Abbiamo letto tutti i buoni propositi del Ministro nei confronti della Scuola. Sarò noioso, ma quarant'anni di esperienza mi hanno convinto che le buone intenzioni non servono a niente: di esse sono lastricate le strade dell'Inferno, si diceva una volta.
Non basta nemmeno metterli in pratica. Bisogna che siano veramente buoni propositi. Sono buoni, se ridanno dignità alla Scuola. Mi deprimeva molto il constatare in quanta poca considerazione fosse tenuta la Scuola. Due esempi.
Venti e più anni fa, un alto funzionario si presentò a perorare la causa di un aspirante docente; poverino, lo hanno cacciato da vari uffici, ha il titolo di studio, eccetera, trovategli un posto nella scuola. Anche se aveva seri problemi di tutti i generi e li estrinesecava nei confronti degli alunni (e, purtroppo, morì giovane tragicamente). Dalla scuola era già stato allontanato per gli stessi motivi, ma, a quel funzionario, come a tanti altri, pareva che, conunque, nella Scuola fosse accettabile, tanto lì c'è di tutto e peggio di così... Al mio vice, che lo stava ricevendo, venne in mente il particolare che quel funzionario aveva una bimba a scuola e disse: non ci sono molti posti, ma forse uno si potrebbe fare nella scuola X e nella classe Y (quella della figlia...). Ah, lì no, fu la risposta e la storia finì lì. Ma è emblematica la considerazione in cui è tenuta la Scuola.
L'anno scorso, una ragazzina uscente dalla media, con tanto di sostegno, non sentendosela giustamente di iscriversi ad un istituto, fece domanda per uno di quei corsi regionali o consorziali o altro che fosse. C'era un leggero test d'ammissione, che non superò. "Iscriviti ad un istituto professionale", fu il consiglio. Capito? Non è in grado di affrontare quei corsetti (o da pettinatrice o da non so che cosa)? Allora, vada ad un istituto professionale, per la Scuola statale vanno bene tutti!
Tre elementi concorrono a dare dignità alla Scuola: serio monitoraggio della qualità (ne parlai il mese scorso); stipendio adeguato alla dignità; libertà di agire di dirigenti e docenti.
Parliamo dello stipendio. Si dice che, nel settore pubblico, lo stipendio sia proporzionato all'importanza della funzione, all'interesse nazionale della stessa. Allora, rivediamo la tabella comparsa sul Corriere della Sera del 19 Novembre 2006:
ENTE | anno 2006 | anno 2007 | AUMENTO |
Diplomatici e prefetti | 120.931 | 124.430 | 3.499 |
Magistrati | 106.702 | 109.790 | 3.088 |
Presidenza Consiglio Ministri | 66.357 | 68.277 | 1.920 |
Forze armate | 39.242 | 40.378 | 1.136 |
Università | 37.116 | 38.235 | 1.119 |
Servizio sanitario nazionale | 35.016 | 36.072 | 1.056 |
Corpi di polizia | 33.909 | 34.890 | 981 |
Enti di ricerca | 31.694 | 32.611 | 917 |
Ministeri | 26.983 | 27.764 | 781 |
Scuola | 25.676 | 26.419 | 743 |
Regioni e autonomie locali | 24.641 | 25.374 | 743 |
____________________ | _________________ | _________________ | _________________ |
Media Pubblico Impiego | 29.891 | 30.772 | 881 |
A che punto è la Scuola? Penultimo? No, è proprio all'ultimo, perché negli Enti Locali la maggior parte dei dipendenti (stradini, cantonieri, operai, eccetera) non ha una laure e forse nemmeno una maturità.
Quando i parlamentari hanno fissato i loro stipendi, per esssere coerenti li hanno legati a quelli della Magistratura, cioè, ad una delle funzioni ritenute più importanti e più dignitose. Non hanno nemmeno pensato alla Scuola. Perchè, ovviamente, la ritengono una funzione nè importante nè dignitosa. Io, invece (ma non sono parlamentare), pur non essendo mai stato insegnante, ritengo la funzione docente importante e dignitosa come quella di magistrato. E più pericolosa, perché, a differenza da quella, se il docente sbaglia arrivano il codice penale, il TAR, la Corte dei Conti, i Sindacati, eccetera. Non basta dire "io la penso così". Ad altri basta.
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