LE FOTO DA 876 A 877 (Maggio 2021)

      Alcuni fatti importanti, accaduti cent'anni fa, nel Gennaio del 1921.
      Se studiassimo di più il mondo passato, comprenderemmo meglio ciò che occorrerebbe al mondo attuale e a quello futuro.

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      876) - Roma - 2015 - Io sono sempre stato innamorato del mio lavoro (dei miei lavori, avendo cambiato tre ministeri: Sanità, Giustizia, Istruzione), in particolare di quest'ultimo, dove rimasi per 37 anni. Ricordo con nostalgia e commozione le visite quasi mensili che dovevo fare a Roma per conferire coi superiori: dirigenti generali o sottosegretari o ministri. Venivamo convocati una ventina per volta e, oltre che a ricevere istruzioni, dovevano illustrare l'andamento del nostro ufficio. Eravamo riuniti nella sala che vedete, con il ritratto di tutti i Ministri dal 1865 al 1925 circa; poi Mussolini non volle continuare. Al nostro posto, rispondevamo o chiedevamo la parola, servendoci dei microfoni che vedete. Nel 2015 avevo tanta nostalgia che scrissi al Ministro (era la Giannini) se mi permetteva di visitare ancora una volte i corridoi e le stanze, facendomi entrare dalls scalinata e dall'ingresso principale (che usavamo sempre), ma riservato ultimamente solo alle autorità ed al personale di servizio. La ministra fu gentilissima e mi mise a disposizione una guida, che accolse mia moglie e me dallo scalone e ci fece fare un giro completo per corridoi e sale particolari. Non sempre i miei rapporti coi superiori furono semplici; a me non piacevano i colleghi (anche se amici) che facevano a gara a lodare la meravigliosa attività del Ministero e a volte lo feci rilevare. Io parlavo sempre a braccio, ma, una volta, nel 1992, lessi quanto avevo scritto e già comunicato sul mio bollettino periodico a tutti i presidi della mia Provincia. Le mie parole furono:
      “””Signor Ministro, non le parlo del bello e del brutto della mia Provincia; le esterno, se permette, due dispiaceri personali.
       Il primo: quando, parlando con genitori, enti locali, docenti, dico loro che, sì, anche quest’anno le nomine sono avvenute con un mese di ritardo, ma stiano tranquilli perché non lo faremo più, non sono creduto. E’ un grande dispiacere, perché mi rendo conto di non essere convincente, perché non sono convinto. Invero, finché il Ministero ci autorizza a nominare i presidi ad ottobre, ci comunica i nomi dei docenti da nominare in ruolo ad ottobre, ci assegna i posti di sostegno ad ottobre, cambia le procedure per nominare gli esperti ad ottobre, non potremo mai compiere gli atti consequenziali prima dell’inizio delle lezioni o, se lo facciamo, rischiamo illegittimità a non finire.
       Il secondo: quando, parlando ai ragazzi, dico che devono rispettare ed amare gli insegnanti e tutto il personale della scuola e mi sento chiedere “proprio tutti?” dico di sì, ma non sono creduto. E’ un grande dispiacere perché mi rendo conto di non essere convincente; e non sono convincente perché non sono convinto. Infatti, finché avremo in servizio persone:
       - dichiarate inidonee per incapacità;
       - processare per furto con scasso (un anno e tre mesi);
       - processate per atti di libidine su minori (alcuni mesi);
       - inquisite per minaccia a mano armata;
       - più volte sanzionate disciplinarmente;
è difficile dire: amatele e rispettatele.
       Se poi ci si chiede perché siano in servizio, si scopre che il potere (T.A.R. o altro Organo deliberante) lo vuole, sia pure provvisoriamente. E il Potere, come diceva Marcantonio di Bruto, “è uomo d’onore”.
      Ecco, signor Ministro, i miei due più grandi dispiaceri: non essere creduto quando dico bene della Scuola”.

      Il bollettino n, 76 del Dicembre 1992 andò a ruba anche fra gli altri provveditori, che se lo fecero mandare.
      La ministra, correttamente, ammise che così era, ma che si cercava di migliorare. Alcuni alti funzionari ministeriali, invece, masticarono amaro. E me la fecero pagare.

      858) - Mosca - 1973? - Nei primi anni ‘70 feci un viaggio in Russia, tutto in treno, con itinerario: Milano, Vienna (tappa), Brno (Rep. Ceca), Varsavia (Polonia), Leningrado (URSS), Mosca (URSS), Kiev (URSS), Budapest (Ungheria), Milano. Lessi la notizia su un giornale e scrissi per partecipare. Così fecero altre due persone: un giovane avvocato ed un giovane siciliano (non ricordo i nomi). Solo dopo, sapemmo che era organizzato da un gruppo comunista; ci trovammo a disagio, essendo trattati da intrusi. Ma imparai tanto.
      Nella brutta foto c’è il Teatro Bolshoi di Mosca. Lo spettacolo era specifico per gruppi di fedeli compagni di varie nazioni, i quali compagni erano tutti con vestiti ordinari, senza cravatta, jeans, eccetera. Noi tre no; io avevo vestito completo, giacca e cravatta. Il siciliano addirittura era tutto in abito nero, camicia bianca e cravatta a modo, perché era il suo onomastico o il suo compleanno (non ricordo) e ci disse che era tradizione delle sue parti il vestirsi a festa per tale ricorrenza. Si era portato i vestiti solo per quello… Fatto sta che ci devono aver scambiati per i politici conduttori del gruppo e ci fecero sedere in poltrona rossa, quarta fila, con tante cerimonie. Il sentirmi chiamare “tovarish Fieriero” mi fece effetto. Ancor ora mi commuove il ricordo del coro dell’Armata Rossa cantare "Stenca Razin", canto dei battellieri del Volga, canto che io credevo italiano: “Va l’Alpin su l’alte cime, passa al volo lo sciator”.
      Al passaggio del confine tra Polonia e URSS, ci perquisirono tutto; uno aveva in portafoglio la tessera del Partito Comunista e dall’altra l’immagine di Giovanni XXIII. Gli fu subito sequestrata. Il capogruppo aveva dodici biro, da portare in regalo al collega russo. Gli furono ritirate come materiale non ammesso e gliele restituirono a mille km. di distanza, quando uscimmo dall’URSS (Ucraina).
      Partendo da Mosca, mi accorsi che nella valigia c’era tutto, ma non nell’ordine mio. Scoprii a casa che mi avevano volutamente oscurato – facendo prendere luce – tutte le pellicole della cinepresa.
      A Leningrado, vidi una giovane coppia di sposi in viaggio di nozze, con lui che leggeva alla mogliettina una lunga targa patriottica. Dissi alla guida che mi commuoveva vedere quella giovane cieca. Facendo giri di parole, mi disse che non era cieca, ma soltanto analfabeta. Insistendo nel discorso, finì col dirmi che erano ancora tanti i giovani analfabeti, ma che il partito stava provvedendo.
      Quanto s'impara, non limitandosi ai panorami ed ai musei, ma cercando di conoscere a fondo la realtà locale!

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