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679) - 1948
- Ghisallo. Alla Madonna del Ghisallo c'è una chiesetta dove molti corridori
ciclisti, cristiani credenti anche se a volte poco praticanti, lasciano come
voto la loro bicicletta originale o altro da essi usato durante qualche
competizione importante.
Quseto è il retro della
cartolina sottostante, con l'autografo di Bartali, il corridore per cui mio
padre ed io facevamo pazzie.
Mi ricordo la gioia quando,
la sera del 15 luglio 1948, la radio diede la notizia della strepitosa
vittoria di Bartali nella tappa da Cannes a Briancon del Tour. Un mio
compagno di scuola, che era andato a Briancon in bicicletta per vedere
l'arrivo, fece un gesto da far irritare (eufemismo, ma Jannacci si espresse
in modo chiaro) i francesi che, per poco, non lo picchiarono. Su una lavagna,
l'addetto scrisse l'ordine di arrivo col gesso: 1° Bartali, 2° Schotte
(belga) a 6' 18", 3° Camellini (altro italiano), 4° Vietto, il primo
francese. Ma, scritto così, pareva che Camellini e Vietto fossero arrivati
collo stesso tempo di Schotte. Il mio compagno afferrò il gesso e, vicino a
Camellini, aggiunse: a 9' 15" e, vicino a Vietto, scritto in grande: a
10' 43".
Poi, il mio compagno divenne
ministro, ma questo è un altro discorso.
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680 - 1948 -
Parigi. La bici con cui Bartali vinse il Tour del 1948.
E' interessante notare il
tipo di cambio usato, ben diverso da quello usato da Coppi ed altri, come si
vede nella foto della bici di Coppi.
Quello di Bartali era il
cambio Campagnolo, che veniva azionato da ben tre leve: una sulla canna
verticale, quella con in cima la sella; le altre due sulla canna trasversale.
Aveva una rotella in basso (vedere la foto) che formava come un triangolo e
che era causa di innumerevoli fermate, perché era facile che saltasse la
catena. E il rimetterla su, con quella leva-rotella a metà, non era cosa da
poco, specie se si pensa che il corridore doveva fare tutto da solo.
In quella tappa, se non
avesse avuto parecchi guai di tubolari e di catena, sarebbe arrivato... un
giorno prima!
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681 - 1949 -
Ancora Parigi. La bici con cui Coppi vinse il Tour de France nel 1949.
Come si vede, il cambio era
diverso, era il cambio Simplex molto più pratico, veloce, preciso e meno
soggetto ad intoppi. Non per niente, dopo più di 60 anni, è ancora il tipo di
cambio in uso.
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