QUALE LOGICA?
(Settembre 2005)
Un giorno parlerò bene della perfetta Letizia, perché la sua riforma non è da buttar via; come già dissi, in linea di massima è cosa grande. Ma nella gestione quotidiana della scuola, ahimè, quante cose potrebbero essere migliorate. E tutte, per usare una frase gradita a chi, senza intendersene, grida contro i contributi alle scuole non statali, "senza oneri per l’Erario".
E’ il caso del punteggio per i trasferimenti. Da anni (ero ancora in servizio), si attribuisce un punteggio:
a) "per ogni anno di servizio comunque prestato, successivamente alla decorrenza giuridica della nomina, nel ruolo di appartenenza";
b) "per il servizio di ruolo prestato senza soluzione di continuità negli ultimi tre anni scolastici nella scuola di attuale titolarità";
c) "per ogni ulteriore anno di servizio".
Faccio un esempio. Se sono titolare di ruolo a Fossano nella classe 051, per ogni anno di servizio comunque prestato nel ruolo di appartenenza (cioè, nella classe 051), punti 6. Inoltre, per il servizio di ruolo prestato senza soluzione di continuità negli ultimi tre anni scolastici nella scuola di attuale titolarità (cioè, Fossano), altri punti 6, più un punteggio aggiuntivo per ogni anno in più.
Ora, faccio l'ipotesi di aver chiesto ed ottenuto, per almeno tre anni consecutivi, l'assegnazione provvisoria a Mondovì nella classe 052, dove anche quest'anno (sempre per ipotesi) presto servizio. In tal caso, non avrò il becco di un punto.
Una volta, durante le mie frequentazioni romane, chiesi il perché di tale norma. Mi si rispose che così hanno deciso di comune accordo sindacati ed Amministrazione, per premiare la la continuità didattica.
Rimango perplesso, perché ne devo dedurre che gli allievi di Fossano siano più degni di considerazione di quelli di Mondovì e, parimenti, che gli allievi della classe di concorso 051 siano più degni di riguardi di quelli della 052. Perché, se l'Amministrazione premia la continuità, deve farlo con logica e non a casaccio. Se per tre anni consecutivi, pur esssendo titolare a Fossano nella classe 051, ho prestato servizio in assegnazione provvisoria a Mondovì nella 052, (è un esempio), ho prestato anch'io servizio nella stessa scuola e nella stessa classe di concorso; perciò, ho tre anni di continuità anch’io nella stessa scuola e nella stessa classe. Su questo non ci piove.
E allora? Evidentemente, la norma è basata apparentemente sul premio alla continuità, ma ha qualche ragion d’essere che mi sfugge. Per la continuità, invero, se chiedo il passaggio di cattedra e/o il trasferimento dalla scuola di titolarità a quella in cui presto servizio da almeno tre anni (cioè, chiedo di rimanere, di continuare...), dovrebbero subissarmi di punti sia per il passaggio sia per il trasferimento; non solo, ma darmi la precedenza assoluta! Per tutelare al massimo la continuità, basterebbe togliere gli incisi "nel ruolo di appartenenza" e "nella scuola di titolarità". Se, invece, si tutelano altri interessi, lo si dica.
Se la perfetta Letizia si fosse degnata di correggere certe piccole storture segnalate (sempre "senza oneri per l'Erario", per l'amor di Dio!), sarebbe stata un grande ministro.
Invece, no.
Nella foto: (Maggio 1961; è la data che ho trovato sul retro della foto, ma non mi convince, perché, coperto dalla coppa, mi pare di vedere il Provveditore Sanfilippo, che venne a Cuneo solo nel 1964) - Una grande Preside: la prof.ssa Fiorentina Damonte Beltrand, simbolo delle Magistrali di Cuneo.
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