LE FOTO DA 670 A 672 (Novembre 2014)

 

In mancanza di foto in bianconero dei tempi passati, oggi continuo a dedicarmi ad autorafi di personaggi di un certo interesse.

 

670) - 1910 - Roma. Edoardo Daneo, nato a Torino da famiglia liberale, fu politicamente molto legato a Crispi, che seguì nel suo trasformismo. Nel 1910 (Gqbinetto Sonnino) come ministro della Pubblica Istruzione presentò un disegno organico di leggesull'istruzione soprattutto elementare che, per la caduta del Governo, non potè essere discusso.
        Fu ripreso dal suo immediato successore (Credaro) e divenne legge come legge Daneo-Credaro. Fu, quindi, l'ispiratore della legge Daneo-Credaro che stabiliva che lo stipendio dei maestri delle scuole elementari fosse a carico del bilancio dello Stato, e non più dei Comuni, contribuendo così in maniera determinante all'eliminazione dell'analfabetismo in Italia. Prima di questa legge, infatti, i comuni di campagna e quelli più poveri, specie nel Sud, non erano in grado di istituire e mantenere scuole elementari e pertanto rendevano di fatto inapplicata la legge Coppino del 1877 sull'obbligo scolastico.
        Fu di nuovo ministro della P. I. nel 1914, anno a cui si riferisce l'onorificenza con autografo.

671 - 1914 - Roma. Luigi Credaro, nato a Sondrio, appartenente al Partito Raicale, fu ministro della Pubblica Istruzione dal 1910 al 1914. Durante il governo Giolitti, emanò nel 1911, insieme a Edoardo Daneo, una legge che avocando allo stato le scuole elementari, salvo quelle dei capoluoghi, garantiva l'istruzione elementare, fino ad allora in mano ai comuni, anche in quelle realtà locali molto degradate in cui i bilanci comunali non avevano consentito la continua organizzazione della scuola dell'obbligo.
        La legge, inoltre, fissava le competenze del consiglio scolastico, della deputazione e della delegazione governativa per l'istruzione elementare, le competenze dei comuni e dello stato, i provvedimenti per gli edifici scolastici, il riordinamento della scuola rurale e del corso popolare, i provvedimenti per i maestri e i direttori didattici, l'istruzione elementare obbligatoria per i militari in servizio e la scuola per adulti analfabeti, l'organizzazione dell'istruzione magistrale, l'adempimento dell'obbligo scolastico.
        La riforma inoltre si espresse in una serie di provvedimenti legislativi, decreti e circolari che si ispiravano agli studi pedagogici di Aristide Gabelli: le ore non dovevano essere di 60 minuti; nelle medie inferiori l'intervallo si doveva fare dopo le prime due ore; al mattino non si dovevano fare più di 3 ore per poi riprendere le lezioni nel turno pomeridiano di almeno di 2 ore in tutti gli ordini di scuole secondarie; gli alunni dovevano essere liberi almeno 2 pomeriggi; i compiti a casa dovevano essere adeguati.
        Fu istituito il diario personale degli alunni e quello di classe, affinchè ogni singolo docente potesse segnare gli esercizi per gli alunni.
        Nella foto, è una sua nota con cui risponde NO ad una raccomandazione. Poi i tempi cambiarono...

672 - 1935 - Roma. Non è un autografo; è il telegramma originale con cui la regina Elena ringrazia la marchesa Pergo Alighieri che le aveva inviato gli auguri per il suo genetliaco. Il telegramma fu spedito il 17 gennaio 1935 per essere recapitato il 18 dello stesso mese.

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