LEGA DI PERSEVERANZA (Maggio 2004)

Caro Beato Angelo Carletti, compatrono di Cuneo,

hai visto nell'ex foro boario, in corso Giovanni XXIII? Che bello! Hanno spianato tutto e, finalmente, si adatterà tutta l'area a parcheggio. O no?

Ci sono voci maligne che dicono che non sarà solo parcheggio, ma che verrà su anche un bell'edificio per non so quale fine.

Non ci credo. Non è possibile che, una volta tanto, i nostri Maggiorenti non sfruttino l'occasione che si offre loro di dare un po' di sfogo alla drammatica situazione dei parcheggi in città. Se davvero avessero progettato in quell'area una qualche costruzione, perdona loro, come disse il tuo Capo e nostro Signore sul Calvario...

Ma ci sono voci ancora più cattive: dicono che lo scopo sia proprio quello di frustrare l'uso del mezzo privato, in omaggio ad una vecchia ideologia, che tutti credevamo caduta colla fragorosa rovina di un certo muro teutonico... Che davvero si siano coalizzati - che si siano messi in lega, per dirla alla Manzoni - per perseverare? Se così fosse, riperdona loro,... eccetera.

Trombette e pifferi, invece, si sono sfiatati per illustrare una magnifica vittoria della Maggiorità: a Villa Sara, sul Tuo Viale, si costruirà, ma lasciando un pochino di verde.

Ma chi se ne importa? (Vedi come sono pudico, anche nel parlare!). Sul Viale degli Angeli non ci sono uffici, nè ospedali, nè negozi dove la gente comune debba andare con l'auto. Perciò, specie verso il Tuo Santuario, costruiscano quanto pare loro; al massimo, rovineranno la bellissima architettura del luogo, renderanno meno piacevoli le passeggiate dei bambini e di noi vecchietti e tutto finirà lì. Non ci sarà mai l'impellente necessità di andare al pronto soccorso, o al mercato, o in banca, o alla posta con conseguente fatica di girare a vuoto per ventotto ore per trovare un parcheggio.

- "Ci sono gli autobus!" - suggerirà chi a Cuneo comanda. Certo, ma provare per credere. Questo mese mi sono capitati due esempi.

Il primo. Dopo la famosa strusciata nella neve, di cui Ti parlai nella lettera del mese scorso, portai l'utilitaria a riparare oltre Borgo San Giuseppe. Il giorno dopo, andai per accordi dal carrozziere e dovetti fare il tragitto Corso De Gasperi - Borgo San Giuseppe e ritorno con mezzi pubblici. Dovetti prendere due mezzi all'andata e due al ritorno. Il biglietto (non lo sapevo) non era a tempo, ma a corsa: vale a dire, quattro biglietti in tutto. Più o meno come il tassì. Poco male, perchè, tanto, se fosse stato a tempo, in 60 minuti non ce l'avrei fatta ad andare nè a tornare. Non solo, ma mi ci volle tutta la mattinata, perchè l'autobus non passava mai. Poi, attesi oltre mezz'ora fra il primo e il secondo e, quando scesi a Borgo San Giuseppe, c'ero solo io. Un autobus lungo come un treno tutto per me! Ti ricordi quando c'insegnavano a risparmiare? D'altra parte, che cosa vuoi che facciano? Più corse? Sarebbero soltanto più oneri (cioè, più tasse) per i cuneesi.

Il secondo. Dovevo andare ad una cerimonia ai Tommasini, cerimonia che poteva durare anche due ore. Cercavo un parcheggio non a pagamento e, perciò, partii da casa con oltre venti minuti d'anticipo. Mi ritrovai a fare il giro di diversi isolati, avendo davanti a me una Punto ed una Yaris che, presumo, cercavano un parcheggio come me. Girammo tutti e tre per almeno quindici minuti, sprecando benzina ed inquinando. In condizioni simili, Tu non penseresti ai parcheggi anzichè al rilascio di licenze di costruzione nell'abitato?

Nel mondo moderno, il tempo è denaro; tutto tende ad ottimizzare il lavoro, cioè, a faticare di meno e a produrre di più. Chi, allettato da bucolici pensieri, perseguisse lo scopo di tornare a vivere immersi nella natura, senza motori nè dighe nè ciminiere (e nè aspirina nè penicillina nè anestesisti), tenga presente che quello di 2000 anni fa era un mondo bellissimo, con la vita media di 27 anni. Ora è di 73.

Caro Beato Angelo, dàtti da fare, sveglia dal torpore (e dalle illusioni ideologiche) la Maggioranza; ma dài una scossa e proteggi dalla tentazione della condiscendenza del do ut des anche la Minoranza. La quale, come anche tu ben constati, una volta finita la campagna elettorale, tende quasi sempre ad adeguarsi e ad adagiarsi in commissioni, revisorati e quant'altro; insomma, in tante utilissime funzioni. Gettonate.

Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

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