LA FOTO n. 729 (Novembre 2016)

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        In attesa che qualche amico mi fornisca foto in bianconero, possibilmente di Novello o di Monforte, continuo con gli autografi di personaggi celebri (i pochi che ho). Questo mese, si tratta di un altro autografo storico, quello di Carlo Emanuele IV, che fu re di Sardegna dal 1796 al 1802, anno in cui fu costretto dai francesi (ma che bravi cugini...) ad abbandonare Piemonte e Liguria ed a limitarsi a fare il re di Sardegna. Come parecchi Savoia, si stufò di fare il re e abdicò a favore del fratello Vittorio Emanuele
        Nacque a Torino il 24 maggio 1751. Era il figlio maggiore del duca di Savoia Vittorio Amedeo (più tardi re di Sardegna Vittorio Amedeo III) e dell'infanta di Spagna Maria Antonietta, figlia di Filippo V di Spagna.
        Tra il 1800 e il 1802 Carlo Emanuele e la moglie Maria Clotilde vissero tra Roma, Frascati, Napoli e Caserta. Alla fine di febbraio del 1802 Maria Clotilde si ammalò di febbre tifoidea e morì in odore di santità il 7 marzo 1802. Carlo Emanuele era distrutto dal dolore e tornato a Roma, il 4 giugno 1802, a Palazzo Colonna, come parecchi Savoia, si stufò di fare il re e abdicò a favore di suo fratello Vittorio Emanuele I.
        Durante tutta la sua vita Carlo Emanuele si interessò molto alla restaurazione della Compagnia di Gesù, che era stata soppressa nel 1773. Ebbe grandi attenzioni e rapporti con i gesuiti di Sassari, specie con quelli che gestivano il Convitto Canopoleno. Nel 1814 l'ordine fu ripristinato e dopo sei mesi, l'11 febbraio del 1815, all'età di sessantaquattro anni, Carlo Emanuele intraprese il noviziato da gesuita a Roma. Visse nel noviziato gesuita a fianco della chiesa di Sant'Andrea al Quirinale, fino alla morte, il 6 ottobre del 1819, pochi mesi dopo la visita del nipote Carlo Alberto di Savoia. Fu sepolto presso l'altare maggiore della chiesa di Sant'Andrea al Quirinale.
        Nella lettera, con firma autografa, comunica ad re suo parente (non si sa quale) la morte del padre Vittorio Amedeo III, avvenuta il 14 Ottobre 1796.

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        729) - Moncalieri - 1796 - Signor mio Fratello, e Cugino. Piacque al sommo Iddio di chiamare a sè questa mattina il Re mio Signore e Padre amatissimo, che sorpreso nella notte del 13 M. Corr.te da fiero attacco apopletico, dovette in breve soccombere alla forza del male. La tristezza, ed il dolore ond'è occupato l'animo mio per quest'improvviso funesto avvenimento eccedono qualunque espressione, ed appena mi regge il cuore di parteciparlo a V. M. come qui però faccio e pei dolci vincoli di sangue che a lei mi stringono, e per l'interesse cortese che Ella ha preso tuttora agli avvenimenti della Real mia Casa. Nei di lei affettuosi sentimenti spero pertanto di trovare quel conforto, di cui sommamente abbisogno, e mentre incarico il Conte di None di spiegarle più ampiamente la vivezza del mio sincero attaccamento per la di lei Persona, lo confermo presso di lei nel Carattere di mio Inviato Straordinario, e prego la M. V. a prestare alli di lui detti, ed a quanto in nome mio prenderà ad esporle, quell'intera fede, che Ella gli ha finora avuta. Qui intanto prego il Signore che tenga la M. V. in sua Santa guardia. Moncalieri a' 16 8bre 1796.
        Bon fratello e Cugino di V. M.
        CEmanuele

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