FOTO N. 722 (Giugno 2016)

      Nella lapide sopra riprodotta, in fondo all'elenco di sinistra, come ultimo nome fra quelli le cui lettere sono state semidistrutte dal tempo, si legge: MARENCO ALFREDO, legionario. Sappiamo tutti chi era?
      Giampaolo Sorba è un anziano signore con la passione delle ricerche storiche relative ai caduti nelle varie guerre, compresa la guerra civile spagnola (1936-1939), in cui furono impegnati soldati piemontesi. La passione nacque dall'avere uno zio che morì nella guerra civile spagnola. Ha anche creato un gruppo Facebook, senza alcun carattere ideologico, per ricerche sui singoli caduti.
      Parecchi, come Alfredo Marenco (da me definito, nelle foto 164-166, "legionario per fame"), furono spinti al volontariato semplicemente dalla necessità di ricevere una modesta paga. Ma fecero il loro dovere.
      Il Sorba, scartabellando nei vecchi documenti, ha trovato questi dati relativi al nostro compaesano, che trascrivo:

       "Alfredo Marenco era nato il 15 aprile 1906 da Carlo e Giuseppina Castagno e apparteneva all'Autodrappello dell'Intendenza del Corpo Truppe Volontarie (il corpo di spedizione in Spagna). Gli venne conferita la Medaglia di Bronzo alla memoria con la seguente motivazione:
      "Comandato in servizio postale isolato, nel generoso intento di portare col proprio autocarro, fino alle linee di combattimento, la corrispondenza ai camerati legionari vittoriosamente avanzanti in Catalogna, trovatosi di notte, in un settore non ancora collegato, venne fatto prigioniero dai rossi spagnoli, i quali, ormai in rotta verso la frontiera francese, lo trucidavano barbaramente. Bell'esempio di generoso, ma sfortunato altruismo - Catalogna, dicembrer 1938".
      Che fosse stato trucidato è vero, ma in realtà avvenne il 7 febbraio 1939 presso la località di Pont de Molins in Catalogna, dove venne massacrato a raffiche di mitragliatrici dai miliziani comunisti un gruppo di 23 prigionieri di guerra italiani, di cui facevano parte il Vescovo di Teruel e due suoi canonici, alcuni ufficiali franchisti e un prigioniero tedesco, per un totale di 42 vittime. I corpi furono poi cosparsi di benzina e bruciati, ma vennero scoperti qualche tempo dopo e quello di Marenco, identificato, venne poi tumulato nel grande Sacrario militare italiano di Saragozza, dove si trova tutt'ora."

      Mi spiace di non averlo saputo prima, visto che fui più di una volta a Saragozza; sarei andato a dire una preghiera sulla sua tomba. Ormai sono vecchio...
      Però, siamone comunque orgogliosi e ricordiamolo.
      Curiosità: A Cellarengo d'Asti, ad un volontario caduto in Spagna è dedicata una via. Ma era Medaglia d'Oro... .

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