LE FOTO DA 737 A 739 (Marzo 2017)

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        In attesa che qualche Novellese mi proponga qualche foto in bianconero dei tempi passati (di famiglia, di gruppi, di cerimonie, di ricordi militari, eccetera), propongo due vecchi foglietti di propaganda elettorale, rinvenuti in un mucchio di carta da macero.

737) - 1946 - Oltre settant'anni fa, si scelse fra monarchia e repubblica e ci fu la propaganda elettorale. Per la verità, fu una propaganda minore, perché, contemporaneamente, si votò per i partiti. Le elezioni politiche italiane del 2 giugno 1946 furono le prime elezioni della storia italiana dopo il periodo di dittatura fascista, che aveva interessato il paese nel ventennio precedente. Si votò per l'elezione di un'Assemblea Costituente, cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale, come stabilito con il decreto legislativo luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944. Contemporaneamente si tenne un referendum istituzionale per la scelta fra Monarchia e Repubblica.
La battaglia fu imperniata soprattutto (e me la ricordo bene...) per far prevalere il partito preferito. L'indizione del referendum fu decretata dallo stesso re di maggio, Umberto II, come si vede opra.

738) - 1946 - Come si vede da LA NUOVA STAMPA (così si chiamava l'attuale giornale torinese), si dà molto più rilievo, colla grossezza dei caratteri, al risultato della battaglia politica che al referendum, anche se entrambi non erano ancora sanciti.
La pubblicazione ufficiale dei voti del referendum avvenne il 18 giugno, ma Umberto II, di sua iniziativa, il 13 giugno, aveva già lasciato l'Italia per sempre.
Aveva un concetto particolare della diversità fra monarchia e repubblica e lo aveva espresso qualche mese prima in una intervista in cui disse: «La Repubblica si può reggere col 51%, la Monarchia no. La Monarchia non è un partito. È un istituto mistico, irrazionale, capace di suscitare negli uomini incredibile volontà di sacrificio. Deve essere un simbolo caro o non è nulla.»

739) - 1946 - A casa nostra si trepidava molto per i parlamentari; mio padre era contrario a che l'Italia facesse la fine della Romania o della Bulgaria o della Polonia o della Cecoslovacchia. L'importante era che non vincesse il comunismo; la scelta monarchia o repubblica, pur rilevante, era meno sentita.
Comunque, i miei genitori votarono monarchia, basandosi sul riconoscimento che i Savoia, in cent'anni, avevano fatto l'Italia (non so se ora la penserebbero ancora così...). Ma non fu un dramma.
Forse, incise anche l'espressione piemontese "è una repubblica!", che si usava per definire un caos (eufemismo). Non conosco l'origine dell'espressione, mentre è più chiara l'espressione "è successo un quarantotto!" per indicare tafferuglio, baruffa o rissa.

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