LE FOTO DA 626 A 630 (Settembre 2013)

M'è sempre piaciuta la storia, a tal punto che, quando mi capitava e me lo permetteva il borsellino, compravo qualche autografo in internet.
        Ora, ne pubblico altri tre (uno è di due facciate), colla speranza che interessino anche altri.
        Spero di aver trascritto esattamente il contenuto e, in qualche caso, aggiungo una mia considerazione.

626) - 1957 - Quando i politici erano onesti.
        Un amico di Pertini (ho coperto il nome, perché, con la privacy, non dobbiamo sapere chi si faceva raccomandare) chiede una raccomandazione al suo amico Sandro. Il quale, correttamente, risponde in modo gentile, serio ed onesto, senza far pressioni su altri. Ecco il testo.
        """Caro ........., ti esorto a renderti conto di questo, che se non vi è una tua regolare domanda io non posso far nulla. E' chiaro che non sono in grado di rimuovere gli ostacoli, per cui la tua domanda iniziale non è stata accettata. Se ti dicessi cosa diversa per illuderti, commetterei un'azione disonesta. Questa è la verità dolorosa, mio caro amico. Cerca di comprendere.
        Saluti affettuosi.

Sandro Pertini"""

627) - 1923 - Il 16 novembre, Gabriele d'Annunzio scriveva all'amico Costantin, col suo stile alato ed iperbolico. Ecco il testo:
        """Caro Costantin,
        perdonami l'indugio lungo e l'apparente negligenza.
        Pietro Savini era qui?
        Daniele guardava il cielo dalla fossa dei leoni; Gabriele guarda il cielo dalla fossa delle carogne.
        Voglio rivederti prima che tu parta. Vieni a colazione domattina sabato alle 12 e 30!
        Ti aspetto. Gabriele"""

628) - 1923 - Il 17 Aprile, Mussolini scriveva al prefetto di Trieste, dichiarandosi favorevole a concedere la cittadinanza italiana "ad un ricco signore, che per il suo censo e la sua nuova posizione civile, intende «scegliere» la cittadinanza del nostro paese...". Ecco il testo, diviso in due parti:

"""Illustre Sig. Prefetto,
        Mi pregio richiamare la sua attenzione (nota: l'uso del voi venne solo 15 anni dopo) sulla eventualità che la cittadinanza italiana venga negata al sig. Fainer Leopoldo: ricco signore che, per il suo censo e per la sua nuova posizione civile, intende «scegliere» la cittadinanza del nostro paese.
        Trovo stranissima l'opposizione della Commissione.
        Che chiede in fondo questo signore? Un certificato di patriottismo? No! Mi chiede soltanto di poter essere un buon cittadino e di figurare bene di fronte alla sua..." (continua alla pagina successiva)

629) - 1923 - (continua la lettera precedente)

"""...nuova famiglia che s'è arricchita di un valoroso ufficiale italiano (il Capitano Poggi).
        Del resto le informazioni sono ottime.
        Molti cittadini egregi, fascisti sinceri, si sono meco interessati del caso e tutti s'augurano che la domanda avanzata dal sig. Fainer sia accolta.
        Vuole aiutarmi, signore Prefetto?
        La ringrazio vivamente.
        Con ossequio, suo

Mussolini""",

Certo che, adesso, col Ministero per l'integrazione, è tutto più facile...


630) - 1932 - Norimberga

        PETROLINI ETTORE, Attore, grande comico (1886-1936)
Cartolina da Norimberga del 19 giugno 1932, con indirizzo autografo "A Ettore Veo, Via Ottaviano, 22 - ROMA (Italia)", col saluto tipico del grande attore comico "Ave Veo!" e la firma Pertrolini. E' quello che parodiava Nerone dopo l'incendio di Roma, e che un film successivo la trasformò in una satira non tanto velata di Mussolini e del regime fascista.
        Nella scena, Nerone sta a casa sua e il popolo lo vuole morto perché ha incendiato Roma. Allora va alla finestra e fa un discorso per calmare gli animi. Il popolo gli grida "bravo!" e Nerone risponde "grazie!". E questo gioco del "bravo-grazie" si ripete più volte creando un effetto comico esilarante.
        Ecco il testo:
        EGLOGE: (entrando con un urlo di terrore): Cesaretto te vonno ammazzà! Tu sei responsabile dell'incendio.
        NERONE: Io responsabile dell'incendio? No! Sono assicurato con la Fondiaria.
        POPPEA: Cesare, persuadi il popolo con uno dei tuoi soliti discorsi.
        NERONE: Sta bene, parlerò col popolo, ma non mi lasciate solo... venitemi a tergo... (Si avvia al podio, ma delle urla improvvise lo fanno retrocedere frettolosamente) Ah, no... il popolo è ignorante... vo' li quatrini...
        (Ripete l'azione e nuovamente retrocede) Popolo stupido... Ignobile plebaia! Così ricompensate i sacrifici fatti per voi? Ritiratevi, dimostratevi uomini e domani Roma rinascerà più bella e più superba che pria...
        VOCI del popolo: Bravo!
        NERONE: Grazie.(Rivolgendosi a Egloge e a Poppea) E' piaciuta questa parola... pria... Il popolo quando sente delle parole difficili si affeziona... Ora gliela ridico... Più bella e più superba che pria.
        VOCI del popolo: Bravo!
        NERONE: (sempre più affrettatamente quasi cercando di sorprendere il popolo) Più bella e più superba che pria...
        VOCI del popolo: Bravo!
        NERONE: Più bella... grazie.
        VOI del popolo: Bravo!
        NERONE: ... Zie.
        VOCI del popolo: Bravo!
        NERONE (facendo il gesto di dire la parola pria, senza però dirla)
        VOCI del popolo: Bravo!
        NERONE: Lo vedi all'urtimo come è il popolo? Quando si abitua a dire che sei bravo, pure che non fai gnente, sei sempre bravo! Guarda (ripete il gesto senza dire la parola)
        VOCI del popolo: Brrrrrr...

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