Stiamo vivendo un periodo governativo in cui si sbandiera sempre più il concetto di correttezza e civismo, comportamento doveroso da parte dei governati e governanti. Sarebbe un'ottima cosa, se potesse essere inculcato nelle nuove generazioni con quel formidabile strumento che, se ben adoperato, inciderebbe al massimo sulla formazione umana: la scuola.
Però, non basta dirlo; bisogna farlo, soprattutto con l'esempio.
Ora, per restare nel mio campo, mi riferisco all'onestà ministeriale della P. I., che è legittimamente corretta, ma che non mi convince del tutto. Faccio un esempio da poco, ma dal poco si giudica il tutto; parafrasando il Vangelo, chi è onesto nel poco è onesto nel molto.
Ho un congiunto, pensionato della P. I., che vanta un piccolo credito dal Ministero della Pubblica Istruzione; non è un capitale, sono solo 6000 euro, ma, proprio perché piccola cosa, serve per illustrare il poco rispetto verso il cittadino. Dal 2015 è in attesa di riscossione e, di tanto in tanto, si rivolge all'Ufficio Scolastico Provinciale per il pagamento; si noti che non si tratta di salario arretrato, ma di rimborso spese, cioè, di soldi che egli versò anni fa e che lo Stato riconosce pacificamente a proprio carico. Gli rispondono che è tutto giusto, tutto a posto, ma che non hanno i soldi, che attualmente stanno pagando ancora i debiti del 2014.
Capisco i funzionari, perché momenti simili li passai anch'io, ma - come credo facciano gli attuali responsabili - quando mi scadeva un pagamento, tempestavo di telefonate e di scritti il mio Ministero, sollecitando al massimo. Non solo, ma, ad ogni andata a Roma (e ci dovevo andare almeno una volta o due al mese, specie da sovrintendente), mi precipitavo dal collega responsabile dei pagamenti ed evangelicamente gli rompevo l'anima, come la vedova della parabola che chiedeva giustizia al giudice. E - come la vedova -si otteneva giustizia; riuscivo a pagare i debitori entro breve tempo, grazie anche ai validi collaboratori che avevo e ci sono in quell'ufficio.
Poiché credo che i funzionari attuali facciano altrettanto (ovviamente, non ho documentazione), penso che la durezza sia proprio ministeriale.
Ma è onesto pretendere che il cittadino paghi scrupolosamente e tempestivamente ciò di cui è debitore (tasse e imposte, tatti salvi i miliardi non riscossi dei danarosi contestatori, ma questo è un altro mistero...) e lo Stato non lo faccia? Eppure, con l’attuale governo, è così. Può darsi che sia solo un Ministero, ma è difficile; la dottoressa Fedeli non ha l’aria di una quasi sessantottenne sessantottina di ritorno, anche se qualche dubbio rimane. Ad esempio, ieri (18 Gennaio), era in gita in Polonia con una scolaresca. Gran bella cosa, ma era il caso di spendere soldi pubblici (nostri) per la sua gita, mentre il suo Ministero ha arretrati di debiti da pagare? Mia nonna, che era povera, analfabeta, senza istruzione ma saggia, mi diceva sempre: non fare ciò che non vuoi che gli altri facciano. Trasposto nel caso di cui parlo: paga i debiti se vuoi che gli altri facciano altrettanto.
E’ un peccato questo punto nero, mentre le iniziative del ministro sono in alcuni punti veramente lodevoli, utili e senza oneri. Ne parlerò una prossima volta, anche se alcune incursioni nei programmi meritano approfondimento.