LE FOTO DA 763 A 767 (Marzo 2018)

      Non ho più foto di Novello in bianconero e i Novellesi sono restii a procurarmene. Ricorro ad alcune foto relative al mio primo viaggio in Cina con un collega dell'ufficio, quando ancora non potevo immaginare che ci sarei più volte tornato a visitare mio figlio Michele, missionario in incognito.

763) - 1992 - Shanghai. Il riparatore di bici stradale, munito di pompa e di pochi attrezzi. In quel periodo, in Cina la circolazione in bicicletta era altissima; quando scattava il semaforo, era uno sciame indescrivibile.

764) - 1992 - Luoyang. Questa è una foto un po' carpita; la maestra non era del tutto convinta del mio operato, anche perché il mio collega ed io la pregammo di farci vedere una classe senza autorizzazione.
      Gli alunni (una classe elementare) erano disposti su due file, ma potei fotografarne solo una.

765 - 1992 - Luoyang. E' un gruppo di bambini del cosiddetto asilo (ora, in Italia, Scuola dell'infanzia...), che va a spasso, con una maestra in testa (che non si vede) ed una in coda.
      Si noti l'apprezzabile modo per non perderne nessuno: c'è una lunga corda da cui si diramano brevi cordini con anello finale. Ogni bambino dee sempre tenersi ad un anello.

766 - 1992 - Shanghai. Il mio collega guarda perplesso al mercato coperto la zona dei pesci ed affini: sta pensando che certamente egli non comprerebbe i serpenti, venduti tranquillamente come alimento commestibile.

767 - Xian. 1992 - E' una domenica pomeriggio di un tiepido Aprile. Durante una passeggiata in un quartiere popolare, fotografai la scenetta familiare di questi due vecchietti, seduti davanti alla loro modesta dimora, col bricco del té, silenziosi.
      Mi fecero tanta tenerezza. Non parlavano, ma si capiva che comunicavano spiritualmente; prendevano un po' di sole pensando sicuramente con nostalgia al passato, alla loro gioventù, ai figli ormai grandi e chissà dove, agli anni trascorsi sempre assieme, nella gioia e nel dolore, al lavoro fatto e al bene che si sono sempre voluti, a tutte quelle cose che, alla nostra età, sono rimembranza di un tempo che non tornerà più e che inumidiscono gli occhi.

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