LE FOTO DA 801 A 803 (Aprile 2019)

      Durante il mio servizio, mi capitò di scovare nell'archivio alcuni originali degli ordini di servizio del tempo mussoliniano. Riuscìì a fotocopiarli ed ora mi propongo di pubblicarli fotostaticamente in alcune puntate. Possono dare un'idea del funzionamento della burocrazia del tempo, con l'interferenza del clima politico.
      Ecco altri tre ordini di servizio, senza alcun interesse particolare, se non per gli addetti ai lavori, che possono meditare sulla differenza tecnologico-organizzativa e sul diverso ambiente politico dei due periodi: 1939 ed oggi. Per fortuna, non mi pare ancora di vedere un palese riavvicinamento.

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801) - 1939 - Sua Eccellenza Costanzo Ciano, fervente fascista della prima ora, ebbe importanti incarichi governativi, acquistando fama, notorietà, ammirazione e quant'altro. Morì nel 1939.
      Era il padre di Galeazzo Ciano, fatto fucilare a Verona da Mussolini, perché non si oppose all'ordine del giorno che decretò la caduta di Mussolini stesso. E dire che era il genero di Mussolini.
      L'Ordine di Servizio dice: "I signori funzionari sono pregati di trovarsi stassera alle ore 21 in Piazza del Littorio in abito civile, per la commemorazione di S. E. Costanzo Ciano".
      Negli uffici pubblici, si pregava di partecipare alla celebrazione, ma la "preghiera" sottintendeva: state attenti, che vi controlliamo...

802) - 1939 -       Il testo dice:
      "Comunico per la rigorosa osservanza che S. E. il Prefetto in esecuzione di analoghe norme impartite dal Ministero dell'Interno ha disposto, con suo decreto 15 luglio 1939 - XVII - n° 3510, che il personale statale, residente in questa Provincia, indosserà l'uniforme estiva dal 20 luglio al 15 settembre p. v."
      Non mi pare il caso di aggiungere commenti.

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803 - 1939 - Il testo dice: "Comunico, per opportuna norma, la seguente circolare ministeriale n° 15876 del 5 agosto 1939 - XVII:
      La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha rilevato che, nonostante i precisi ordini dati al riguardo, si continua da parte del personale delle Amministrazioni dello Stato a praticare la stretta di mano sia nei rapporti col pubblico sia fra colleghi d'ufficio o di commissione.
      Dispongo in modo tassativo che siano rigorosamente applicate le disposizioni impartite circa l'abolizione della stretta di mano, avvertendo che a carico dei trasgressori potranno essere adottati provvedimenti disciplinari".

      Mi ricordo benissimo che per salutare chiunque, anche gli amici, bisognava scattare sull'attenti e fare il saluto romano col braccio destro.
      Lo ricordo bene per un fatto personale. In prima elementare - nel 1940 - , la mia maestra mi mandò a portare un documento alla maestra dell'aula accanto, la quale maestra era mia madre. Io, tutto preso dal mio incarico, bussai, entrai, scattai sull'attenti e feci il saluto romano da bravo Figlio della Lupa. Rimasi confuso, perché mia madre non riuscì a trattenere un immediato non del tutto represso sorriso. Ma non mi disse niente, nemmeno a casa.

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