LE FOTO DA 927 A 931 (Giugno 2022)

      Nel mese di Giugno avvennero o ebbero inizio eventi importanti, che cambiarono molte cose in Europa e anche in Italia.

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      927 - 2 Giugno 1946: l'Italia sceglie la Repubblica. Come avvenne? Umberto II fu re dal 9 maggio al 18 giugno.
      La notte fra il 12 e 13 giugno, nel corso della riunione del Consiglio dei ministri, il presidente Alcide De Gasperi (lo stesso che, con Gronchi, nel 1922 aveva votato per il governo Mussolini), assunse le funzioni di capo provvisorio dello Stato. Umberto II lasciò volontariamente il paese il 13 giugno 1946, diretto a Cascais (Portogallo), senza nemmeno attendere la definizione dei risultati e la pronuncia sui ricorsi presentati dal partito monarchico, che saranno respinti dalla Corte di Cassazione il 18 giugno 1946; lo stesso giorno la Corte integrò i dati delle sezioni mancanti, dando ai risultati il crisma della definitività.
      L’ultimo Re del Regno d’Italia non sapeva che non avrebbe rimesso più piede nel Paese. Non poteva immaginare che nel 1947 sarebbe stato pubblicato un crudele articolo della Costituzione che recita: “I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive. Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l’ingresso e il soggiorno sul territorio nazionale“.
      I Savoia, di fronte agli interessi del loro Stato, se serviva abdicare non si tirarono indietro dall’abdicazione. Solo negli ultimi 150 anni, abdicarono:
      Carlo Emanuele IV nel 1802
      Vittorio Emanuele I nel 1821
      Carlo Alberto nel 1849
      Vittorio Emanuele III nel 1946
      Umberto II nel 1946.
Nella foto: manifestazioni di gioia a Roma.

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      928) - La casa Savoia non era mai stata fascista, ma Vittorio Emanuele III peccò di egocentrismo, di scarsa stima per il figlio, tenuto fermamente lontano dalla politica e dalle decisioni del regno, e pagò il rifiuto ad abdicare fino a quando non fu costretto a farlo, ed era già troppo tardi.
      Il figlio Umberto pagò gli errori del padre e il suo profondo rispetto per la volontà del re. Era quasi sempre stato contrario alle decisioni fondamentali del re, eppure le aveva accettate e mai aveva pronunciato o scritto parole contro il suo regale genitore. Cercò sempre di giustificarlo in qualche modo, di assolverlo, lo si evince dalle pagine dei diari di Galeazzo Ciano col quale aveva frequenti incontri. Subito dopo l'armistizio di Cassibile, avrebbe voluto rientrare subito a Roma, ma dal padre non gli fu permesso. Il re e Badoglio, primo ministro, andarono a Brindisi non in fuga, come sempre divulgarono le sinistre, ma perché il Governo deve governare e restare - fin che può - sul proprio territorio. E Brindisi era Italia, cioè territorio già liberato e diretto dal governo (e dal re) in carica.
      Il 18 marzo 1946 Umberto, come Luogotenente, firmò il decreto che indiceva il referendum istituzionale per il 2 giugno seguente; mancava però ancora l’abdicazione del re in carica, che in quel momento risiedeva a Posillipo, inacidito e in veste di vittima. Enrico De Nicola gli aveva ricordato, inutilmente, che “quando un re perde una guerra, deve andarsene”. All’abdicazione, di fatti, Vittorio Emanuele III non ci pensava affatto fino a quando, il 9 maggio 1946, il figlio Umberto si recò personalmente dal padre riuscendo nell’impresa di fargli firmare l’abdicazione. Mancava meno di un mese al referendum.
      Nella foto: Il soldato americano si fa lucidare le scarpe dall'improvvisato lustrascarpe. Tutti cercavano di far qualcosa, pur di ricavare qualche lira.

-      929 - 20 Giugno 1789. A Parigi, il Giuramento della Pallacorda. Il Re aveva proibito ogni riunione dell'Assamblea, che comprendeva i tre stati (nobiltà, clero e popolo) per evitare le numerose proteste del terzo stato (borghesia e plebe).
      Come protesta, l'Assemblea si radunò nel salone cosiddetto della Pallacorda, usato dai nobili per i giochi. La maggioranza prestò un giuramento che iniziava così: «L'assemblea nazionale, considerandosi chiamata a definire la costituzione del regno, a operare la rigenerazione dell'ordine pubblico e a mantenere i veri princìpi della monarchia, nulla può impedire che essa continui le proprie delibere in un qualunque luogo dove essa sia costretta a stabilirsi, e che infine, ovunque i suoi membri siano riuniti, là vi è l'Assemblea nazionale;
      Decreta che tutti i membri di questa assemblea prestino, immediatamente, giuramento solenne di non separarsi mai, e di riunirsi ovunque le circostanze lo richiederanno, fino a che la Costituzione del regno sia definita e affermata su solide basi, e prestato che sia il detto giuramento, tutti i membri e ciascuno di loro in particolare confermeranno, con la loro firma, questa risoluzione inamovibile
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      E di qui iniziarono i subbugli.
      Nel ritratto: le accese discussioni dell'assemblea.

      930) - Il 14 Luglio del 1789 i parigini, sull onda del giuramento della Pallacorda, assalirono il carcere della Bastiglia per liberare i tanti prigionieri politici. Ovviamente, liberarono anche tutti i malviventi, ma sarebbe stato difficile fare altrimenti.

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      931 - 1789-1794. Uno dei simboli della rivoluzione francese è la ghigliottina, sistema di esecuzione capitale, che funzionò per alcuni anni per motivi politici.
      Si ritiene che vennero ghigliottinate durante la Rivoluzione soprattutto persone appartenenti alla nobiltà e al clero. Sono state circa duecentomila le vittime, ma secondo alcune stime il conteggio potrebbe arrivare anche a trecentomila. Impensabile fossero tutte appartenenti ad alti ceti sociali.
      Gran parte per la verità furono borghesi e popolani. Specialmente durante il periodo del Terrore, quando la ghigliottina lavorò con maggiore frequenza, in molti morirono semplicemente perché sospetti di essere dei monarchici. Con l'Europa coalizzata militarmente contro la Francia e le prime sconfitte della giovane repubblica, la caccia alle spie del nemico era all'ordine del giorno. Anche essere ritenuti legati al Papa poteva costare caro. Durante l'insurrezione antirivoluzionaria in Vandea le uccisioni di donne e bambini furono molto frequenti.

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