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839) - Pechino - 2020 - Qui, siamo di nuovo a Pechino ed è l'ora della mensa.
Questi sono ragazzi delle Medie, tutti in fila per ritirare il vassoio. E' obbligatoria la mascherina per tutti, ma non è prevista una distanza; basta che, con le mani o in altro modo, non si tocchino in nessuna parte del corpo.
Anche qui, il principio igienico adottato mi lascia un po' perplesso. |
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840) - Pechino - 2020 - Questo è mio figlio, il "pechinese", ma non è carnevale. E' come si barda per uscire in città
La quarantena è cosa severissima. Mio figlio dovette farne due: una, a fine Gennaio scorso, quando rientrò dall'Italia ad Hong Kong; l'altra, quando, a fine Febbraio, da Hong Kong rientrò a Pechino.
In quarantena, pur essendo risultato sanissimo, per 15 giorni non potè uscire dalla camera assegnatagli, nemmeno in corridoio. Gli portavano p pasti su un vassoietto che lasciavano ai piedi della porta, dando un tocco ed allontanandosi prima che aprisse la porta. Doveva sempre aspettare un paio di minuti, per essere sicuro che l'addetto si fosse allontanato.
Nella foto, è dopo la quarantena, ossia, in libertà. La quale libertà permette di andare in ogni posto della città, ma colla mascherina. Non solo, ma, essendo straniero, è bene che copra il capo e soprattutto gli occhi, attaccabili dal virus. Insomma, una specie di alieno.
Il che, spesso viene utile, perché non si accorgono che è straniero. Se se ne accorgono, subito chiedono da dove viene e, se dice Europa, tremano; se poi dice Italia, svengono. Ma, se non sono autorità verbalizzanti, ha imparato a rispondere: "Vengo da Malta" (Stato immune dal virus), così respirano tutti.
Elgi, come insegnante, vive nel campus universitario (una cosa enorme, garantisco...). Ora puà uscire ed andare dove vuole, in città. Ma, all'uscita, gli misurano la febbre e segnano l'ora di uscita; la stessa cosa fanno al suo rientro. |