LE FOTO DA 882 A 886 (Settembre 2021)

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                  Parafrasando Giulio Verne (che scrisse "Le avventure di un cinese in Cina"):

LE AVVENTURE DI UN CUNEESE IN CINA

ovvero

Come funziona un controllo anticovid serio

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      882) - Mio figlio don Michele, come molti visitatori del sito sanno, è un prete cattolico in Cina, dove da dieci anni svolge, fra l’altro, la professione di docente di latino e di greco antico in una Università Statale di Pechino. Era dalle vacanze di Natale 2019 che non veniva in Italia, a causa del coronavirus, e quest’anno volle provarci. Prenotò e pagò il volo per Gennaio 2021 (vacanze cinesi), ma all’ultimo gli fu impedito. Con supplemento, spostò il volo a Maggio 2021 (speciali festività cinesi), ma gli fu impedito nuovamente. Finalmente, l’ultima settimana di Luglio 2021 poté partire da Pechino per Hong Kong. Era bivaccinato, tamponato e in regola col passaporto, anche perché è da tempo residente ad Hong Kong.
Giunto ad Hong Kong, dovette fermarsi due giorni (ospite dei Salesiani locali) per un numero indicibile di controlli sanitari; un tampone al giorno e cose del genere, il tutto con certificato finale. Finalmente il 23 Luglio riuscì a partire per Francoforte (Germania) e, il giorno dopo, per Torino, dove non ebbe difficoltà all’ingresso in Italia.
      Selfie sull'aereo in volo da Hong Kong a Pechino dell'11 Agosto (vedi sotto).

      883) - Giunto in Italia, pensò subito alla caterva di documenti necessaria per il rientro a Pechino. Prima di tutto, niente green pass, perché lo si concede a qualunque immigrato clandestino sbarchi a Lampedusa, ma non ad un cittadino italiano che, per motivi di lavoro, risieda all’estero. Non viene concesso perché, pur essendo iscritto all’AIRE, non può avere la tessera sanitaria; quindi, niente assistenza sanitaria e, di conseguenza, niente >i>green pass che, checché se ne dica, per chi si muove è un vero toccasana. Don Michele ha la bivaccinazione col Sinovac, non riconosciuto in Italia, ma, non avendo la tessera sanitaria, non poté richiedere una rivaccinazione in Italia.
      Foto sull'aereo in volo da Hong Kong a Pechino dell'11 Agosto (vedi sotto).
      Le foto nn. 1 e 2 servono a dimostrare la differenza nella severità di controllo. Il volo dall'Europa avvenne con un aereo da 300 posti pieno al limite possibile; il che significa che i controlli dall'Europa sono corretti ma non ossessivi. Invece, il volo da Hong Kong a Pechino avvenne con altro aereo da 300 posti ma, come dirò sotto, con solo 14 passeggeri, perché è ossessiva la preparazione dei documenti sanitari ed ancor più ossessivo l'obbligo dei 21 giorni di quarantena, anche se riconosciuto immune da tutto.

      884) - Era necessario, per la Cina, un tampone entro le 48 (o 72, a seconda della destinazione) ore; ma la Cina ammette solo tamponi rilasciati da ospedali o centri medici di cui si fida. Sull’apposito elenco, il più vicino a Cuneo era indicato a Torino. Lo ottenne, a prezzo salato. Ma sarebbe scaduto poche ore prima di giungere ad Hong Kong. Allora, ne fece due a 24 ore di distanza.
      Il ritorno parziale avvenne l’otto Agosto da Torino. Solita attesa di 6 ore a Francoforte per controllare tutti i documenti, specie quelli sanitari, ed arrivo ad Hong Kong alle 15 del 9 Agosto. L’aereo (uno dei pochi provenienti dall’Europa) era gremito.
      Qui, la musica cambiò, perché i controlli sanitari sono severissimi. Ci vollero quattro ore per uscire dall’aeroporto, semplicemente per essere caricati sul furgone diretto al posto di clausura. Infatti, come già sapeva, si devono fare quattordici giorni di quarantena, ridotti a sette se si paga anticipatamente (come è obbligo) per quattordici giorni. Tale pagamento d’albergo non è una truffa, è proprio una norma: paghi 14 e ne fai 7 per rimpinguare le casse esauste. Stai in una piccola camera da letto con bagno. Non si può uscire nemmeno in corridoio. I pasti vengono portati in vassoio depositato davanti alla porta; il portatore suona, aspetta che tu abbia ritirato e richiusa elettricamente la porta; poi, risuona un’ora dopo per ritirare i vuoti. Naturalmente, il portatore è tutto scafandrato, come vedete quelli nelle foto.

      885) - A Pechino, gli 11 stranieri di cui sopra, ancorché tutti sani, furono portati, su autobus scortato dalla polizia davanti e dietro, all’edificio della prevista quarantena di 21 giorni, con le solite condizioni di Hong Kong, ma senza possibilità di abbreviare. E’ ovvio che, dall’Italia, qualcuno pensò a pagare…
      Nella foto 3, infilando il tubo per uscire dall’aereo, don Michele si voltò velocemente indietro per fotografare il passeggero che lo seguiva. Come si vede, anche il distanziamento è rigorosamente rispettato e ci sono i soliti scafandrati che controllano.
      La foto n. 4 è stata presa mentre era sul furgone che portava gli stranieri alla quarantena. Anche il guidatore è scafandrato e lungo il percorso ci sono quelli (sempre fantasmini) che controllano che nessuno si avvicini al piccolo autobus.
      Conclusione: a parte le dicerie (sarà? non sarà?) sull’origine dell’epidemia, i governanti cinesi non vogliono avere responsabilità di morti successive al boom iniziale. E, per non avere responsabilità, bisogna non avere morti. Costi quello che costi, direbbe Draghi…
      Ma pare che in Europa – e in Italia in particolare – non sia così. Tutti gridano: libertà, libertà. Libertà di morire, possibilmente tu, non io.

      886) - Facciamo un salto indietro. Siamo nei primi mesi del 2018, quando don Michele venne in Italia (non so se a Torino o a Roma) per un convegno internazionale su Confucio ed il Cristianesimo. Riuscì a fare un salto a Novello, dove, sullo stesso argomento, intrattenne alcuni interessati nella settecentesca Confraternita di San Giovanni Battista, posta a fianco della Parrocchia.
      Se non erro, da sinistra sono: don Michele, il Parroco di Novello don Bevione, il Viceparroco di La Morra, il Parroco di La Morra, l'ex sindaco di Novello dott. Alessandria, mia moglie Anna ed io.
      Fu l'ultimo suo viaggio in Italia tranquillo, prima del coronavirus.

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