La perfetta Letizia 13

ACEFALIA? (Novembre 2004)

 

Su LA STAMPA del 23 Settembre 2004 (ma potrebbe essere il 22 o il 24) è comparsa la lettera che trascrivo integralmente:

"""Non solo al gioco del lotto, ma anche al CSA (ex Provveditorato) di Cuneo, ci vuole fortuna! Il CSA è il centro in cui vengono stilate le graduatorie permanenti dei professori precari, destinati a entrare in ruolo. Apparteniamo a questo gruppo e siamo indignati per il modo in cui sono stati valutati i titoli da noi conseguiti: risulta che alcuni impiegati hanno valutato un solo corso di perfezionamento (utile al fine del punteggio per la graduatoria) per anno scolastico, altri, invece, non hanno posto alcun limite. Abbiamo chiesto spiegazioni al CSA e ci hanno risposto che «non» hanno usato lo stesso criterio di valutazione dei titoli, poiché la norma non è chiara, quindi ogni impiegato ha interpretato liberamente la legge! Ci chiediamo se una risposta di questo tipo abbia un senso, dal momento che alcuni di noi sono stati immessi o non immessi in ruolo grazie al «caso», che ha voluto che i loro titoli fossero valutati dall'impiegato Tizio piuttosto che da Caio. SEGUONO 10 FIRME Cuneo"""

Espressi la mia opinione, con la lettera del 27 Settembre, immediatamente pubblicata, sempre su LA STAMPA, il 30 Settembre 2004. Così dicevo:

"""Leggendo la lettera di qualche giorno fa sulle graduatorie dei precari, mi è sorto un dubbio: non è che si è esagerato nelle critiche? Da alcuni anni sono in pensione, ma, conoscendo per esperienza diretta la serietà del Provveditorato di Cuneo (ora C.S.A.), sarei tentato di pensare a qualche equivoco interpretativo, che si siano capite male le risposte riferite. Da sempre, Il Ministro e le varie Direzioni Generali emanano disposizioni difficilotte, ma non per niente in ogni Provveditorato vi è un dirigente o un suo vicario che ha, in primis, (il carattere corsivo su LA STAMPA è stato omesso) il compito di interpretare tali norme e di indirizzare l'operato dell'ufficio in modo omogeneo. Sennò sembrerebbe che il dirigente e il suo vicario siano lì solo per lucrare economicamente. Il che, che io ricordi, a Cuneo non si è mai verificato.
Con viva cordialità, soprattutto nei confronti degli operatori del C.S.A. cuneese.
Giovanni Ferrero
Provveditore agli studi a riposo
www.giovanniferrero.it"""
(L'ultima riga, cioè, l'indirizzo del sito, da cui si ricava anche l'indirizzo di e-mail, non fu pubblicata, forse, in omaggio alla privacy. Per la verità, essendo amante della chiarezza, non nascondo a nessuno i miei indirizzi: di casa, di sito, di e-mail, di telefono, eccetera).

Mi aspettavo una risposta tipo: "Abbiamo capito benissimo", oppure "Non abbiamo esagerato affatto", o, a contrariis, "Forse, non è proprio così", oppure "Abbiamo faticato a capire il meccanismo" o cose del genere. Invece, niente.
          Ho saputo che alcune delle DIECI FIRME si sono arrabbiate forte (hanno usato un altro termine), perché avrei preso le difese del CSA. Certo che le ho prese, ma solo se si è male interpretata la risposta del CSA. Se, invece, non si è male interpretata, ho concordato in pieno.
          Non solo, ma mi domando: siete sicuri che non sia successo di peggio? Non ho risposte da suggerire. Rammento solo che, nella mia esternazione n. 11, al capitolo "La perfetta Letizia 12", scrivevo: "A titolo di curiosità, elencherò, nei prossimi mesi, i C.S.A. che avranno assicurato di non aver valutato niente fuori termini". Nessun C.S.A., nemmeno quello di Cuneo, ha voluto rispondere che niente era stato accettato fuori termine (mi limitavo a chiedere quello). Certamente, non c'era obbligo di risposta, ma, dal silenzio, c'è chi può trarre conclusioni antipatiche.
          Nella mia lettera esprimevo un dubbio, che ripeto: "avrete capito male?"
          Poi, dicevo di essere in pensione, perciò i miei ricordi si fermavano - e si fermano - al 2000. L'esperienza maturata fino a quell'anno mi fa dire che c'è sempre stato un dirigente o un suo vicario col compito di determinare l'indirizzo omogeneo dell'Ufficio. Negli anni successivi, leggendo le DIECI FIRME, si direbbe che si sia andati a ruota libera e alla "si salvi chi può", quasi si trattasse di un ufficio acefalo (e senza vicario) e allo sbando. Ma solo se le DIECI FIRME sono sicure di non aver frainteso.
          Le DIECI FIRME sono indignate e arrabbiate, ma anche intelligenti, perciò comprendono benissimo la delicatezza da usare per essere corretti nell'assunzione di responsabilità circa ciò che si dice o si scrive o, semplicemente, si riferisce.
          A volte, c'è chi crede che basti sedersi sulla poltrona del capo per essere capi, cioè, capaci (e, a volte, senza averne titolo). Ma se ciò si fosse verificato o si verificasse non sarebbe dipeso o non dipenderebbe da loro, ma dai capi dei capi, cioè, da coloro che li hanno nominati. La legge di Murphy docet.

Concludo, tornando al discorso di Ottobre: la perfetta (e sempre elegante) Letizia si deciderà - prima o poi - a curarsi anche dei docenti, snellendo la parte burocratica, che si presta sempre ad essere palestra di furbizia per alcuni? (Notoriamente, non per noi Cuneesi, vista la fama che abbiamo...). A quando l'auspicato casellario con tutti i servizi e tutti i titoli di ognuno? Con valutazioni uguali per tutti? A quando maggior serietà selettiva nella valutazione di alcuni titoli - ad esempio, corsi e corsetti - badando soprattutto alla qualità ed alla serietà di rilascio degli stessi?

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