LE FOTO DA 857 A 861 (Gennaio 2021)

      Alcuni fatti importanti, accaduti cent'anni fa, nel Gennaio del 1921.
      Se studiassimo di più il mondo passato, comprenderemmo meglio ciò che occorrerebbe al mondo attuale e a quello futuro.

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      857) - Livorno - 1921 - Nasce il Partito Comunista Italiano (PCI), partito politico italiano di sinistra, nonché il più grande partito comunista dell'Europa occidentale. Venne fondato il 21 gennaio 1921 a Livorno con il nome di Partito Comunista d'Italia come sezione italiana dell'Internazionale Comunista in seguito al biennio rosso, alla rivoluzione d'ottobre e alla separazione dell'ala di sinistra del Partito Socialista Italiano guidata tra gli altri da Nicola Bombacci, Amadeo Bordiga, Onorato Damen, Bruno Fortichiari, Antonio Gramsci e Umberto Terracini al XVII Congresso del Partito Socialista Italiano.
      Bombacci, poi, si avvicinò al socialismo di Mussolini e fece parte della Repubblica Sociale Italiana. Fu catturato dai partigiani assieme a Mussolini e, come Mussolini, fu ucciso ed appeso a Milano in Piazzale Loreto.

      858) - Livorno - 1921 - L’Internazionale Comunista, con a capo Lenin, aveva fissato 21 punti da rispettare per entrare a far parte dell’organizzazione. Nel Partito socialista italiano vi erano state molte divergenze sulle modalità dell’applicazione di queste direttive internazionali. C'erano contrasti sull'espulsione degli esponenti riformisti e sulla considerazione da darsi alla proproetà privata. Nel Partito Socialista si erano formate tre correnti:
      1) I Riformisti (i più moderati); leader Filippo Turati, il fondatore del PSI (1895).
      2) I Massimalisti (rivoluzionari solo a parole); leader Giacinto Menotti Serrati (nel 1924 aderirà al PCdI).
      3) I Leninisti, Frazione Comunista (facevano riferimento ai bolscevichi di Lenin); leader Amadeo Bordiga, Antonio Gramsci.
      Quest'ultima non accettò compromessi e fondò il PCI, convinta di poter portare l'Italia nelle mani dell'U.R.S.S. e di seguirne l'esempio politico. Erano nobili concetti di generosità e fratellanza, che non tenevano conto che ogni individuo non è un automa,ma ha una sua personalità. E' l'errore di qualche politico odierno, che sostiene programmi che rovinano l'economia. Come avvenne col comunismo.

      859) - Cecina - 1921 - La giunta di Cecina, a gennaio del 1921, votò di rimuovere dalle sale del municipio la targa in bronzo che riportava il celebre Bollettino della Vittoria, cioè, il documento ufficiale con cui il generale Armando Diaz aveva annunciato la resa dell’Impero austro-ungarico e la fine delle ostilità sul fronte italiano.
      Le forze di destra invitarono la giunta a rimettere la targa, altrimenti ci avrebbero pensato loro.
      Dopo una settimana, uno della giunta, su un quotidiano, scrisse: «È già molti giorni, che è stata tolta la targa, e coloro che ci minacciavano di rimetterla immediatamente, non si sono ancora mostrati. Vigliacchi! Vigliacchi! Vigliacchi!»
      Nella notte tra il 24 e il 25 gennaio 1921, un gruppo di fascisti penetrò nel municipio e rimise al suo posto la targa, senza fare danni né chiasso.
      La mattina del 25, il sindaco e gli assessori vennero a conoscenza dei fatti della notte precedente e, dopo aver ordinato che la targa fosse nuovamente rimossa, proclamarono lo sciopero generale, cioè, la giunta ordinò che tutti dovessero scioperare; il che non piacque, soprattutto a negozianti, agricoltori, artigiani e professionisti.
      Si giunse alle mani e, precisamente, alle armi, con morti e feriti.
      Ci furono molte condanne inflitte dal tribunale. Le indagini vennero avviate negli istanti immediatamente successivi ai fatti. La mattina del 26 il sindaco Ambrogi e alcuni amministratori vennero arrestati. La Corte di Assise condannò quasi tutti gli imputati a scontare diversi anni di carcere.
      Il procedimento penale, pur giungendo alle sentenze definitive di condanna, a detta dei comunisti non servì a gettare definitivamente luce sui fatti del 25 gennaio.

      860) - Ferrara - 1921 - I fascisti, costituiti soprattutto da milioni di militari reduci da anni di dura guerra, non erano da meno dei comunisti. Si vedevano umiliati e insultati, perché avevano difeso la Patria, ciò che ora si chiama il paese (600.000 morti ed un milione di mutilati), anziché battersi per l'accordo con l'U.R.S.S., e si organizzarono subito anche loro contro i comunisti.
      In questa foto sbiadita, vediamo Italo Balbo che arringa i fascisti di Ferrara nei giorni in cui inizia - dove possibile - lo smantellamento sistematico di tutte le organizzazioni di classe, politiche ed economiche: Leghe, Camere del Lavoro, Cooperative. Tutte legate a catena. Sorgono i primi fasci nelle campagne strettamente uniti con quelli della città. Nei primi mesi dell’anno sono distrutte e incendiate 40 fra Case del Popolo, Cooperative, Leghe, Sezioni Socialiste.
      Pareva non ci fosse modo di evitare una sanguinosa guerra civile della durata di anni e anni. Ma ci fu veramente l'uomo della Provvidenza: si chiamava don Luigi Sturzo, che lanciò l'appello di cui alla foto seguente.

      861) - Roma - 1919 - L'”Appello ai liberi e forti”
      "A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnino nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà. E mentre i rappresentanti delle Nazioni vincitrici si riuniscono per preparare le basi di una pace giusta e durevole, i partiti politici di ogni paese debbono contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varranno ad allontanare ogni pericolo di nuove guerre, a dare un assetto stabile alle Nazioni, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni generali, del lavoro, a sviluppare le enrgie spirituali e materiali di tutti i paesi uniti nel vincolo solenne della «Società delle Nazioni». E come non è giusto compromettere i vantaggi della vittoria conquistata con immensi sacrifici fatti per la difesa dei diritti dei popoli e per le più elevate idealità civili, così è imprescindibile dovere di sane democrazie e di governi popolari trovare il reale equilibrio dei diritti nazionali con i supremi interessi internazionali e le perenni ragioni del pacifico progresso della società.
       Perciò sosteniamo il programma politico-morale patrimonio delle genti cristiane come elemento fondamentale del futuro assetto mondiale, e rigettiamo gli imperialismi che creano i popoli dominatori e maturano le violente riscosse: perciò domandiamo che la Società delle Nazioni riconosca le giuste aspirazioni nazionali, affretti l’avvento del disarmo universale, abolisca il segreto dei trattati, attui la libertà dei mari, propugni nei rapporti internazionali la legislazione sociale, la uguaglianza del lavoro, le libertà religiose contro ogni oppressione di setta, abbia la forza della sanzione e i mezzi per la tutela dei diritti dei popoli deboli contro le tendenze sopraffatrici dei forti.
(ometto l'analitica esposizione del programma)
      A tutti gli uomini moralmente liberi e socialmente evoluti, a quanti nell’amore alla patria sanno congiungere il giusto senso dei diritti e degl’interessi nazionali con un sano internazionalismo, a quanti apprezzano e rispettano le virtù morali del nostro popolo, a nome del Partito Popolare Italiano facciamo appello e domandiamo l’adesione al nostro Programma."

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