LE FOTO NN. 730 e 731 (Dicembre 2016)

        In attesa che qualche amico mi fornisca foto in bianconero, possibilmente di Novello o di Monforte, continuo con gli autografi di personaggi celebri (i pochi che ho).
      Questo mese si tratta di due personaggi, ben noti agli studenti delle secondarie (e ai docenti, ovviamente...: Benedetto Croce e Giovanni Giolitti.

       730) - 1925 - Biglietto con nome stampato, ma con brevi parole scritte a mano.
      Nato nel 1866, morì nel 1952. Benedetto Croce fu uno dei massimi filosofi italiani a cavallo dei secoli XIX e XX. Senatore dal 1910, fu ministro della Pubblica Istruzione negli anni 1920 e 1921, nel governo Giolitti. appartenente all'ala liberale.
      Redasse il Manifesto degli intellettuali antifascisti, i quali guardarono poi sempre a lui come a un esempio. Caduto il fascismo, tornò per breve tempo alla vita politica attiva, come ministro senza portafoglio nel gabinetto Badoglio (aprile-giugno 1944) al quale parteciparono i sei partiti antifascisti del CLN, e nel primo gabinetto Bonomi (costituito il 18 giugno, ma il C. si dimise il 27 luglio).
     A diciassette anni aveva perso i genitori e la sorella, periti il 28 luglio 1883 nel terremoto di Casamicciola, nell'isola di Ischia, dove Croce si trovava in vacanza con la famiglia. Un terremoto disastroso durato 90 secondi - e rimasto come esempio terribile di distruzione nel modo di dire delle popolazioni coinvolte - dove lo stesso Benedetto rimase «sepolto per parecchie ore sotto le macerie e fracassato in più parti del corpo».
       Perché non possiamo non dirci "cristiani" è un breve saggio scritto dall'ateo Benedetto Croce nel 1942, nel quale l'autore sostiene che il Cristianesimo ha compiuto una rivoluzione «che operò nel centro dell'anima, nella coscienza morale, e conferendo risalto all'intimo e al proprio di tale coscienza, quasi parve che le acquistasse una nuova virtù, una nuova qualità spirituale, che fino allora era mancata all'umanità» che per merito di quella rivoluzione non può non dirsi "cristiana". «Gli uomini, gli eroi, i geni» che vissero prima dell'avvento del Cristianesimo «compirono azioni stupende, opere bellissime, e ci trasmisero un ricchissimo tesoro di forme, di pensiero, di esperienze» ma in tutti essi mancava quel valore che oggi è presente in tutti noi e che solo il Cristianesimo ha dato all'uomo."

       731) - 1908 - Roma. E' la lettera con cui Giovanni Giolitti (nato a Mondovì nel 1842 e morto a Cavour nel 1928) tratta di una pratica di definizione territoriale.
       Giolitti fu detto "l'uomo di Dronero" avendo nella Valle Maira le radici familiari e in Dronero il cuore del suo collegio elettorale. Fu figura dominante di statista. Entrato nel 1862 nell'amministrazione statale e percorsavi una rapida e brillante carriera, nel 1882 fu nominato Consigliere di Stato ed eletto alla Camera come deputato di Cuneo.
       E' impossibile parlare della sua tumultuosa e feconda carriera politica in poche righe, perciò il suggerimento è di aprire una qualsiasi, anche modesta, enciclopedia.

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