|
1013 - Lenin
Appena arrivato alla Stazione di Pietrogrado il 16 aprile 1917, Lenin, che era rimasto fuori dalla Russia negli ultimi 17 anni, tenne un discorso per i suoi sostenitori biasimando la condotta del governo provvisorio e facendo un appello per una rivoluzione del proletariato di tutta Europa e leggendo le direttive politiche (Tesi di aprile) che scrisse sul treno del ritorno.
Esse si articolano in dieci punti: eccone alcuni.
1) La Russia è oggi il paese più libero del mondo e i bolscevichi non devono appoggiare in alcun modo il governo provvisorio, sorto dopo la fucilazione di tutta la famiglia dello zar, compresi i bambini . Occorre dimostrare la sua natura di classe e la sua volontà di condurre fino in fondo la guerra imperialistica.
2) I soviet operai sono l'unica forma possibile di governo rivoluzionario e vi è la necessità del passaggio di tutto il potere statale ai soviet .
3 )Si devono confiscare tutte le grandi proprietà fondiarie e istituire la nazionalizzazione di tutte le terre (la cosiddetta abolizione della proprietà privata).
4) Fusione di tutte le banche del Paese in un'unica banca nazionale, posta sotto il controllo dei soviet.
5) Cambiare il nome da «socialdemocratico» a «comunista», perché i socialisti hanno tradito il socialismo. |
|
“Soffermati sull’arida sponda / volto il guardo al passato Ticino” scrisse Alessandro Manzoni.
< Fu la Prima Guerra d’Indipendenza, in cui i soldati piemontesi (e non solo) giunsero fin quasi a Venezia, ma l’impero Austro-ungarico era troppo potente e, alla fine, dopo tanti morti e feriti, la pace vide i confini ritornare al punto di partenza del 23 Marzo.
Ma il seme per l’unità d Italia era stato lanciato, malgrado a Cavour,già deceduto, che vedeva lontano, non interessasse l'unità dell'Italia, ma solo la liberazione del Norditalia.
Nella foto, la battaglia di Curtatone e Montanara, durante la quale i volontari toscani e napoletani difesero con valore lo schieramento italiano. |
|
- 1015- Alessandro Manzoni - (Milano, 7 Marzo 1785 - Milano, 22 Maggio 1873) - è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo italiano.
Considerato uno dei maggiori romanzieri italiani di tutti i tempi per il suo celebre romanzo "I promessi sposi", caposaldo della letteratura italiana ed europea, Manzoni ebbe il merito principale di aver gettato le basi per il romanzo moderno e di aver così patrocinato l'unità linguistica italiana, sulla scia di quella letteratura moralmente e civilmente impegnata propria dell'Illuminismo italiano.
Manzoni, fervente cattolico dalle tendenze liberali, lasciò un segno indelebile anche nella storia del teatro italiano (per aver rotto le tre unità aristoteliche: luogo, tempo, azione) e in quella poetica (nascita del pluralismo vocale con gli Inni Sacri e della poesia civile).
In questi ultimi decenni, fu ed è molto denigrato da chi non capisce la sua semplicità di scrittura; lo scrivere in modo facile scene di profondo significato non piace a chi ignora la distinzione fra bene e male; non piace che si nascondano sotto l’ironia profonde verità morali. Insomma, la lettura di "I Promessi Sposi", scorrevolissima ed avvincente, richiede una discreta intelligenza.
L’esempio è nei film del suo romanzo. In quello in cui don Abbondio è rappresentato da Alberto Sordi don Abbondio è una macchietta, mentre in quello, in bianconero, in cui è rappresentato da Tino Carraro, dimostra il suo carattere sempre sulla difensiva, capace di frasi doppiamente interpretabili, tutt’altro che comiche.
Nella foto, l’onore della sua figura nel biglietto da 100.000 lire.. |
|
1016 - Marzo 1730 a Milano - La peste cosiddetta «manzoniana» entrò a Milano nell'autunno del 1629.
All'inizio sottovalutata, si diffuse lentamente nei primi mesi del 1630 per poi scoppiare con una virulenza mai vista prima, tanto da passare alla storia come una fra le più tremende.
Ancora una volta, la lettura del Manzoni ci presenta casi specifici di tale tragedia, vista in modo diverso dalle persone.
Nel mondo c’è il Bene e il Male; ma chi segue il Male odia il Manzoni, colla scusa di non capirlo o trovandolo infantile.
Nella foto, i cadaveri lasciati davanti all’uscio di casa, in attesa del passaggio dei monatti, cioè, degli incaricati della loro raccolta. |
|
1017 - 1730 a Milano - La peste più feroce era il “Fopponino”, nata durante la precedente epidemia di peste a Milano nel 1576, conosciuta come Peste di San Carlo. Alla fine della Peste, durata 4 anni, il numero dei morti era circa un quarto di tutto il popolo milanese: 1 milione su 4 milioni totali nell’area milanese.
Un’altra fonte dice che il Ducato di Milano, e quindi la sua capitale, fu uno degli Stati più gravemente colpiti. Si stima che nell'Italia settentrionale tra il 1630 e il 1631 morirono per la peste 1.100.000 persone su una popolazione complessiva di circa 4 milioni.
Nella foto, i monatti che effettuano la raccolta. La peste cosiddetta «manzoniana» entrò a Milano nell'autunno del 1629. |