BIGOTTISMO LAICO (Gennaio 2018)

 

      Da tempo, anche nella scuola, si va allargando quella subdola tendenza all’intolleranza, già sopportata in altri campi. Penso all’ostracismo al crocifisso, alla preghiera, all’allestimento del presepe, tanto per fermarmi qui. C'è qualche dirigente scolastico (non lo chiamo preside, termine che significava capacità, onestà e prestigio e richiedeva ammirazione e rispetto) che spinge per tale bigottismo.
      Il bigottismo laico - eufemismo per non dire bigottismo anticlericale, perché di questo si tratta – accampa il dovere di non urtare la suscettibilità di studenti e genitori appartenenti a religioni diverse dalla cattolica. Per la verità, chi accampa tale motivo sa benissimo di essere in malafede, perché, nello stesso tempo, urta la suscettibilità della maggioranza cattolica, della tradizione italiana, delle memorie dei padri.
      In pratica, la suscettibilità non c’entra niente; centra l’ostracismo a tutto ciò che è cristiano, che risale alle sorgenti della nostra civiltà, che impedisce che il ragazzo venga subdolamente indottrinato alle teorie di Nietzsche, quello che diceva "Dio è morto" e, di conseguenza, non c’è alcuna morale da rispettare; chi è più furbo (o più ricco, aggiungo io) prevarichi tranquillamente quanto può.
      Peggio ancora in quei casi in cui, senza farne cenno espicito, tramite l'esaltazione della libertà, viene avviato all'islamismo.
      Ancora più grave è che si tenti lo sradicamento della tradizione culturale, delle radici della nostra cultura e della nostra istruzione (c’è differenza, anche se non tutti la capiscono). La conclusione è che, per non irritare il 15% degli studenti (fra stranieri e nemici del cristianesimo), si calpesta l’altro 85% che, seppur non praticante, si riconosce nelle radici e tradizioni italiche.
      La scuola, purtroppo, è l’anello debole, dove tutti tentano i loro esperimenti per sovvertire costumi e tradizioni. In altri campi non lo fanno, semplicemente perché sarebbe più difficile. Perché non chiedono che, per non urtare la suscettibilità di ebrei ed islamici, scuole ed uffici pubblici siano chiusi anche il sabato ed il venerdì? Perché sanno che sarebbe impossibile, ma solo per quello.
      Ho un figlio che da vent’anni insegna in una scuola pubblica di uno stato in cui i cristiani sono circa il 2%. Pur essendo cristiano convinto e praticante, non si sente per niente discriminato se deve tenere quattro ore di lezione all’Immacolata, a Natale, a Capodanno, all’Epifania, eccetera, a meno che tali festività non cadano casualmente nel giorno di riposo settimanale di quello stato. Perché sentirsi offeso, se quella è la tradizione culturale di quello stato? Se si è democratici si è tolleranti; se si è tolleranti si apprezza che ogni civiltà ( penso a quella italiana, ma anche a quella europea) sia orgogliosa delle sue radici, senza soffocarle in nome di radici altrui, per quanto a volte apprezzabili.
      L’espressione bigottismo laico (cioè, anticlericale) non è invenzione mia; la appresi da una trasmissione in cui esperti di storia, di cultura generale e soprattutto di politica dibattevano l’evento.
      Io ho paura dell’intolleranza, ho paura dei lupi travestiti da agnelli, ho paura di chi grida libertà libertà per annichilire le coscienze.
      “Se ci sei, batti un colpo!”, scrisse nel 1944 Concetto Pettinato prendendosela con governo della Repubblica di Salò (e fu subito cacciato da LA STAMPA.…).
      “Se ci sei, batti un colpo!” dobbiamo dire noi al Ministro della Pubblica Istruzione e al Governo nel suo complesso (ancorché traballante). L’avvenire dei nostri figli e nipoti si basa anche sul riconoscimento della nostra intelligente ed onesta capacità di tolleranza, sul riconoscimento delle nostre radici, delle nostre tradizioni.

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