire
davanti a questi apparenti misteri che cosa sia meglio: morire giovani nella
certezza di salvarsi o crescere il pericolo col crescere degli anni? Solo
Colui che ci ha data la vita sa come e quando è meglio per noi
restituirgliela.
Intanto, come ben
fu osservato, nessun corteo di nozze riesce solenne, commovente, confortante
come il corteo che ha accompagnata martedì 30 Aprile la buona Maria al riposo
dei giusti. In un trionfo di bianco impressionante le Figlie di Maria vollero
per sé l’onore di portare la loro Priora, mentre sulla salma dolcemente
composta nella pace sorridente della morte s’erano moltiplicate le lacrime,
le preghiere, i fiori.
Pace alla sua
bell’anima e conforto cristiano dell’addolorata famiglia.
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7 – Rosso Luigia
vedova di Taricco Giacomo (Paese) d’anni 71, morta, dopo lunga malattia, con
tutti i Sacramenti il 22 Maggio. Fu Priora delle Umiliate e godeva buona
stima in paese. Assidua alla Chiesa ed ottima massaia. Ebbe funerali
imponenti il 25 Maggio.
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8 – Foglio Margherita
ved. di Tarditi Giuseppe (Paese) d’anni 86, morta improvvisamente il 15
Giugno, dopo quasi due giorni d’agonia in cui non riprese conoscenza. Ebbe
sepoltura domenica sera 16 con numeroso accompagnamento.
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9 – Marengo
Francesco (Ravera) morto in Alba e colà seppellito il 16 Giugno 1940. Lascia
una famiglia numerosa di cui parte ancora tenera. Buon lavoratore e buon
cristiano era da tutti stimato.
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9bis – Avv. Cav.
Uff. Giuseppe Giordano d’anni 59, R. Pretore di Carrù, colà morto
improvvisamente il 21 Giugno. La salma fu trasferita a Torino nella tomba di
famiglia. Consigliere, benefattore, esempio di virtù civili e religiose,
lascia a Novello, sua patria d’adozione, profondo rimpianto.
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10 – Passone Maria
Teresa di Domenico, di mesi 7, morta il 15 Luglio.
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11 – Audisio
Michele fu Giovanni d’anni 71 (Paese). Colpito da apoplessia morì munito
dell’Estrema Unzione il 26 Luglio.
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12 – Rossotto Carlo
fu Domenico d’anni 73 (Paese). Ebbe lunga e dolorosa malattia, amorosamente
assistito dalla figlia Maria. Morì confortato da tutti i Sacramenti l’8
Agosto.
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13 – Conterno
Giuseppe di Mattia d’anni 44 (Palaretta). Fu giovane serio e laborioso; un
male violento che lo fece soffrire assai lo portò via innanzi tempo. Ebbe tutti
i Sacramenti, sepoltura onorata con copioso intervento di amici e conoscenti.
Lascia in famiglia un largo rimpianto.
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14 – Alessandria
Catterina fu Bartolomeo d’anni 56 (Fasana). Era sofferente da molto tempo e
non valsero le cure di specialisti e le lunghe degenze in primarie case di
cura. La sua scomparsa destò in tutti profonda commozione. Ebbe funerali
solenni il 5 Ottobre. La Sorella ha disposto per la immediata celebrazione
delle “Messe Gregoriane”.
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15 – Tarditi
Stefano fu Giuseppe (Balestra) d’anni 76 (Bergera). Dopo lunghe sofferenze si
spense cristianamente confortato da
tutti i Sacramenti l’11 Nov. Ebbe sepoltura di 1° cl. il 13.
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16 – Rapalino
Giovanni fu Carlo nativo di Niella B. d’anni 78 (Bergera). Uomo di antica
tempra, ottimo cristiano e lavoratore indefesso. Trasferitosi con la famiglia
a Novello quasi povero, col lavoro e l’onestà fece una discreta fortuna. Ebbe
il conforto di tutti i Sacramenti. Morì il 2 Dicembre. La famiglia volle per
lui la sepoltura solenne cui intervenne numerosa popolazione ed una buona
rappresentanza con bandiera dell’Unione di A. C. cui il defunto apparteneva.
Condoglianze alla famiglia.
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17 – Balocco Dott
Cav. Adolfo d'anni 83, medico condotto pensionato, nato a Rocchetta C. Si
spegneva rassegnato e confortato da tutti i Sacramenti, dopo breve malattia,
la sera del 2 Dicembre. Riportiamo dalla Gazzetta d'Alba la breve e succosa
necrologia dettata da chi ben lo conosceva, aggiungendo per conto nostro che
la scomparsa del Dott. Balocco lascia un profondo e quasi incolmabile vuoto
non solo nelle sua famiglia, ma anche in paese dove era conosciutissimo e
profondamente stimato. Fu per tanti anni amministratore del nostro Asilo ove
diede sempre l'opera sua disinteressata e preziosa di medico e di consigliere.
L'Asilo lo ricorda tra i suoi benefattori ed i bimbi avranno sempre per lui
una preghiera. Sia pace all'anima sua buona ed il pensiero della sua vita e
della sua fine cristiana
sia di conforto
alla famiglia, specie alla figlia Lidia che lo circondò, specie in questi
ultimi anni, delle cure più affettuose, rinunziando per lui alle gioie di una
propria famiglia, esempio di amore figliale oggi non tanto frequente.
Da LA GAZZETTA
D'ALBA
Il giorno 2
corrente serenamente si spegneva in
Novello a 83 anni il Dott. Cav. Adolfo Balocco.
Era da 56 anni a
Novello ove ha percorso tutta la sua carriera di medico dalla Laurea alla
morte.
Col paese di
Novello si era tanto immedesimato da considerarlo come suo paese nativo, ed
il paese considerava il dott. Balocco come il suo medico per eccellenza.
L'attività del
Defunto è sempre stata instancabile e generosa a favore di tutti, in tutte le
circostanze anche le più tragiche.
Durante l'epidemia
delia spagnola che imperversò così violentemente, il povero dottore doveva
tenere da solo il fronte di combattimento contro l'inesorabile falciatrice
nei paesi di Barolo, Novello, Monchiero. Affrontò animosamente la lotta
percorrendo più volte ogni giorno, nella stagione più rigida, le strade fangose
ed interminabili giungendo in ogni casa, anche la più isolata, a recare il
conforto della sua scienza e della sua bontà. Mangiava dove e come capitava
senza più restituirsi a casa che per brevi sonni sempre interrotti da nuove
scampanellate.
Tutta la sua vita è
stata una milizia ed egli non se ne stancò mai, mai se ne lamentò, animato da
una forza morale che dà serenità nel sacrificio e fa apparir più naturali le
più crude rinunzie.
Per tutte le
famiglie di Novello egli fu consigliere ed amico, tutte le famiglie lo ebbero
presente nelle occasioni più solenni della vita, sia che si trattasse del
vagito di un neonato o del rantolo di un moribondo.
E così come fu
ottimo sanitario egli fu ottimo padre e marito guidando la propria famiglia
con intelletto d'amore ed ispirando reverenza senza bisogno di prendere
atteggiamenti di autorità. Molto pretendeva da se stesso e poco dagli altri,
sicché egli con l'esempio assai più che con la parola, insegnava ai suoi
figli a percorrere le non facili vie della vita. I! paese di Novello gli
tributò funerali così solenni, con tale partecipazione di popolo convenuto
anche dai comuni vicini, da dimostrare quale posto il dott. Balocco si fosse
conquistato nell'animo di tutti.
L'arciprete Cav.
Dott D. Bernardo Graneris tessè del Defunto in piena chiesa, un elogio che è
un autentico diploma di nobiltà spirituale per il Defunto di cui mise in luce
le tappe del lungo cammino con sobrietà di parola ed elevazione di concetti.
Il testamento del
Defunto conferma le parole dell'arciprete non solo per quanto dispose in
beneficenza (due mila lire all'asilo; 1000 alla parrocchia; 500 ai poveri;
250 al ricovero poveri vecchi), ma anche per la consegna morale lasciata ai
figli di rispettarsi a vicenda e di volersi bene.
Il vuoto lasciato dal
dott. Balocco nella sua casa è irreparabile. Sopratutto per la figlia Lidia
che, senza una famiglia propria, aveva in lui solo la sua ragione di vita.
Ora essa vagola per la deserta casa, ove tutto parla di lui che non c'è più,
come smarrita e con un gran buio attorno a sè. A Lei volgiamo in modo
speciale le nostre condoglianze e la nostra parola di fede.
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18 – Tarditi Elia
Giuseppe f. Angelo, farmacista, di anni 55, nato e residente a Novello, morto
improvvisamente a Mondovì il 27 Dicembre u. s. Il Bollettino si unisce alle
numerose condoglianze giunte alla stimata famiglia Tarditi che in modo così
tragico ed inaspettato è stata colpita dalla maggiore delle disgrazie: la
perdita dell'amato padre. In modo speciale vuole che le sue condoglianze
vadano al figlio Angelo, distinto geometra, che proprio di questi giorni ha
lasciate sole in casa la Mamma e le sorelle per compiere il suo dovere di
soldato.
Ecco quanto in
occasione del triste fatto pubblicò la "Gazzetta d'Alba ".
NOVELLO - ANCORA
GRAMAGLIE.
Un'altra vittima in
questo scorso anno ha ancora mietuto la morte nel caimpo dei nostri uomini
più rappresentativi. Dopo il Dott. Stella, il Segretario Comunale Angelo
Guido Tarditi, l'Avv. Giordano, il Dott. Balocco, venerdì 27 dicembre fu la
volta del Dottor Elia Giuseppe Tarditi, nostro farmacista, Segretario del
Fascio locale e Giudice Conciliatore del Comune. Era partito la mattina
stessa al primo treno da Monchiero in piena salute, ed era arrivato a
Mondovì, dove a veva fatta a piedi la breve strada che separa la stazione
vecchia dalla nuova. Il treno per Cuneo, ov'egli era diretto, s'era appena
posto in moto che il povero Tarditi s'accasciava nel carrozzone. Una donna
che viaggiava nello stesso scompartimento s'accorge che stava per succedere
qualcosa di grave e suona il segnale di allarme. Il treno si ferma, accorrono
fattorini e viaggiatori, tra cui un capitano medico, sollevano il povero
corpo già reso cadavere. La morte dev'essere stata istantanea.
Non erano ancora le
otto quando una telefonata da Mondovì avvertiva con prudenza la famiglia
della grave sciagura.
Il cadavere,
deposto nella camera mortuaria del Cimitero, veniva poi trasportato a Novello
sabato mattina a cura della Ditta Servetti.
I funerali solenni
che ebbero luogo domenica attirarono attorno al feretro, oltre la popolazione
novellese numerosi forestieri amici del povero defunto e della famiglia. I
giovani fascisti, che già ne avevano vegliata la salma facendo scorta di
onore in divisa, vollero per loro l'onore di portare a spalla il loro Segretario
Politico, mentre il Comune ed il Fascio, con pensiero altamente encomiabile,
facevano sapere alla popolazione che invece di fiori avrebbero dato pane ai
poveri in memoria e suffragio del Defunto, troppo presto strappato
all'affetto della Famiglia ed all'esercizio della sua duplice carica di
Conciliatore e di Segretario del Fascio, cariche che come ben disse chi parlò
di lui, egli assolse sempre con somma prudenza, con encomiabile disinteresse,
con profonda visione della loro delicatezza ed importanza, a costo anche di
gravi sacrifici.
Al Campo Santo di
Lui bene disse a nome del Fascio il M.o Ferrero lumeggiando la sua figura di
lavoratore fascista cristiano e patriota. E disse il vero poiché il Sig.
Tarditi non fece mai mistero delle proprie convinzioni religiose che però non
si fermavano alla speculazione delle verità, ma scendevano alla pratica colla
frequenza alla Chiesa ed ai Sacramenti.
E valga questo
pensiero a lenire il dolore senza pari della povera Famiglia cosi duramente e
tragicamente provata, alla quale presentiamo le più vive condoglianze.
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