Se son Fioroni, fioriranno? 15

CARITAS GOVERNATIVA (Dicembre 2007)

A metà novembre, lessi sul CORRIERE DELLA SERA la lettera di un lettore che auspicava che agli insegnanti venisse applicato l'orario d'ufficio di 36 ore settimanali. Poiché la proposta mi trovava consenziente, risposi con la nota sottotrascritta, ponendo, però, alcune condizioni inderogabili.
         Devo aver toccato involontariamente qualche nervo scoperto, perché non fu pubblicata nè ebbe seguito. L'impressione che ho da anni è che i docenti siano considerati un fastidio non eliminabile, una rottura di scatole colla loro pretesa di istruire il popolo, di formare i giovani, eccetera.
         Ecco la lettera:

Ho letto l'altro giorno l'invito ad imporre agli insegnanti 36 ore settimanali di servizio, tutte a scuola. Sarebbe una bella cosa se:
         a) Se il mestiere d'insegnante non fosse il più stressante, dopo quello di pilota d'aereo (analisi condotta l'anno scorso da istituto apposito). Mi permetto di dirlo, pur non avendo mai insegnato, ma essendomi occupato tutta la vita, per professione, degli insegnanti.
         b) Se il mestiere d'insegnante fosse retribuito. Ora, è a livello di Caritas. Ho un figlio, docente di ruolo da 7 anni nelle superiori, con altrettanti anni di servizio preruolo, sposato, con 1279 euro al mese. Il Governo si vergogni, ma lasciamo perdere. Un altro figlio, docente, ha insegnato per un anno in una scuola di Taiwan: faceva 36 ore settimanali, come auspicato dal lettore, con un massimo di 18 d'insegnamento, ma lo stipendio era, allora, di sei milioni di lire nette (ripeto nette) al mese. Appartenendo ad un ordine religioso, non incassava niente, ma la Congregazione si. Lo stipendio era uguale anche per tutti i docenti laici. E non aveva problemi di disciplina: il giudizio disciplinare del docente era inappellabile, allontanamento compreso. Lo stesso, però, valeva per i docenti.
         c) Se i docenti, oltre che essere retribuiti, venissero selezionati con assunzione per concorsi per soli esami (nessun'altra valutazione) e se si effettuasse una costante valutazione da parte del dirigente con possibilità di risoluzione - in caso di inadeguatezza - senza farla tanto lunga.
         Solo così si attirerebbero anche i più capaci e, alla fine, rimarrebbero solo questi ultimi. Ma bisognerebbe dimenticarsi delle organizzazioni che difendono anche gli inetti in cattedra.

Che cosa non è piaciuto all'intelligenza censoria? Il voler docenti ben preparati? Il volerli pagati bene se ben preparati? Il volerli assunti con concorsi per soli esami, senza valutazioni di corsi, corsetti, supplenze, raccomandazioni, eccetera?
         Penso che non lo saprò mai.

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