LE FOTO DA 679 A 681 (Gennaio 2015)

 

In mancanza di foto in bianconero dei tempi passati, oggi continuo a dedicarmi a personaggi sportivi che mi entusiasmarono da giovane.

 

679) - 1948 - Ghisallo. Alla Madonna del Ghisallo c'è una chiesetta dove molti corridori ciclisti, cristiani credenti anche se a volte poco praticanti, lasciano come voto la loro bicicletta originale o altro da essi usato durante qualche competizione importante.
        Quseto è il retro della cartolina sottostante, con l'autografo di Bartali, il corridore per cui mio padre ed io facevamo pazzie.
        Mi ricordo la gioia quando, la sera del 15 luglio 1948, la radio diede la notizia della strepitosa vittoria di Bartali nella tappa da Cannes a Briancon del Tour. Un mio compagno di scuola, che era andato a Briancon in bicicletta per vedere l'arrivo, fece un gesto da far irritare (eufemismo, ma Jannacci si espresse in modo chiaro) i francesi che, per poco, non lo picchiarono. Su una lavagna, l'addetto scrisse l'ordine di arrivo col gesso: 1° Bartali, 2° Schotte (belga) a 6' 18", 3° Camellini (altro italiano), 4° Vietto, il primo francese. Ma, scritto così, pareva che Camellini e Vietto fossero arrivati collo stesso tempo di Schotte. Il mio compagno afferrò il gesso e, vicino a Camellini, aggiunse: a 9' 15" e, vicino a Vietto, scritto in grande: a 10' 43".
        Poi, il mio compagno divenne ministro, ma questo è un altro discorso.

680 - 1948 - Parigi. La bici con cui Bartali vinse il Tour del 1948.
        E' interessante notare il tipo di cambio usato, ben diverso da quello usato da Coppi ed altri, come si vede nella foto della bici di Coppi.
        Quello di Bartali era il cambio Campagnolo, che veniva azionato da ben tre leve: una sulla canna verticale, quella con in cima la sella; le altre due sulla canna trasversale. Aveva una rotella in basso (vedere la foto) che formava come un triangolo e che era causa di innumerevoli fermate, perché era facile che saltasse la catena. E il rimetterla su, con quella leva-rotella a metà, non era cosa da poco, specie se si pensa che il corridore doveva fare tutto da solo.
        In quella tappa, se non avesse avuto parecchi guai di tubolari e di catena, sarebbe arrivato... un giorno prima!

681 - 1949 - Ancora Parigi. La bici con cui Coppi vinse il Tour de France nel 1949.
        Come si vede, il cambio era diverso, era il cambio Simplex molto più pratico, veloce, preciso e meno soggetto ad intoppi. Non per niente, dopo più di 60 anni, è ancora il tipo di cambio in uso.

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